Correre rischi fa parte della vita - QdS

Correre rischi fa parte della vita

Carlo Alberto Tregua

Correre rischi fa parte della vita

mercoledì 04 Novembre 2020

La gente ha la memoria corta. Tende a dimenticare, soprattutto gli eventi negativi, perché, sul piano psicologico, cerca di pensare a una vita senza problemi, senza pesi, senza intoppi; insomma, una vita irreale ed inesistente.
La gente dimentica il passato, quello che è avvenuto e perché è avvenuto. Invece, è proprio il passato che serve per costruire il futuro. è proprio il passato che dovrebbe dare insegnamenti, in modo da evitare di commettere gli stessi errori.
Ma si sa, la memoria è labile. Inoltre, non c’è l’abitudine di studiare, di leggere, di apprendere ciò che è accaduto, con la conseguenza che non si può trarre insegnamento da ciò che non si sa.
La gente vorrebbe vivere in una sorta di limbo dove ha tutto quello che gli serve e dove non fa nulla per procurarselo. A fronte di questa situazione immaginifica, la realtà è totalmente diversa, perché è fatta anche di problemi, di difficoltà, che vanno affrontati con fatica, con impegno e con capacità.

Correre rischi fa parte della vita. Stolto è chi vorrebbe assicurarsi contro ognuno di essi, anche perché giocano un ruolo fondamentale l’imprevisto e l’imprevedibile.
Vi è differenza fra le due categorie di eventi: l’imprevisto si può prevedere (sembra un ossimoro), l’imprevedibile, no. Ma per prevedere ciò che può accadere bisogna possedere equilibrio, buonsenso e un serbatoio di letture, che consentano di capire come vanno le cose e quali siano i fattori che possono far sorgere un evento imprevisto.
Poi, vi sono gli eventi imprevedibili. è inutile tentare di assicurarsi contro questi perché avvengono indipendentemente dalla nostra volontà e dalla nostra capacità. Quando non sono mortali o gravissimi, bisogna, tuttavia, avere la forza di affrontarli per tentare di superarli.
Quanto scriviamo non è frutto di un facile comportamento, in quanto occorrono impegno, volontà e capacità. Ma è necessario avere una mentalità positiva, non drammatizzare e mettersi nelle condizioni di superare quanto la sorte ci presenta, augurandoci che il conto non sia troppo salato.
È sorta la diatriba se, nella vicenda del Covid, sia prevalente il diritto costituzionale alla salute o quello al lavoro. Molti propendono per il primo, mettendo in subordine il secondo.
Però, nella nostra Costituzione il diritto al lavoro è indicato all’articolo 4, mente quello alla salute è posto all’articolo 32, quindi, secondo l’ordine dell’esposizione degli articoli, il diritto al lavoro precederebbe quello alla salute.
La questione ci sembra di lana caprina, perché la Carta costituzionale va vista nel suo insieme, ove tutti i diritti e i doveri, perché ci sono anche questi, sono ben miscelati in un unico indirizzo: la migliore equità possibile fra i cittadini.
Purtroppo la Costituzione non viene rispettata sempre, per cui, al di là della retorica e della demagogia che politici senza cultura spandono a piene mani, la sostanza è che si parla troppo di diritti e poco di doveri.
In questo quadro rientra la necessità, come prima si scriveva, di conoscere ciò che è accaduto e predisporsi ad affrontare ciò che accadrà, sapendo che, volere o volare, i rischi che arrivano bisogna affrontarli.

Non sempre in ciascuno di noi vi è la consapevolezza di ciò che è la vita, questo dono prezioso che ci è stato dato dal Creatore, per chi ci crede. La vita materiale è solo una, perché dopo vi è quella spirituale, sempre per chi ci crede. Essa è fatta di alti e bassi, di discese e di salite, di eventi superabili e di altri insuperabili.
Averne una chiara cognizione significa essere meglio disposti a viverla intensamente, completamente e ad utilizzare ogni secondo, sapendo che quello successivo non è uguale a quello precedente: sembra una banalità, ma, a pensarci bene, è una realtà.
Bisogna saper scegliere fra i momenti di grande impegno e di grande sforzo e quelli successivi in cui ci si può riposare in tanti modi. Trovare una giusta alternanza fra gli impegni e il relax: questo è possibile.
Però, chi deve congiungere il pranzo con la cena ha problemi di sopravvivenza ed è pienamente giustificato nel non pensare alle questioni che abbiamo prima elencato. è la vita.

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