Democrazia Cristiana, audizione con l'autorità giudiziaria - QdS

“Caso” DC, continua lo scontro: Desideri e Cirillo si rivolgono all’autorità giudiziaria

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“Caso” DC, continua lo scontro: Desideri e Cirillo si rivolgono all’autorità giudiziaria

Redazione  |
giovedì 01 Giugno 2023

La nota del coordinatore politico DC nazionale, Fabio Desideri, sulle azioni intraprese dal partito.

Continua la vicenda della Democrazia Cristiana nazionale con azioni volte a tutelare il nome, l’immagine e il simbolo del partito, oggetto di un vivace scontro anche in Sicilia (con il gruppo politico guidato da Totò Cuffaro) soprattutto durante l’ultima campagna elettorale. Il coordinatore politico della DC Fabio Desideri e il segretario nazionale Antonio Cirillo hanno adito l’autorità giudiziaria.

Ecco la nota del partito sugli oggetti di discussione e i provvedimenti presi.

Democrazia Cristiana, interpellata l’autorità giudiziaria a tutela del partito

“In qualità di coordinatore politico nazionale della Democrazia Cristiana, congiuntamente al nostro segretario nazionale, avvocato Antonio Cirillo, abbiamo adito l’autorità giudiziaria a tutela del nostro buon nome, dell’immagine e dell’integrità del Partito”, ha dichiarato Fabio Desideri.

“Questa iniziativa si è resa necessaria in relazione alle falsità delle dichiarazioni espresse; rammentando – inoltre – la celebrazione di un congresso, tenutosi il 6 e 7 maggio a Roma da parte di esponenti politici autodefinitisi democristiani, non essendo questi ultimi iscritti al nostro partito; peraltro, senza che da parte degli stessi si siano tenute nella debita considerazione le pronunce, già intervenute, da parte della della Magistratura Civile, sia di merito che di legittimità, in relazione al simbolo e finanche alla denominazione della Democrazia Cristiana, alla quale il logo appartiene e senza l’autorizzazione della quale non può essere utilizzato da chi non ne ha alcuna titolarità”.

“I legali che ci assistono si sono attivati al fine di depositare, negli uffici competenti del Tribunale di Roma, i relativi atti volti alla tutela della nostra immagine e del nostro buon nome, unitamente e preliminarmente a quella del partito. Auspichiamo che le nostre ragioni e quelle del Partito trovino Giustizia nelle sedi competenti”, ha concluso Desideri.

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