Ma l’editoriale deve essere vasto - QdS

Ma l’editoriale deve essere vasto

Carlo Alberto Tregua

Ma l’editoriale deve essere vasto

sabato 30 Dicembre 2023

240 editoriali pubblicati nel 2023

Questo è l’ultimo dei duecentoquaranta editoriali pubblicati quest’anno. Scelgo, perciò, di affrontare un argomento dell’informazione che abbia carattere generale nell’interesse di coloro che leggono, cioè dei/delle cittadini/e, cui deve essere trasmesso un messaggio chiaro e nitido perché possano capire tutto quello che c’è sotto.
Da quarantacinque anni ci siamo posti nella posizione di fornire a voi, cortesi lettori e lettrici, l’altra informazione, cioé quella che i media non fanno per molteplici ragioni, in parte di interesse personale e in parte perché non la sanno fare.

L’editoriale, come molti forse sanno, è quell’articolo che esprime la linea dell’editore e, per esso, del direttore responsabile, il/la quale non può non essere in linea con chi gli ha conferito l’incarico, che è strettamente fiduciario, tanto che può essere revocato in qualunque momento senza alcuna motivazione, ma solo per una frattura della fiducia che l’editore ripone nel direttore.

Nel mio caso, il problema prima esposto non esiste, perché confluiscono la figura dell’editore e del direttore, il che aumenta fortemente la responsabilità di quello che si scrive perché, appunto, vi è un doppio incarico nella stessa persona.

Ecco perché questi duecentoquaranta editoriali pubblicati quest’anno hanno affrontato sempre questioni di ordine generale, a livello mondiale, europeo, italiano e siciliano, tralasciandone tante altre che vengono trattate in altre pagine di questo giornale dalla redazione competente.
Per quanto precede, non siamo d’accordo con molti commenti pubblicati in altri quotidiani o settimanali che vengono definiti “editoriali” proprio perché, come prima si scriveva, l’unico articolo che può definirsi tale è quello scritto dal direttore.
Ma tant’è, la comunicazione falsa i concetti e quindi inganna i/le lettori/trici, i/le quali a loro volta, ignari/e, trasmettono informazioni sbagliate e quindi alimentano le falsità che circolano, poi denominate dai media sociali “fake news”.
Quanto precede non sembri questione secondaria perché l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione, è fondamentale per la crescita di un Popolo.

Non sono neanche d’accordo, per quello che vale, sull’impostazione di alcuni editoriali, veri perché scritti dal direttore del quotidiano, i quali commentano fatti specifici di attualità, ma secondaria, ovvero prendono a bersaglio personalità di tutti i campi, magari insultandole con sarcasmo (diverso dalla satira), con una continuità diabolica che rasenta la persecuzione. Vi è qualche quotidiano nazionale, il cui direttore ha questa abitudine, che noi non condividiamo, perché bisogna sempre avere rispetto del prossimo anche quando non ne si condividono idee e comportamenti.

Per esempio, la legge Cartabia ha inserito il diritto all’oblio, per cui chi ha avuto condanne penali, poi scontate e seguite da riabilitazione e riacquisizione dei diritti sociali e politici, non deve essere più citato/a. Invece, alcuni editoriali e articoli connessi continuano a parlare di questo/a e di quello/a come di ex galeotto/a, ex carcerato/a, ex condannato/a e via cantando.
Forse questo modo di scrivere farà vendere più copie, ma ci sembra contrario alle regole deontologiche del Codice etico dei giornalisti attualmente in vigore, senza però che l’Ordine nazionale abbia preso posizione.

Abbiamo scritto oltre cinquemila editoriali, sempre seguendo questa linea maestra: l’analisi di fatti di interesse generale a tutti i livelli geografici, tentando di scolpirne gli aspetti essenziali, per far capire ai/alle lettori/trici la realtà, evitando quella finzione opaca e fumosa che tanti informatori hanno l’abitudine di trasmettere, soprattutto sulla carta o nei siti.

Non abbiamo ricevuto mai una querela, mentre siamo stati destinatari di molte proteste, giuste o sbagliate, cui abbiamo regolarmente risposto. Ciò non solo perché abbiamo scritto sempre la verità, ma perché l’abbiamo scritta nel giusto modo, rispettoso dei fatti, degli eventi e soprattutto delle persone.
Non vogliamo tediarvi oltre, cari e care lettori e lettrici, ma solo ringraziarvi anche quest’anno per la pazienza e l’interesse eventuale che avete avuto nel leggere questi scritti.

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