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Covid, Antonio Davì: “Sicilia zona bianca non prima di settembre”

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Covid, Antonio Davì: “Sicilia zona bianca non prima di settembre”

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venerdì 22 Gennaio 2021

Intervista al presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali. Vaccino sicuro ma durata dell'efficacia ancora da verificare.

La
pandemia, il Male dei nostri tempi, un Male generalizzato che investe tutti i
settori della nostra vita, da quella lavorativa a quella personale e
relazionale, e che a tratti sembra impossibile da sconfiggere.

Un
tunnel senza apparente via d’uscita, fino all’avvento dei vaccini. Diverse
aziende implicate, vite umane sospese a una speranza, e una domanda impellente:
quale la reale efficacia a lungo termine di questo risolutivo antidoto al
Coronavirus, quali soggetti dovrebbero vaccinarsi, si deve davvero optare per
una vaccinazione obbligatoria, infine quanto dovremmo attendere la fine di
questo incubo globale?

Ne
abbiamo parlato con Antonio Davì, medico e Presidente regionale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) al fine di inquadrare la
questione da una prospettiva il più possibile scientificamente esauriente.

Dottor Davì, ci può parlare del vaccino anti-Covid e
della sua efficacia, soprattutto in relazione agli effetti a lungo termine?

“Inizio col dire che al momento non possiamo dare dati
certi sull’efficacia del vaccino – apre Davì – ovvero sull’immunità da esso
indotta, in altri termini sulla capacità di produrre anticorpi contro il virus.
Il tempo utile di verifica dell’efficacia varia da tre a sei mesi e fino a un
anno, perché solo se procrastiniamo nel tempo la vaccinazione, potremmo stabilire
con maggiore accuratezza chi forma gli anticorpi e chi non li forma. Ricordo
anche che la formazione di anticorpi si verifica dopo la prima settimana o le
prime tre settimane dalla seconda dose, perché dopo la prima dose la formazione
di anticorpi è alquanto debole: questo è un tempo utile per stabilire con
ragionevole certezza la persistenza di uno stato immunitario del soggetto atto a
prevenire l’infezione.

In linea teorica, l’efficacia è leggermente maggiore
per i vaccini che utilizzano l’RNA messaggero, nell’ordine del 95%, rispetto al
90% del vaccino AstraZeneca, che utilizza un virus attenuato. Voglio inoltre
sottolineare l’importanza della vaccinazione obbligatoria, perché siamo in
piena pandemia, per gli operatori della Pubblica Amministrazione, come medici,
insegnanti, vigili urbani, operatori penitenziari”.

Può dare delle
indicazioni ai giovani per stimolarne la vaccinazione, anche relativamente alle
controindicazioni al vaccino stesso?

“I
giovani dovrebbero vaccinarsi, a mio avviso, perché essenzialmente, così
facendo, non costituiscono veicolo di contagio per soggetti più fragili, come i
soggetti anziani, ed inoltre essi hanno una risposta al vaccino più efficace, a
causa dell’efficienza del loro sistema immunitario. Parlando di
controindicazioni, indico subito che esse, almeno per il vaccino Pfizer, sono
davvero molto ridotte, limitandosi ad algie o eritemi – prosegue Davì – Una
particolare accortezza deve essere adottata in caso di somministrazione del
vaccino Anticovid 19 nei soggetti che hanno avuto gravi reazioni allergiche a farmaci,
come gli antibiotici, ma non ad altre sostanze, come la polvere: in questi casi
occorrono precauzioni particolari, per evitare uno shock anafilattico. Il vaccino
al momento non è ancora previsto per i ragazzi sotto i sedici anni, secondo il
cronoprogramma delle priorità stabilito dal Ministero della Salute”.

In base al
calendario delle vaccinazioni, in base alle statistiche sull’immunità di
gregge, in base alla sua conoscenza del Virus, in base alla popolazione della
Sicilia (e in base ad altre sue considerazioni), quando pensa che la Sicilia
potrà essere zona bianca (Rt inferiore a 0,5)?

“Questa è una domanda non facile: credo che potremmo sperare in una zona a basso rischio di contagio non prima di questo Settembre – conclude Davì – Questo effetto è condizionato dal numero di persone che si riuscirà a vaccinare, raggiungendo almeno l’80% della popolazione, dalla velocità di somministrazione del vaccino stesso e dalla disponibilità delle dosi. Si spera che con l’avvento del vaccino AstraZeneca, in quanto monodose rispetto al vaccino Moderna e Pfizer, anche i medici di base possano vaccinare a tappeto i loro assistiti nel proprio studio, velocizzando così l’uscita dal tunnel della pandemia”.

Angela Ganci

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