Diritto allo studio, ancora lunga la strada per l’inclusione - QdS

Diritto allo studio, ancora lunga la strada per l’inclusione

redazione

Diritto allo studio, ancora lunga la strada per l’inclusione

sabato 28 Ottobre 2023

Nel 2015 le Nazioni unite hanno approvato l’Agenda globale e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, da raggiungere entro il 2030. Riguardano tematiche essenziali come sconfiggere fame e povertà, garantire il diritto all’istruzione e alla salute, acqua pulita e combattere il cambiamento climatico. L’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 riguarda il diritto allo studio.

Tale obiettivo prevede la cosiddetta “istruzione di qualità” che è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile. Inoltre, entro il 2030, vanno eliminate le disparità di genere nell’istruzione e va garantita la possibilità di accesso alle persone con disabilità, alle popolazioni indigene e ai bambini in situazioni vulnerabili.

L’obiettivo si impegna inoltre, a far sì che gli adulti, che non hanno avuto la possibilità durante l’infanzia e l’adolescenza, possano raggiungere l’alfabetizzazione e l’abilità di calcolo. È essenziale, inoltre, che le strutture scolastiche siano ambienti sicuri, non violenti, inclusivi ed efficaci per tutti. Si impegna anche ad aumentare notevolmente la formazione di insegnanti nei paesi in via di sviluppo. Pur senza citarlo direttamente, è evidente che l’Agenda 2030 si occupa anche di abbandono scolastico. Lo fa, ad esempio, quando chiede alle Nazioni di fare di tutto per dare a ogni ragazzo le stesse opportunità di studio. L’esatto opposto di quello che avviene nei paesi in cui il tasso di dispersione è più alto. In quest’ottica, i tanti giovani che decidono di interrompere bruscamente gli studi, senza conseguire un valido diploma, rappresentano una perdita enorme.

Sono ragazze e ragazzi che perdono la possibilità di apprendere, formarsi e istruirsi. Ecco perché è necessario, per uno Stato, indagare a fondo le ragioni dell’abbandono e intervenire per rimuoverle. Solo così è possibile costruire un sistema scolastico davvero inclusivo e quindi capace di accogliere tutti.

In Italia circa il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Non significa che non sanno leggere o scrivere ma che non sono in possesso delle abilità necessarie a comprendere a pieno e usare le informazioni quotidiane. I risultati parlano chiaro: l’Italia è il paese europeo peggiore per quanto riguarda il livello di analfabetismo funzionale.

Si sono ottenuti risultati importanti per quanto riguarda l’incremento dell’accesso all’istruzione a tutti i livelli e l’incremento dei livelli di iscrizione nelle scuole, soprattutto per donne e ragazze. Il livello base di alfabetizzazione è migliorato in maniera significativa, ma è necessario raddoppiare gli sforzi per ottenere risultati ancora migliori verso il raggiungimento degli obiettivi per l’istruzione universale.

Per esempio, a livello mondiale è stata raggiunta l’uguaglianza tra bambine e bambini nell’istruzione primaria, ma pochi paesi hanno raggiunto questo risultato in tutti i livelli educativi.

Giulia Amato, Giulio Fragale, Marianna Leanza, Paola Leanza, Emma Leonardi, Gloria Ticli
V Liceo Classico – Istituto Leonardo da Vinci – Niscemi

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