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Ei fu

Pino Grimaldi

Ei fu

venerdì 16 Giugno 2023

A cremazione avvenuta solo il passato remoto è utilizzabile: è tranchant. Non pone alternative perché già culturalmente storicizzate; pur la storia, necessitando a volte secoli a ché sia accettata: ma sempre contestabile. Il passato remoto lascia tutto fermo, cristallizzato, inamovibile come una foto fatta a sorpresa in bianco e nero. Sulla quale ci si può sbizzarrire ad usum delphini: in bene o in male. Ma quel “hic et nunc” è variabile solo se si tramuta la foto in una a colori: che sono i sentimenti di chi la vorrebbe diversa.

Accade a tutti: dall’arcimiliardario Musk al povero diavolo che riesce dopo una traversata sul Mediterraneo in tempesta a mettere i piedi sulla terra di Lampedusa: se si sopravvive. Non è accaduto a Silvio Berlusconi. Cavaliere del Lavoro, imprenditore intelligente e fortunato, politico dal momento in cui crea dal nulla un partito ed in poche settimane vince le elezioni ed è maggioranza nel Paese. Estroverso, amante di musica e cultura classica ma anche zuzzurellone piacevole, elegante nel tratto, zar delle comunicazioni in un paese che si addormentava ogni notte con l’andante di Richard Strauss che provvedeva anche a svegliarlo offrendo il punto di vista dei tre partiti dominanti dell’epoca DC, PC, PSI.

Un rivoluzionario, che comprende che le teorie liberistiche rendono di più. E che la politica, dopo che i magistrati di Milano la hanno umiliata, condannata e privata d’autorevolezza parlamentare, deve cambiare. E che, se il comunismo è “male”, tutte le atre ideologie possano convergere in un movimento dal nome strano, che abbassi le tasse,crei lavoro, difenda le famiglie e migliori lo stato sociale d’Italia.Che dice d’amare: le jeux sont fait.

Parte il bastimento e per quattro volte diventa Presidente del Consiglio dei Ministri con una delle elezioni nella quale su 61 Collegi uninominali in Sicilia – all’epoca mezzadria tra DC e PC – ne vince 61 e regna con la sua generosità inimmaginabile – non schiavista- per un trentennio. Sempre sorridente si afferma in una Europa stupefatta e mai sua amica. Tutto ciò mentre viene coinvolto in 77 processi avendone in uno solo condanna che espia, con nonchalance, nei servizi di case per anziani ai quali, come sua abitudine, racconta “barzellette” per tenerli allegri. Un solo “grande amore”: sua madre Rosa la cui morte lo vide quasi sbandare in avvenimenti opinabili, ma umanamente comprensibili.

Poi il tempo del “servo encomio e del codardo oltraggio”. E ad un’età (86) nella quale le malattie colpiscono anche se curate al San Raffaele dono (quasi) suo a Don Verzè, che ne fece tempio della scienza,in lucidità assoluta e forse qualche rammarico il “gigante” del Milan 4 volte Campione del momdo,Telecomunicazioni (Mediaset),cacciato e riammesso a furor di voti in Senato, solo in una silenziosa camera d’Ospedale si avvia “pei floridi/sentier della speranza/ai campi eterni….dove è silenzio e tenebre/ la gloria che passò”.
E fu.

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