Elda Pucci e il tetto di cristallo - QdS

Elda Pucci e il tetto di cristallo

webms

Elda Pucci e il tetto di cristallo

Giovanni Pizzo  |
lunedì 11 Marzo 2024

Fu la prima amministratrice che si costituì parte civile contro la Mafia della Palermo degli anni Ottanta ma fu messa nell'oblio: il commento.

Il vero tetto di cristallo non lo sfondò Giorgia Meloni, ma Elda Pucci, l’unico sindaco donna di una città patriarcale e mafiosa come era Palermo negli anni ’80. Fu eletta il 19 aprile del 1983 e sfiduciata esattamente 359 giorni dopo.

Fu la prima amministratrice che si costituì parte civile contro la Mafia, che gli fece saltare in aria la casa a Piana degli Albanesi, il suo paese d’origine. Sempre particolari questi albanesi di Piana, già protagonisti in qualità di contadini ribelli nella famosa strage di Portella della Ginestra, uno dei primi e sanguinosi misteri della Repubblica italiana. Il coraggio della dottoressa Pucci è il tema del monologo di Ottavia Piccolo, Cosa Nostra spiegata ai bambini, scritto da Stefano Massini. La rappresentazione si svolge non a Palermo, dove Pucci fu oscurata successivamente dal roboante Leoluca Orlando, e ignobilmente dimenticata, ma al teatro Rifredi di Firenze, situato in uno stabile della società locale di mutuo soccorso.

Elda Pucci fu cambiamento vero, la prima donna sindaco di una delle più grandi città d’Italia, e questa, recitata da Ottavia Piccolo, è la storia di una donna, di una città, di un anno, 359 giorni, per la precisione, durò meno, la fecero durare meno. Palermo è questa, tutto e il suo contrario, la elessero per un cambiamento, ma non lo volevano, non lo voleva nessuno. Cento giorni dopo essere eletta sindaco, andò in via Federico Pipitone: avevano fatto saltare in aria Rocco Chinnici, Palermo sembrava Beirut, avevano usato 75 kg di tritolo, non volevano solo uccidere un uomo, un giudice, volevano fare capire a tutti chi comandava, e come. Lei fece una cosa inusitata, fece ricostruire tutto quello sfacelo, si prese cura di quella ferita, alla sua città, come lo fa una donna, come lo fa un medico, e si costituì parte civile, mai successo prima contro la Mafia.

Poi fece una cosa terribile, per quella città, per quei tempi. Guardò e cerco di capire i bilanci, il deficit, gli appalti dei servizi pubblici, e non approvò il bilancio. Dopo un anno, dopo 6 giorni meno di un anno, la sfiduciarono, ed elessero un maschio al suo posto, qualcuno più affidabile, o ritenuto tale. Lei fu dimenticata, messa nell’oblio, come il caldo vento d’estate, di questa città antica e immutabile. Lei era diversa, non apparteneva in una città di appartenenze anche di coloro che le rinnegano. Forse perché era donna. Ce ne vorrebbe un’altra.

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017