In Sicilia alle donne pensioni più povere rispetto agli uomini - QdS

In Sicilia alle donne pensioni più povere del 40% rispetto agli uomini – DATI

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In Sicilia alle donne pensioni più povere del 40% rispetto agli uomini – DATI

Salvo Catalano  |
venerdì 09 Giugno 2023

Lavoro pagato meno e pensioni fino al 40% più basse rispetto ai colleghi uomini: la triste condizione fotografata dalla Spi Cgil sull'Isola.

Lavoro pagato meno, pensioni più povere: è la fotografia delle donne siciliane, scattata dalla Spi Cgil che ha analizzato i dati in Sicilia. Ne viene fuori un quadro impietoso: l’importo medio di una pensione di vecchiaia per una donna si aggira intorno agli 823 euro al mese. Un uomo siciliano, in media, ne percepisce 1.326. Quattrocento euro in meno ogni mese, quasi il 40%. Se guardiamo alle pensioni di invalidità: in media per le donne dell’Isola è pari a 578,84 euro, quella degli uomini si attesta su una media di 769 euro.

Numeri che sono stati illustrati stamattina al San Paolo Palace di Palermo dal Sindacato pensionati italiani.

Pensioni povere per le donne in Sicilia e il dramma del gap salariale

“Stiamo accendendo un faro sulla condizione delle donne – osserva la segretaria generale dello Spi Cgil Sicilia Maria Concetta Balistreri – perché la posizione previdenziale si costruisce piano piano nel corso di tutta la carriera lavorativa. Il gap salariale, così come il mancato riconoscimento del lavoro delle donne, è sicuramente uno degli elementi che ci fa riflettere. Non possiamo parlare di denatalità senza parlare di welfare e riconoscimento del lavoro delle donne”.

La situazione delle pensioni è ovviamente figlia della disparità di trattamento sul lavoro. In media, un operaio siciliano guadagna 14.199 euro l’anno, mentre la stessa mansione se svolta da una donna è retribuita in media la metà: 7.545 euro l’anno. Più sale il livello della mansione, più questo gap diminuisce: nella fascia impiegatizia gli uomini vengono pagati in media 24.471 euro annui, le donne 14.573. E ancora meno tra i quadri: 59.962 euro annui per gli uomini, 51.858 per le donne. In cima alla piramide, però, la forbice torna ad allargarsi a dismisura: tra i dirigenti, infatti, gli uomini percepiscono poco più di 100mila euro in dodici mesi, le donne appena 54.509.

Il ruolo della denatalità

Numeri che possono spiegare anche perché in Italia, compresa la Sicilia, si fanno pochi figli. “Parlare di denatalità – sottolinea Concetta Raia, della Segreteria regionale – spesso in maniera distorta, dando la colpa alle donne se decidono di non avere figli, o pensare di risolvere il problema introducendo i movimenti per la vita nei consultori o nelle strutture per un non meglio specificato servizio di informazione in difesa del valore della maternità e del concepimento, è falso e sbagliato. Perché se si vuole favorire la natalità si devono cambiare le politiche di welfare che guardano alla famiglia, non in maniera bigotta ma strutturale”. A cominciare da asili pubblici e parità di pagamento.

“Donne e giovani più penalizzati nel lavoro”

Il risultato, oggi, è che le donne in pensione sono più povere degli uomini. Le pensioni fino a 1.000 euro sono infatti per il 68% destinate alle donne, per ridursi al 24% per quelle da 1.500 a 2.000 euro. Dall’altra parte, appena il 5% delle pensioni sopra i 5mila euro è rosa. La disparità, poi, riguarda anche la territorialità: l’importo medio delle pensioni delle donne siciliane è più basso di quello medio delle pensioni di tutta Italia, che si ferma infatti all’81%. In questo caso, sorte peggiore capita agli uomini siciliani, la cui pensione è in media il 27% più bassa rispetto alla media nazionale. Questo significa fare più fatica a pagare i servizi, la sanità, la spesa.

Le donne e i giovani sono i più penalizzati – aggiunge Roberta Malavasi, della segreteria regionale del sindacato – e lo sono durante la vita lavorativa e di conseguenza per tutto il periodo in cui usufruiscono del reddito da pensione, cioè nel periodo in cui si ha più bisogno di solidità e di certezze, non solo finanziarie, ma anche psico-fisiche”.

I dati aggiornati al 2022 non lasciano spazio all’interpretazione: nel settore privato in Italia, a fronte di una spesa previdenziale e assistenziale complessiva di oltre 230 miliardi, per le donne si spendono circa 37 miliardi in meno rispetto agli uomini. Nonostante le pensioni erogate alle donne siano due milioni in più rispetto a quelle degli uomini.

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