Coronavirus, in Sicilia stabile il dato dei contagiati - QdS

Coronavirus, in Sicilia stabile il dato dei contagiati

redazione web

Coronavirus, in Sicilia stabile il dato dei contagiati

venerdì 08 Maggio 2020

I positivi sono 2.127, 41 dimessi, undici guariti e due deceduti. L'assessore Razza sulla Fase 2, "medici e ospedali devono essere in sicurezza, il virus circola ancora, ma abbiamo maturate esperienze per una importante programmazione"

Resta stabile, rispetto a ieri, il numero delle persone attualmente positive al Coronavirus in Sicilia, mentre aumentano le dimissioni dagli ospedali.
Emerge dai dati comunicati dalla Regione all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 98.711 (+3.016 rispetto a ieri), su 88.497 persone: di queste sono risultate positive 3.301 (+13), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.127 (0), 921 sono guarite (+11) e 253 decedute (+2). Degli attuali 2.127 positivi, 329 pazienti (-41) sono ricoverati – di cui 19 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.798 (+41) sono in isolamento domiciliare.

Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 69 (0 ricoverati, 65 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 99 (16, 52, 11); Catania, 696 (71, 245, 91); Enna, 288 (86, 104, 29); Messina, 358 (65, 142, 52); Palermo, 404 (56, 96, 31); Ragusa, 37 (3, 50, 7); Siracusa, 107 (30, 102, 26); Trapani, 69 (2, 65, 5).

Razza, negli ospedali tornare a condizioni di sicurezza

“Negli ospedali i siciliani devono poter tornare in condizioni di sicurezza, così come dal proprio medico di famiglia e anche dai medici specialisti con la consapevolezza di essere curati bene”.

Lo ha detto l’assessore alla salute Ruggero Razza in un video sulla Fase 2 e la Sanità pubblicato sulla pagina Facebook della Regione Siciliana.

“Ci attende ancora un percorso lungo perché il virus circola, non c’è ancora una terapia farmacologica né un vaccino, ma oggi abbiamo maturato esperienze per mettere in campo una programmazione importante”.

Un apprezzamento particolare Razza lo ha rivolto alla classe medica siciliana.

“Credo – ha detto – che questa esperienza ci lascia un rinnovato e forte senso di appartenenza della classe medica siciliana, perché se è vero che il coronavirus in Sicilia non ha creato gli stessi effetti che al Nord, ciò non si è verificato per fortuna o per il clima, ma perché i professionisti della sanità hanno dimostrato di essere in gamba, capaci di fare sacrifici, di salvare vite umane e di essere di nuovo al centro dell’agenda politica come la sanità è tornata al centro dell’agenda degli investimenti”.

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