Coronavirus, riapertura, le Regioni sono ancora divise - QdS

Coronavirus, riapertura, le Regioni sono ancora divise

redazione web

Coronavirus, riapertura, le Regioni sono ancora divise

sabato 18 Aprile 2020

Si studia una ripartenza per macroaree. La data più probabile per il primo step è quella di lunedì 27 aprile con moda e mobili. Il nodo bar e ristoranti. Stasera vertice con Conte, Musumeci, Bonaccini, Fontana, Decaro e Raggi

Dividere il Paese in macroaree, riaprire proteggendo l’Italia con alcune “zone rosse” ad alto contagio.

La “fase 2” potrebbe iniziare così, con un riavvio graduale del motore. Forse già a partire dall’apertura di alcuni settori produttivi, iniziando con moda e mobilifici, a fine aprile.

Niente è deciso: il premier Giuseppe Conte tiene una linea di grande prudenza, punta a linee guida uniformi per tutto il territorio nazionale e prova a fermare “fughe in avanti” e indiscrezioni che “rischiano di alimentare il caos”.
Sulla ripartenza, però, frenano non solo alcuni scienziati, illustrando il rischio di una seconda ondata di contagi, ma anche diversi esponenti della maggioranza.

Divide l’ipotesi di riaprire bar e ristoranti

Divide, ad esempio l’idea, al vaglio del Comitato tecnico scientifico, di aprire il quattro maggio, oltre ai parchi, anche bar e ristoranti: “Non esiste”, insorgono fonti di maggioranza.

Mentre l’ipotesi delle macroaree rischia di spezzarsi anche sul fronte variegato delle Regioni, che va da chi, come Luca Zaia, dice che “il lockdown non esiste più”, a chi, come Vincenzo De Luca, minaccia di chiudere la Campania.

Di come far ripartire le attività produttive discute per oltre sei ore la task force guidata da Vittorio Colao: il tema è non solo quali settori riaprire, avendo come base guida le classi di rischio elaborate dall’Inail (tre categorie: basso, medio-basso, alto) ma soprattutto come far muovere i lavoratori, scaglionando gli orari sia per i turni di lavoro sia per i trasporti e incoraggiando, ove possibile, lo smart working.

Le ipotesi di distanziamento nei trasporti

Si ipotizzano per i trasporti modalità per contare i passeggeri e segnaletica per il distanziamento alle fermate.

Le prime indicazioni della task force, con i protocolli per le riaperture, potrebbero arrivaree già oggi e saranno oggetto di un nuovo confronto tra governo e parti sociali.

C’è l’idea di far ripartire anche prima del quattro maggio – il 27 aprile come detto – settori che l’Inail indica come a basso rischio: moda, metallurgia, mobilifici e settore automotive.

Pressing per far riaprire i cantieri edili

Un pressing è in corso – ovviamente da regioni come la Lombardia, dove l’intera classe dirigente leghista cerca così di uscire dall’impasse del disastro Sanità dopo l’inchiesta sulle Rsa – per l’edilizia, perché oggi sono aperte solo le grandi opere.

Dal governo sono più prudenti: è difficile in cantiere garantire le distanze.

Riunione stasera per una linea nazionale

Per provare a concordare una linea a livello nazionale, per le 18.30 di oggi è convocata – in teleconferenza – una cabina di regia alla quale dovrebbe partecipare anche il premier Conte, tra governo ed enti locali.

Ci saranno il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci insieme a Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia e quello lombardo Fontana. Presenti anche il presidente dell’Anci Decaro, con il vice Roberto Pella e la sindaco di Roma Virginia Raggi.

In quella sede potrebbe essere discussa anche l’idea di gestire la “fase 2” dividendo il Paese in macroaree (Nord, Centro e Sud) a seconda dell’entità del contagio.

Contenimento del contagio “solido” nel centrosud

Franco Locatelli del Css definisce “solido” il contenimento del contagio nel centrosud, ma nel governo più d’uno è scettico e indica come preferibile una soluzione nazionale: il problema sarebbe non solo come gestire gli spostamenti tra le aree del Paese, ma anche isolare le zone, come la Valle D’Aosta, in cui il contagio è meno diffuso che nel resto del Nord.

Le “zone rosse torneranno a essere importanti” quando finirà il lockdown, dice Gianni Rezza dell’Iss. Ma bisognerà evitare iniziative solitarie.

Perché se Attilio Fontana – ancora lui! – si dice pronto a riaprire il quattro maggio “se lo dirà la scienza”, c’è chi come Vincenzo De Luca minaccia di chiudere i confini campani per fermare arrivi dal Nord.

Il premier Conte invita alla prudenza e alla cautela

Da Palazzo Chigi il Premier invita alla prudenza rispetto a ogni ipotesi: le decisioni saranno comunicate solo dopo la conclusione dei lavori della task force sulla “fase due”.

Dalla maggioranza frenano non solo Roberto Speranza ma anche Vito Crimi, che invita a non dare per scontata la fine del lockdown il quattro maggio.

Ed è prudente anche il Pd, che chiede regole e indicazioni precise, ma senza affrettare i tempi.

Sia Silvio Brusaferro che Franco Locatelli, entrambi membri del comitato tecnico scientifico, invitano alla grande “cautela” e anticipano che le abitudini e le modalità di vivere le socialità andranno cambiate.

Grande attenzione ci sarà alle regole per i giovani – per evitare assembramenti e feste – come per gli anziani.

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