“Day” di Michael Cunningham, viaggio tra tormento e intimità - QdS

“Day” di Michael Cunningham, viaggio tra tormento e intimità

redazione

“Day” di Michael Cunningham, viaggio tra tormento e intimità

Bianca Casale  |
martedì 11 Giugno 2024

Il nuovo romanzo del vincitore del premio Pulitzer Michael Cunningham

Dopo “Le ore”, il vincitore del premio Pulitzer Michael Cunningham, torna a raccontare l’universo familiare, nelle sue pieghe meno luminose, nell’ultima opera “Day”, edizioni La nave di Teseo.

Tre giorni, in tre diversi anni, lo stesso giorno, sono il fulcro dell’analisi di Cunningham. Prima, durante e dopo la pandemia, ciò che resterà alla fine sarà un profondo capovolgimento dei personaggi che vivono, ognuno a suo modo, l’orrore che travolse l’intero globo.

La vita sembra scorrere normalmente durante le tre giornate in questione, ma i componenti di una famiglia, vivono con particolare struggimento, grazie alla penna dell’autore, emozioni, pensieri, e ossessioni incapaci di comunicare serenamente gli uni con gli altri.

Lo struggimento è proprio il filo conduttore del romanzo; c’è la madre Isobel, che tenta disperatamente di riappropriarsi del suo ruolo di donna, ma lo fa in silenzio, rannicchiata sulle scale dell’appartamento che condivide con gli altri attori del dramma. Finirà per ritrovarsi, ma a un prezzo altissimo.

Suo marito Dan, un tempo musicista di successo, è ossessionato dal desiderio di tornare all’antica gloria. I figli, uno adolescente ribelle, e una bambina estremamente sensibile ai tempi che vive, e poi Robbie, fratello di Isobel, che sembra tenere fra le sue mani i fili di tutti gli altri componenti della famiglia: è il fulcro, e l’amatissimo punto di riferimento.

Cunningham, in stato di grazia, ci dona tre fotografie di incredibile lirismo, corredandole però di didascalie di sofferenza ed introspezione. Nessuno dei personaggi è felice davvero, ma ciascuno trova sé stesso e si sorride nel suo proprio mondo più intimo.

Il lettore assiste impotente, benché coinvolto, al lento sfaldamento del matrimonio fra Isobel e Dan e al sempre più precario equilibrio su cui si regge la famiglia, che verrà travolta da terribili ferite e nuove consapevolezze portate dal lockdown e dal dolore della perdita.

Tutti i personaggi trovano rifugio nel silenzio della propria essenza, i pensieri si fanno protezione di fronte all’orrore della malattia globale, ma restano astratti, impossibili da vivere nella realtà. Isobel, dan, Robbie e i ragazzi, sopravvivono a sé stessi, in una girandola di sentimenti alienanti, che non fa altro che catturare il lettore fino all’ultima riga.

Resta un senso di amarezza alla fine, ma anche la ricchezza del passo di Cunningham che ancora una volta ci regala l’analisi di personaggi e di un mondo sotto tutte le angolazioni possibili, esse vanno dritte al cuore del lettore.

Day è un romanzo imprevedibile sulla forza dei sentimenti e sui profondi legami familiari che inevitabilmente vanno a influenzare le vite di tutti coloro che condividono la vita insieme.

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