Corte di giustizia Ue, concorrenza nel calcio - QdS

Corte di giustizia Ue, concorrenza nel calcio

Carlo Alberto Tregua

Corte di giustizia Ue, concorrenza nel calcio

giovedì 28 Dicembre 2023

Bocciate Fifa e Uefa

La Corte di giustizia europea, con sede a Lussemburgo, ha emesso una sentenza clamorosa, ma giusta, che riguarda il calcio professionistico.
Che succedeva a livello di organizzazione dei tornei di calcio in Europa? Che la Fifa (Fédération Internationale de Football Association), da un canto, e l’Uefa (Unione delle federazioni calcistiche europee), dall’altro, organizzavano i tornei con le proprie regole, alle quali i club del Vecchio Continente potevano partecipare. E fino a qui nulla quaestio. Il problema era però che nessun altro ente poteva organizzare tornei analoghi perché le due strutture europee hanno sempre ritenuto di essere le uniche detentrici del potere in quanto organizzazioni sportive.

Così, la citata Corte di giustizia ha gettato luce sullo scenario, affermando l’esatto contrario e cioè che l’organizzazione dei tornei, cui partecipano i club, è un’attività economica, dietro il paravento dello sport, perché comporta movimento di miliardi di euro sotto tutti i punti di vista.

La conseguenza di questa ovvia constatazione è che in un settore dove girano tanti miliardi, soggetto alle regole di mercato, si devono applicare le norme sulla concorrenza e pertanto nessuno può essere soggetto di monopolio o duopolio perché qualunque altro soggetto deve poter partecipare liberamente al mercato, che tale è quello calcistico.

La questione era stata sollevata da due club spagnoli, Real Madrid e Barcellona, che volevano organizzare un torneo denominato Superlega. Ma appena accennarono questa iniziativa, si videro scagliati i fulmini di Fifa e Uefa con minacce di sanzioni ed espulsioni dai relativi tornei, cancellazione dei ruoli dei giocatori e via elencando. Potremmo dire, dunque, che la sentenza in rassegna ha fatto giustizia.

Essa non è impugnabile e pertanto si può considerare definitiva, con la conseguenza che chiunque in Europa voglia organizzare tornei nei vari sport e segnatamente in quello calcistico, può farlo liberamente senza bisogno di autorizzazione alcuna e senza soggiacere alle minacce e alle sanzioni diventate armi spuntate di Fifa e Uefa.
Non era scontato l’esito di questo processo giudiziario, per cui manifestiamo positività per la sentenza liberatrice.
Vi è una considerazione da fare, visto che la Commissione europea si è occupata di questo caso, che apparentemente è un caso minore, ma che rappresenta l’osservanza di una regola importante, che è quella della libera circolazione di beni e servizi in tutto il territorio e quindi della concorrenza senza alcuna limitazione.

La Commissione europea, però, si sa, è frutto di un compromesso di tanti interessi, per cui si muove azionata da fili invisibili, ma percepibili e su materie di interesse di questo o di quel gruppo, con la conseguenza che non sempre persegue obiettivi di interesse generale, bensì altri di interesse particolare.

C’è anche da dire che la Commissione è composita a tal punto che si dice sia sostenuta da una maggioranza arcobaleno, formata dal Ppe, Socialisti, Verdi e Liberali; insomma, organizzazioni politiche, che in teoria non dovrebbero stare insieme, ma, come è noto, c’è sempre qualcosa che li unisce come l’interesse economico.

Quello stesso interesse economico che ha fatto stare insieme nel Governo italiano il diavolo e l’acqua santa, vale a dire quello del primo Governo Conte, in cui si misero insieme i Pentastellati e la Lega, poi separatisi bruscamente e persino violentemente, ma che ora – vedi caso – in occasione della votazione sul Mes (Meccanismo europeo di stabilità), hanno di nuovo votato assieme, trovando un comune interesse a non fare approvare dal nostro Paese la riforma dello stesso Mes.

Da precisare che, contrariamente a quanto i media hanno comunicato, non vi è stata una sua bocciatura, bensì, più semplicemente, la bocciatura della riforma del 2021, con la conseguenza che esso è rimasto regolarmente in vita così com’era antecedentemente.

Europa, vecchia Europa, quanta pena ci dai perché sei disunita e un poco scalcagnata. Sono passati sessantasei anni dal Trattato di Roma – promosso dal nostro ministro liberale e messinese, Gaetano Martino, nel 1957 – ma ancora siamo lontanissimi dall’avere attuato una confederazione con ampi poteri per funzionare. Perciò non funziona!

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