Coronavirus, ora tre giorni arancioni in tutta l'Italia - QdS

Coronavirus, ora tre giorni arancioni in tutta l’Italia

redazione web

Coronavirus, ora tre giorni arancioni in tutta l’Italia

lunedì 28 Dicembre 2020

Aumentano i controlli nelle strade e ci si prepara al Capodanno. Il sottosegretario all'Interno Mauri, "Anche a Santo Stefano i controlli sono stati numerosi e le sanzioni si sono fermate all'uno e mezzo per cento"

Nell’euforia da Vaccine Day si chiude la prima fase di zona rossa di Natale, iniziata il 24 dicembre, e per l’Italia ci sono ora tre giorni arancioni, fino alla vigilia di Capodanno, con negozi aperti e spostamenti nel Comune senza autocertificazione.

Le forze dell’ordine aumentano controlli e sanzioni – oltre 64 mila a Santo Stefano, con 969 multe – e l’ultimo giorno di lockdown morbido natalizio consegna dati dell’epidemia ancora condizionati dai giorni festivi, ma con un tasso di positività quasi al 15%, in rialzo di altri due punti.

Insomma sottotraccia la curva dei contagi non è affatto congelata come il vaccino nei frigoriferi prima dell’uso; per saperne di più – secondo gli esperti – bisognerà aspettare forse domani, con un ritorno, oggi, a un numero di tamponi più significativo.

Ieri sono stati riportati meno di sessantamila test delle 24 ore precedenti.

Sono state invece 64.119 le persone controllate il 26 dicembre da Polizia e Carabinieri nell’ambito delle verifiche per il rispetto dei divieti introdotti con il decreto del 18 dicembre, secondo i dati del ministero dell’Interno.

Di queste persone 969 sono state sanzionate per violazioni, otto denunciate per aver infranto la quarantena in casa. Sono state invece 11.594 le verifiche sulle attività e gli esercizi commerciali, che hanno portato alla chiusura di 5 negozi e a sanzioni per trenta titolari.

“Anche a Santo Stefano i controlli sono stati numerosi e le sanzioni si sono fermate all’uno e mezzo per cento – ha detto il viceministro dell’Interno Matteo Mauri -. Il rispetto delle regole da parte dei cittadini è stato molto alto. È questo il modo migliore per garantire sicurezza a tutti e per scongiurare una terza ondata”.

“Ora – ha aggiunto – siamo concentrati sulla giornata di Capodanno. Anche qui sarà necessario mantenere le stesse precauzioni e le stesse cautele di questi giorni”.

Il timore è l’effetto che le festività avranno sulla curva dei contagi, innescando o meno la temuta terza ondata (o una recrudescenza della seconda).

Nel bollettino nazionale di ieri della Protezione civile si sono registrati meno di novemila tamponi positivi e 305 vittime (compresi i dati dell’Alto Adige non comunicati sabato), per un totale dei morti di covid arrivato al numero sempre più spaventoso di 71.925.

Ma nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute, ci sono solo due pazienti in terapia intensiva in meno tra ingressi e uscite (la Campania come sempre non comunica gli ingressi giornalieri) e 267 ricoverati con sintomi in più nei reparti ordinari.

Per quanto da prendere con le pinze in giornate super festive, i numeri dicono che il Veneto riporta altri 3.337 casi e un tasso di positività al 25,97%, 10 punti sopra il dato nazionale.

Per il presidente della Regione Luca Zaia “la verità è che noi facciamo molti tamponi molecolari e rapidi, ma se tutti i positivi vengono ‘caricati’ solo sui molecolari viene fuori una percentuale alta. Il Ministero ha detto che modificherà questo guaio”.

Secondo le autorità sanitarie venete il tasso reale di positività – considerando anche i test rapidi – a dicembre sarebbe dell’8%.

Ma la zona gialla non sembra davvero aver giovato alla Regione considerata un modello nella prima ondata.

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