Covid, Vaccini, Scifo, “danno il 95% di protezione dalla morte” - QdS

Covid, Vaccini, Scifo, “danno il 95% di protezione dalla morte”

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Covid, Vaccini, Scifo, “danno il 95% di protezione dalla morte”

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domenica 10 Ottobre 2021

“L’Istituto superiore di sanità ha pubblicato recentemente un report secondo il quale i vaccini proteggono dall’infezione da Coronavirus e anche dalla variante Delta, che attualmente è quella prevalente, per il 77%; proteggono nei confronti del ricovero per circa il 93% e dal ricovero in intensiva e dalla morte per circa il 95%. Quindi i vaccini funzionano ancora molto bene”.

L’ha detto l’infettivologo
Gaetano Scifo, ex primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di
Siracusa, nel corso del XII Congresso della Simit (Società italiana di malattie
infettive e tropicali) organizzato a Caltanissetta dal primario del Sant’Elia
Giovanni Mazzola.

Le fasce d’età e i soggetti a rischio, oggi li conosciamo, quali sono?

“Vi è una fascia di soggetti
che si infettano anche tra i vaccinati – ha aggiunto Scifo – ma tra questi
ultimi prevalgono delle forme asintomatiche o oligosintomatiche, cioè
sostanzialmente benigne. Mentre tutte le forme gravi al momento sono assolutamente
prevalenti nella fascia di popolazione non vaccinata”.

L’infettivologo ha anche fornito
gli ultimi dati sugli effetti collaterali: “Le reazioni anafilattiche,
nell’ultimo report dell’Aifa, sono 4 per milione di soggetti vaccinati per il
Pfizer, 2 per milione di soggetti sia per Moderna che Astrazeneca.

Le miocarditi

L’infettivolgo spiega: “sono 1 caso per milione di soggetti vaccinati, ma un recente studio israeliano ci dice che nella fascia di età tra i 16 e i 29 anni si può arrivare anche a 20 casi di miocardite per milioni di soggetti vaccinati, quindi è sicuramente una complicanza della quale bisogna prendere atto anche se la stragrande maggioranza di questi soggetti che sviluppano miocardite sviluppano forme benigne, a rapida risoluzione, senza esiti importanti, dalla gestione piuttosto semplice e non problematica”.

“Per Pfizer e i vaccini a mRna – conclude Scifo – non abbiamo dati sulle trombosi dei seni venosi centrali o le trombosi atipiche splancniche, abbiamo dati di trombosi solo per i vaccini a vettore adenovirale, e quindi per Astrazeneca e Johnson & Johnson, però nel tempo si è visto che questi casi, che in un primo tempo si era detto fossero 1 su 200 mila, si è visto che sono circa 1 per milione di somministrazioni”.

E per le trombosi?

Le cosiddette trombosi atipiche
oggi le conosciamo molto meglio. Sono stati definiti i meccanismi patogenetici
che sono di tipo autoimmunitario e definiti anche algoritmi per la diagnosi e
la terapia. In generale se noi guardiamo gli effetti collaterali riportati
nell’ultimo report di Aifa, quelli della seconda dose sono la metà di quelli
della prima. Quindi sono le prime dosi a dare più effetti collaterali”.

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