Covid, un Piano pandemico per scegliere chi curare - QdS

Covid, un Piano pandemico per scegliere chi curare

redazione web

Covid, un Piano pandemico per scegliere chi curare

martedì 12 Gennaio 2021

Il Ministero precisa che si tratta soltanto di una bozza. Il nodo del Mes e quello delle scorte dei farmaci. Ecco i vaccini Moderna, forse somministrati subito agli over Ottanta

Scegliere chi curare privilegiando, in caso di risorse insufficienti, i pazienti che potranno trarre maggiori benefici dalla terapie; essere in grado di garantire una risposta veloce, con un sistema capace di mobilitarsi per aumentare in poco tempo posti in terapia intensiva e produzione di dispositivi di protezione; puntare su scorte di farmaci, vaccini e sulla formazione continua dei medici.

E’ pronta la bozza del nuovo Piano pandemico 2021-23 che, dopo le polemiche legate al suo mancato rinnovo dal 2006 a oggi, approda ora a una versione che trae un insegnamento prezioso proprio dalla pandemia di covid-19 in atto.

La bozza, elaborata dal dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, sarà sottoposta alle Regioni e indica una serie di misure per fronteggiare future, possibili pandemie.

Ma è il riferimento all’aspetto etico che ha subito accesso la discussione.

“E’ solo una bozza informale condivisa con i soggetti interessati e destinata a raccogliere indicazioni e modifiche”, precisa il Ministero della Salute.

Il tema scottante ed eticamente delicato è quello della scelta di chi curare.

Gli operatori sanitari, si legge, “sono sempre obbligati, anche durante la crisi, a fornire le cure migliori, più appropriate, ragionevolmente possibili. Tuttavia, quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio”.

Immediato il commento via Fb del leader Iv Matteo Renzi: “Presentato il Piano Pandemico nazionale. Dice: ‘Se ci sono poche risorse, bisogna scegliere chi curare’. Ho una idea più semplice. Se ci sono poche risorse, prendiamo il Mes. Ci vuole tanto a capirlo?”.

In 140 pagine, la bozza indica però, innanzitutto, le strategie operative da mettere in campo: garantire mascherine e dispositivi di protezione, effettuare esercitazioni ma anche elaborare la catena di comando (chi fa che cosa) e provvedere a piattaforme “per il rapido sviluppo di farmaci antivirali antiinfluenzali e vaccini pandemici contro virus influenzali aviari che si dimostrino in grado di passare all’uomo”.

Inoltre si prevedono misure di prevenzione e controllo e azioni di monitoraggio dell’attuazione del piano stesso.

Cruciale, si indica, è pure garantire la disponibilità di forniture annuali di vaccino contro l’influenza stagionale da fonti nazionali o internazionali e disporre e mantenere una riserva nazionale/regionale di farmaci antivirali durante la fase inter-pandemica definendo le modalità di accesso alle riserve.

Riferendosi quindi ai Piani regionali, nella bozza si sottolinea che questi “devono essere attuati dopo 120 giorni dall’approvazione del Piano nazionale e ogni anno va redatto lo stato di attuazione”.

Spazio nel Piano anche al ruolo della corretta comunicazione, considerata fondamentale contro le fake news.

Inoltre, “e ciò vale per la preparazione nei confronti di tutti gli eventi pandemici – avverte il ministero – occorre una formazione continua degli operatori sanitari finalizzata al controllo delle infezioni respiratorie e non solo”.
Insomma, il covid, purtroppo, insegna e suggerisce la strategia futura: la pandemia, è scritto nel documento, “conferma l’imprevedibilità di tali fenomeni e che bisogna essere il più preparati possibile ad attuare tutte le misure per contenerli sul piano locale, nazionale e globale”.

Arrivano i vaccini Moderna

Intanto oggi arrivano le prime quarantasettemila dosi dei vaccini Moderna.

E poiché si stima che vaccinare gli ultraottantenni potrebbe dimezzare le vittime della pandemia, si fa strada l’ipotesi di includere anche questa categoria nella prima fase della campagna vaccinale, quella con la dotazione Pfizer-Biontech, riservata ai sanitari e ad ospiti e personale delle Rsa.

Gli over Ottanta al momento sono in lista per fine febbraio. E quando sarà necessario andarli a cercare fuori delle Rsa tutto sarà più complicato.

E si valuta di vaccinare prima del previsto anche gli insegnanti, per provare ad accelerare la riapertura delle scuole.

Il vaccino Moderna è il secondo approvato dalle autorità del farmaco europea e italiana.

L’arrivo dei vaccini è previsto con un furgoncino scortato dalle forze dell’ordine nell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) a Roma.

Sarà distribuito in 4-5 Regioni individuate dal commissariato all’emergenza di Domenico Arcuri.

Il lotto potrebbe essere ripartito tra le Regioni “virtuose”, ossia quelle che smaltiscono più rapidamente le dosi.

Al momento guida la Campania con il 101,7% (oltre la dotazione perché da una fiala Pfizer si possono ricavare 6 dosi invece di 5), poi Umbria 90,7%, Veneto 87,9% delle dosi.

In coda alla classifica Trentino Alto Adige 34,8%, Calabria 42,7%, Lombardia poco più del 44%.

La Campania non tiene una riserva per il richiamo, la seconda dose, mentre ad esempio il Veneto, ma anche il Lazio, lo fa per fronteggiare eventuali ritardi nelle forniture. Dei quali però “non c’è alcun segnale”, sostiene la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, esortando a usare subito tutte le dosi.

“Ma finora – aggiunge – il tema non è stato discusso né nel ministero né nel Comitato tecnico scientifico”.

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