Cybercrime: boom di attacchi nel 2020, sei su dieci a impatto “alto e critico” - QdS

Cybercrime: boom di attacchi nel 2020, sei su dieci a impatto “alto e critico”

redazione

Cybercrime: boom di attacchi nel 2020, sei su dieci a impatto “alto e critico”

domenica 07 Marzo 2021

Rapporto Clusit: in media 156 casi al mese, danni pari al doppio del Pil italiano

ROMA – Nell’anno della pandemia è stato registrato il record negativo degli attacchi informatici: a livello globale sono stati infatti 1.871 gli attacchi gravi di dominio pubblico rilevati nel corso del 2020, ovvero con un impatto sistemico in ogni aspetto della società, della politica, dell’economia e della geopolitica. È quanto emerso dal Rapporto Clusit, l’associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, presentato nei giorni scorsi.

In media, si tratta di 156 attacchi gravi al mese, il valore più elevato mai registrato ad oggi (erano 139 nel 2019), con il primato negativo che spetta al mese di dicembre, in cui sono stati rilevati ben 200 attacchi gravi. In termini percentuali, nel 2020 l’incremento degli attacchi cyber a livello globale è stato pari al 12% rispetto all’anno precedente; negli ultimi quattro anni il trend di crescita siè mantenuto pressoché costante, facendo segnare un aumento degli attacchi gravi del 66% rispetto al 2017.

Il Cybercrime, continua il rapporto, è stato nel 2020 la causa dell’81% degli attacchi gravi a livello globale; le attività di Cyber Espionage costituiscono invece il 14% degli attacchi: diverse attivitàdi questo tipo risultano correlate alle elezioni Usa nella seconda metà dell’anno, con tentativi di influenzare l’opinione pubblica da parte di attori interni ed esterni. Operazioni di spionaggio sono state rilevate dagli esperti Clusit anche ai danni di molti enti di ricerca ed aziende coinvolte nello sviluppo dei vaccini contro il Covid-19. Proprio la pandemia ha caratterizzato il 2020 per andamento, modalità e distribuzione degli attacchi secondo gli espertidel Clusit: il 10% degli attacchi portati a termine a partire da fine gennaio è stato a tema Covid-19. In particolare, i cybercriminali hanno sfruttato la situazione di disagio collettivo, nonché di estremadifficoltà vissuta da alcuni settori – come quello della produzione dei presidi di sicurezza (ad esempio, delle mascherine) e della ricerca sanitaria – per colpire le proprie vittime. Diverse operazionidi spionaggio sono state compiute a danno di organizzazioni di ricercacorrelate con lo sviluppo dei vaccini.

Nello specifico settore della Sanità, il 55% degli attacchi a tema Covid-19 è stato perpetrato a scopo di cybercrime, ovvero per estorcere denaro; con finalità di ‘’Espionage’’ e di ‘’Information Warfare’’ nel 45% dei casi. Sostanzialmente stabili, invece, negli ultimi 12 mesi, gli attacchi globali appartenenti alla categoria CyberWarfare – la guerra delle informazioni, che costituiscono il 3% del totale.

Gli attacchi registrati nel 2020 sono stati classificati dagli esperti Clusit anche in base ai loro differenti livelli di impatto, sulla base di una valutazione dei danni dal punto di vista geopolitico, sociale, economico (diretto e indiretto) e di immagine. Nel 2020 gli attacchi rilevati e andati a buon fine hanno avuto nel 56% dei casi un impatto ‘alto’ e ‘critico’; il 44% è stato di gravità ‘media’ Gli attacchi correlati a finalità di Cyber Espionage, per quanto numericamente inferiori, risultano avere una gravità più alta della media, e preoccupano per la loro continua crescita.
“Le minacce cibernetiche rappresentano ormai un rischioestremamente serio per Governi, pubbliche amministrazioni, aziende e cittadini” commenta Sofia Scozzari, membro del Comitato Scientifico Clusit e co-autrice della ricerca. ‘’La varietà, la determinazione, lacapacità tecnica e in alcuni casi la ‘cattiveria’ degli attaccanti hanno raggiunto livelli inauditi, e impressionano a maggior ragione nel contesto della crisi sanitaria globale che stiamo vivendo’’.

Mentre per Andrea Zapparoli Manzoni, membro del Comitato Direttivo e co-autore dell’analisi Clusit, “la crescita straordinaria delle minacce cyber, in particolare nell’ultimo quadriennio, ha colto alla sprovvista tutti gli stakeholders della nostra civiltà digitale, e rappresenta ormai a livello globale una ‘tassa’ sull’uso dell’Ict che arriva a duplicare il valore del Pil italiano stimato nel 2020, considerando le perdite economiche dirette e quelle indirette dovute al furto di proprietà intellettuale. È urgente che siano ripensate afondo le logiche di contrasto e mitigazione di queste minacce, e sianomesse in campo le risorse necessarie ad impedire che l’adozione semprepiù spinta e capillare dell’Ict, di per sé auspicabile, possa trasformarsi in un boomerang sul piano geopolitico, sociale ed economico”.

“I dati presentati ci mostrano ancora una volta che l’accelerazione continua del cybercrime ha un impatto sempre più elevato sulla nostra società”, conclude infine Gabriele Faggioli, presidente di Clusit. “Lavoriamo a fianco delle istituzioni per promuovere un processo virtuoso di crescita tecnologica, che parta dalla formazione in età scolastica, passando dal supporto delle start up, alla condivisione di sapere e collaborazione tra pubblico e privato, al fine di garantire continuità sociale ed economica”.

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