Deve convenire investire al Sud - QdS

Deve convenire investire al Sud

Carlo Alberto Tregua

Deve convenire investire al Sud

venerdì 23 Dicembre 2022

La Pa sostenga l’attrattività

Il 10 dicembre 1896 moriva a Sanremo Alfred Nobel, molto conosciuto in tutto il mondo come fondatore dell’omonimo prestigioso premio, che ogni anno viene conferito dalla relativa Fondazione alle persone meritevoli in campo scientifico, letterario e sociale.

Come divenne ricco Nobel? Pochi lo sanno. Perché fu l’inventore della nitroglicerina, un elemento fondamentale delle guerre perché con essa si confezionano gli esplosivi. Dunque, da una invenzione terrificante e distruttiva, è venuta fuori un’attività importante per il riconoscimento delle migliori personalità nei campi sopraindicati.

La qualità premia e noi vogliamo indicarla e trasferirla all’argomento dell’odierno editoriale e cioè l’attrattività del nostro Meridione.
Essa è già in tutto il territorio presente naturalmente. Non è un caso che da tutto il mondo arrivino persone desiderose di vedere le meraviglie che vi sono da Roma in giù.

Proprio quest’anno, in Sicilia, e in particolare a Piazza Armerina (En), si celebra il venticinquesimo anniversario dall’inserimento della Villa del Casale nella World Heritage List, lista dei siti del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Gli altri siti siciliani che sono entrati a far parte del Patrimonio dell’Umanità sono: i centri barocchi della Val di Noto, la Necropoli di Pantalica, la Valle dei Templi, le Isole Eolie, la Palermo Normanna e l’Etna. A questi si aggiungono quelli immateriali, come la coltivazione della vite di Pantelleria e il Teatro dei pupi.
Ora, chi possiede le immense ricchezze, fra cui quelle indicate, e non le utilizza, è soggetto criminale sotto il profilo delle proprie responsabilità. Questo è assodato e convenuto ormai da tutti.

La domanda che sorge è come sia possibile che una tale ricchezza non venga messa a profitto per generare occupazione, Pil e quindi imposte? La risposta è immediata: vi è una precisa responsabilità della classe istituzionale – quella che viene chiamata anche politica o partitocratica – la quale dimentica che chi governa gli altri deve essere al di sopra di ogni sospetto dal punto di vista morale e con capacità e competenze superiori a quelle dei propri amministrati.

La primaria responsabilità della classe istituzionale sta nel non riuscire a far funzionare la macchina che deve eseguire il proprio programma politico. Ciò avviene per una serie di ragioni fra cui possiamo distinguerne due: la prima riguarda la debolezza culturale di chi deve gestire gli altri; la seconda riguarda la debolezza cognitiva che non consente di intervenire nel merito dell’attuazione delle norme approvate.

Cosicché la macchina sottostante alla classe istituzionale, cioè quella burocratica, è senza guidatore, ovvero è guidata da soggetti esterni su strade diverse da quelle istituzionali, con la conseguenza che essa favorisce gruppi di pressione e danneggia fortemente chi sta sul binario della correttezza e della onestà.
Da lì scaturisce l’enorme corruzione che sta erodendo il sistema economico nazionale. E aumentando il divario fra Nord e Sud, rovesciato rispetto a quello fra Sud e Nord che fu certificato il 25 marzo del 1861, con il discorso di Cavour alla Camera dei Deputati.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha esclamato: “Salvini si comporta in questo modo nei confronti del mondo del lavoro perché non ha mai lavorato”.
Scaturisce la stessa domanda per Landini: “Ma perché, lui ha mai lavorato da quando fa il sindacalista? O non ha goduto dell’aspettativa fin da quando era operaio?”

Ed inoltre: risulta a verità che egli percepisca un compenso annuale lordo intorno ai duecentomila euro?
Da certi pulpiti non dovrebbero arrivare prediche. Che c’entra questo con l’argomento in osservazione? C’entra perché il sindacato, importante organo intermedio, dovrebbe avere una funzione etica primaria sostenendo i principi di merito e responsabilità oltre che di produttività.
Ma dal 1968, dissennato anno del 6 o 18 politico, anche il sindacato ha imboccato la strada del livellamento verso il basso: nessun demerito, tutti bravi e da lì è cominciato il crollo del Sud, ove invece deve convenire investire.

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