Disfonia, gli insegnanti la categoria più colpita - QdS

Disfonia, gli insegnanti la categoria più colpita

redazione

Disfonia, gli insegnanti la categoria più colpita

mercoledì 24 Aprile 2019

ROMA – Si è celebrata il 16 aprile la Giornata mondiale della voce, uno strumento prezioso per alcune categorie professionali, non solo cantanti, attori o speaker radiofonici, ma anche e soprattutto insegnanti, personale di front office, operatori di call center, venditori, istruttori di corsi fitness etc. Questi lavoratori parlano in modo intenso e continuativo per diverse ore al giorno, ma non sanno di essere veri e propri “professionisti della voce”, quindi non se ne prendono cura. Non fanno “manutenzione” di quello che è il loro mezzo di lavoro e sono più a rischio di andare incontro a problematiche della voce quali la disfonia.

“La disfonia, o alterazione della voce, può essere di tipo qualitativo (il timbro cambia, diventando più rauco), quantitativo (la voce cala) o una combinazione di questi due effetti – spiega Carlo Tognonato, coordinatore del servizio di logopedia del Dipartimento di riabilitazione specialistica del Gruppo MultiMedica -. Circa il 30% della popolazione ha almeno un episodio di disfonia nell’arco della vita. La prevalenza è più alta in alcune categorie di lavoratori, soprattutto gli insegnanti tra i quali arriva a sfiorare il 60%”.

I professionisti vocali dovrebbero, pertanto, prestare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme: cali della voce, alterazioni del timbro, fatica a fine giornata nel sostenere la conversazione, “fame d’aria”, laringiti e faringiti frequenti, dolore e disagio nell’utilizzo della voce. “Questi alert vanno ascoltati in tempo utile – evidenzia Tognonato – consultando un medico foniatra o un otorino che eseguiranno la diagnosi”.

“Esistono alcune ‘regole di igiene vocale’ che possono aiutare a mantenere la voce in salute – prosegue Carlo Tognonato – aiutando a prevenire quei disturbi la cui progressione porta verso la disfonia organica. A titolo di esempio: evitare gli agenti irritanti quali fumo e polvere; limitare l’assunzione di caffeina; tenere sotto controllo un eventuale reflusso gastroesofageo; ridurre l’inquinamento acustico nell’ambiente in cui si lavora; favorire una buona qualità dell’aria; non dimenticare la propria idratazione, bevendo spesso. Fondamentale è poi dare il giusto riposo agli organi fonatori se li sentiamo stanchi, non solo concedendoci pause di silenzio, ma anche con alcune strategie da attuare mentre si parla, soprattutto se sopraggiunge la sensazione di ‘fame d’aria’, dando più spazio alla respirazione, rallentando il ritmo dell’eloquio e modulandone l’intensità”.

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