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Covid, in calo ricavi farmacie, cambiano abitudini italiani

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Covid, in calo ricavi farmacie, cambiano abitudini italiani

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martedì 06 Aprile 2021

Calano il comparto etico e quello commerciale, il primo, che rappresenta il 57,8% delle vendite in farmacia ha registrato una diminuzione a valori del 3,0% a 13,7 miliardi di euro.

Sembra un controsenso, ma anche se la farmacia
rappresenta uno dei punti di riferimento durante la pandemia, il mercato
italiano dei prodotti venduti in farmacia continua a perdere fatturato. Emerge
dall’analisi dei dati di Iqvia, provider globale di dati in ambito
sanitario, farmaceutico, tecnologie innovative, consulenza e servizi di ricerca
clinica.

Nelle prime dodici settimane del 2021 (fino al 28
marzo), le farmacie hanno segnato una contrazione cumulata di ricavi del 7,6%
rispetto allo stesso periodo del 2020. Nello stesso periodo i ricavi
totali della farmacia sono stati di 5,61 miliardi di euro, con un calo
consistente sia del comparto etico (medicine da prescrizione), che di quello
commerciale. Il mercato aveva già chiuso il 2020 con un calo dell’1,7%
rispetto al 2019, segnando un fatturato annuale totale di 24 miliardi
di euro
.

Il comparto etico, che rappresenta il 57,8% delle
vendite in farmacia, ha registrato una diminuzione a valori del 3,0% a 13,7
miliardi di euro
, mentre il comparto commerciale e quello dell’autocura
risultavano invariati a valori a 10,3 miliardi di euro, In questo
contesto, Iqvia ha analizzato quanto siano cambiate le abitudini di acquisto
degli italiani in farmacia durante la pandemia.

La ricerca ha messo in evidenza un brusco calo del numero
medio di scontrini emessi rispetto al 2019: a marzo 2020 l’8% in meno
rispetto allo stesso mese del 2019. Per tutto il 2020, l’affluenza media dei
consumatori in farmacia (parametrato sul numero di scontrini) è sempre stata
minore rispetto all’anno prima (in media -9%). Trend ancora più evidente nel
2021, a gennaio e a febbraio il calo è del 22%.

Se invece si prende in considerazione il valore medio di
ogni scontrino, la situazione è completamente diversa perchè i numeri sono in
deciso aumento: “Come per indicare un fenomeno di accaparramento e la
scarsa voglia di entrare in un negozio fisico”. Tra i grandi capoluoghi, Milano
ha subito le conseguenze più forti del calo della circolazione: -15% nel
2020 rispetto al 2019. Roma e Napoli10%.

Nel periodo preso in esame da Iqvia, il paniere d’acquisto
degli italiani è stato caratterizzato dalla varietà dei prodotti. Infatti, c’è
stato un aumento degli scontrini che contengono tre o più categorie di prodotto
(+16%). Queste categorie sono rappresentate dai farmaci da
prescrizione
(ricetta rossa), le medicine di autocura, i parafarmaci,
i prodotti per la cura personale come creme e cosmetici e i nutrizionali.

Soltanto il comparto del parafarmaco, che contiene prodotti
come le mascherine, gli ossimetri e i termometri, ha
registrato un aumento del prodotto singolo (+5%) e questo comparto ha
trainato anche il multi-categoria, con un aumento nel numero di transazioni
combinate del 10%. Le vendite serali e notturne sono crollate
soprattutto durante la prima fase della pandemia. Infatti, nel periodo marzo-maggio
2020
, le transazioni effettuate in farmacia dalle ore 21 alle ore 5
sono calate del 62% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e
del 36% nella fascia oraria dalle 18 alle 20.

Le farmacie più piccole, di quartiere, hanno mantenuto
afflussi più vicini agli standard pre-Covid, registrando addirittura più
transazioni nei mesi di marzo, settembre, ottobre e novembre 2020 rispetto agli
stessi mesi dell’anno precedente. A gennaio e febbraio 2021, invece, il crollo
dell’affluenza non le ha risparmiate. “Su questa tendenza ha inciso non
solo la ridotta circolazione delle persone, ma anche il fatto che l’influenza e
i malanni stagionali sono stati quasi inesistenti”.

Andrea Gigli, responsabile del Team Integrated
Analytics
di Iqvia Italia ha spiegato: “Collaboriamo con oltre 12.000
farmacie in Italia e accediamo ogni mese a circa 50 milioni di transazioni
anonimizzate. Applicando la scienza dei dati alle informazioni, quali il prezzo
e la quantità dei prodotti venduti o la data e luogo di emissione degli
scontrini, non solo è possibile fotografare il mercato e definire i
comportamenti di acquisto più frequenti, ma anche intercettare nuove tendenze e
cogliere tempestivamente i nuovi bisogni dei clienti”

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