L’enologia entra negli istituti alberghieri grazie al progetto delle “Donne del vino” - QdS

L’enologia entra negli istituti alberghieri grazie al progetto delle “Donne del vino”

Salvatore Ognibene

L’enologia entra negli istituti alberghieri grazie al progetto delle “Donne del vino”

martedì 28 Dicembre 2021

Avviato subito in fase sperimentale in tre regioni grazie all’impegno delle tre coordinatrici Roberta Urso (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia Romagna) e Roberta Lanero (Piemonte)

PALERMO – La proposta di introdurre il vino fra le materie di studio degli Istituti Turistici e Alberghieri di tutta Italia è stata lanciata dall’Associazione nazionale Le Donne del Vino, che oggi conta quasi 1000 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste, in occasione degli eventi organizzati in preparazione al G20-Agricoltura. Avviato subito in fase sperimentale in tre regioni grazie all’impegno delle tre coordinatrici Roberta Urso (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia Romagna) e Roberta Lanero (Piemonte), ha obiettivi ben chiari.

Crediamo nel vino come acceleratore di cambiamento sostenibile e accorciatore della distanza fra città e campagna – dice la presidente dell’associazione di enologia al femminile più grande del mondo Donatella Cinelli Colombini – Lo scopo è quello di accrescere le prospettive di lavoro per i giovani e le opportunità di business per le imprese e i territori del Vino e per questo facciamo un appello alle associazioni di sommelier, assaggiatori, diplomati Wset, dottori in scienze gastronomiche perché preparino i docenti necessari a insegnare a centinaia di classi in ogni regione italiana”.

In Sicilia subito coinvolti gli istituti Don Calogero Di Vincenti di Bisacquino, l’Enrico Medi di Randazzo e Ignazio e Vicenzo Florio di Erice: “Non abbiamo perso tempo ad aderire ad un progetto di così ampio pensiero e credo fortemente che le professioni del vino possano ampliare il ventaglio delle opportunità rivolte agli studenti del settore turistico e enogastronomico – racconta Pina Mandina, dirigente dell’Istituto Alberghiero in provincia di Trapani – al progetto partecipano circa 100 studenti degli indirizzi sala e vendita, turistico ed enogastronomico e anche una delegazione di studenti della prima liceale LES, il liceo della comunicazione e della cultura enogastronomica, che stanno seguendo i laboratori e le attività gestiti dalle produttrici di eccellenza dell’enologia siciliana e dalle professioniste che operano nel settore vitinicolo”.

I futuri responsabili delle sale dei ristoranti, così come i futuri manager di uffici turistici, agenzie di viaggio o alberghi hanno bisogno delle nozioni base sul vino e sui territori del vino che costituisce circa un terzo dei ricavi dei ristoranti. Sul fronte turistico, inoltre, l’enogastronomia è la prima attrattiva dei viaggiatori stranieri diretti in Italia e, un visitatore su quattro, è mosso principalmente da quella. Una formazione più aderente ai bisogni dei comparti produttivi in cui gli studenti si preparano a entrare avvantaggia tutti e principalmente loro aprendogli maggiori prospettive lavorative. Attualmente il progetto D-Vino, accolto con enorme entusiasmo da parte del mondo del Vino, è sviluppato all’interno del 20% di discrezionalità didattica degli istituti e gli incontri fra gli studenti e le Donne del Vino hanno una durata di 10 ore all’anno per l’intero ciclo scolastico.

In ultimo ma non meno importante la formazione a cui le Donne del Vino intendono dare l’avvio, ha lo scopo di favorire il consumo responsabile fra i giovani: intende creare degli ambasciatori della cultura enologica in grado di influenzare i coetanei in una logica di peer education. Infatti, anche se l’assaggio del vino sarà riservato solo ai maggiorenni, una parte importante della formazione sarà finalizzata al contrasto dell’abuso e del binge drinking.

L’impegno delle Donne del Vino proseguirà anche al termine del progetto, nel sogno di tutti c’è una nuova generazione di manager che continui la sua formazione anche dopo il ciclo scolastico facendo della conoscenza del vino e dell’agroalimentare un punto di forza del proprio profilo professionale.

Salvo Ognibene

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