Covid, proroga dell'uso di mascherine in Rsa e ospedali - QdS

Covid, proroga dell’obbligo di mascherina in Rsa e ospedali: le novità e l’informativa sulla Cina

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Covid, proroga dell’obbligo di mascherina in Rsa e ospedali: le novità e l’informativa sulla Cina

Redazione  |
giovedì 29 Dicembre 2022

Proroga dell'obbligo dell'uso di mascherina in Rsa e ospedali, ma anche attività di monitoraggio per gestire al meglio la situazione Cina.

Mascherine in Rsa e ospedali ancora obbligatorie fino al 30 aprile 2023: è la decisione del ministro della Salute, che ha stabilito una proroga della misura contro il Covid.

Naturalmente questa decisione era attesa, vista l’attuale ripresa dei contagi in Cina e il timore dell’arrivo imminente di nuove varianti che possano mettere in pericolo le libertà nuovamente riacquisite dopo gli anni della pandemia.

Mascherine in Rsa e ospedali contro il Covid, la proroga

Fino al 30 aprile del 2023, chi entrerà in ospedali e Rsa dovrà mantenere la mascherina come misura di contrasto al Covid.

Il ministro Orazio Schillaci ha confermato la proroga durante l’informativa al Senato sulla situazione Covid in seguito all’emergenza in Cina. Un problema che ha già avuto i suoi effetti in Italia, dove si torna a parlare di tamponi di sequenziamento in aeroporto almeno per i passeggeri provenienti dal colosso asiatico.

Il commento di Schillaci sul caso Cina

“La situazione in Cina sul Covid appare un unicum quasi paradossale. Un percorso inverso rispetto a quanto fatto in Europa e in Nord America. È stata la prima nazione a osservare i casi e nella primavera del 2020 ha avuto il più alto numero di contagi. Le immagini degli ospedali di Wuhan e delle altre megalopoli cinesi sono state un’icona della malattia. Ha applicato norme di restrizione e mitigazione impressionanti, ma anche inaccettabili per una democrazia”, ha detto il ministro – annunciando la proroga di mascherine per Rsa e ospedali – parlando della nuova ondata di Covid in Cina.

“Il lockdown è stato una misura permanente, con fasi di apertura seguite da misure restrittive durissime anche a seguito di poche decine di casi segnalati. Alla fine di novembre in Cina erano segnalati solo 4 milioni di casi, a fronte di una popolazione di 1 miliardo e mezzo di persone. Anche altri stati dell’area del Pacifico avevano scelto una politica di stretto controllo della diffusione del contagio, ma parallelamente avevano attuato campagne vaccinali altamente efficienti”. Per Schillaci, con la Cina stiamo assistendo a una “tempesta perfetta“, tra riduzione repentina delle misure anti-Covid e scarsa copertura vaccinale.

Le altre misure anti-Covid

Non si è parlato solo di mascherine anti-Covid obbligatorie in Rsa e ospedali nell’informativa del ministro Schillaci. Ci sono anche altri interventi e provvedimenti che mirano a evitare una ripresa dei contagi (e delle ospedalizzazioni, soprattutto) in Italia.

Schillaci ha riferito che è stato “rafforzato lo stretto monitoraggio delle varianti attraverso le cosiddette ‘flash surveys’ condotte mensilmente in collaborazione con le Regioni, la piattaforma ‘I-Co-Gen’ dell’Istituto Superiore di Sanità”.

Infine, si avvierà anche un monitoraggio sull’evoluzione epidemiologica “derivante dai potenziali rischi legati alla situazione creatasi nella Repubblica Popolare Cinese”. In particolari, Schillaci ha annunciato di aver convocato per domani l’Unità di Crisi per discutere della situazione.

Sul tracciamento dei voli dalla Cina, Schillaci dichiara: “Per quanto riguarda i passeggeri provenienti dalla Cina attraverso voli indiretti che hanno fatto scalo in Paesi dell’area Schengen, è necessario un raccordo in sede Ue per prendere una decisione comune che possa servire a limitare l’afflusso di persone positive dal Paese asiatico”.

Immagine di repertorio

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