Fase 2, Regioni contro, la Lombardia non accetta limitazioni - QdS

Fase 2, Regioni contro, la Lombardia non accetta limitazioni

redazione web

Fase 2, Regioni contro, la Lombardia non accetta limitazioni

venerdì 15 Maggio 2020

Il governatore leghista Fontana, nonostante il disastro, chiede "linee guida uguali per tutti". E il fronte dei governatori si spacca anche al Nord e tra i leghisti: Zaia e Fredriga, fortemente contrari, bocciano la proposta e lanciano l'approccio a macchia di leopardo

Com’era prevedibile, si è si spaccato il fronte delle Regioni – e del Nord, Lega compresa – durante l’incontro con il Governo sulla Fase 2.

Il premier Giuseppe Conte e il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia hanno incontrato – in videoconferenza – i presidenti delle Regioni italiane nel tentativo di mettere a punto le linee guida in vista della riapertura di molte attività per lunedì prossimo. Sulla della riapertura dei confini regionali il Governo, alla vigilia, si era mostrato inflessibile: mobilità soltanto a partire dal tre giugno e restrizioni modulate per Regioni in base al quadro epidemiologico.

E a provocare la divisione tra i governatori è stato proprio il primo intervento dopo quello del presidente Stefano Bonaccini.

Ha preso infatti la parola il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, della Lega Nord, chiedendo linee guida uguali per tutti, ovvero un quadro che accomuni l’Italia da Nord a Sud, la stessa linea di Matteo Salvini.

Tutto questo a fronte di un nuovo aumento dei morti da coronavirus in Italia che, anche nelle ultime 24 ore, secondo i dati della Protezione Civile, riguarda principalmente proprio la Lombardia: solo ieri 111 vittime su 262 decessi.

Fermamente contrari a linee guida uniche, vale a dire uguali per tutti, si sono però mostrati il presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, e un altro esponente del Carroccio, Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, tra i più agguerriti.

Contrari anche lo stesso Bonaccini, il governatore della Puglia Michele Emiliano e il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola.

Verso un approccio a macchia di leopardo

“Non è scandaloso un approccio a macchia di leopardo”.

Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia, in conferenza stampa. “Il buonsenso ci farà trovare una soluzione, altrimenti diventa impossibile aprire delle attività – osserva Zaia -. Ci sono ancora ore e giorni, vediamo di venirne fuori. Il governo ha una buona dose di burocrati che emanano e ti tutelano. Ma se il tema è ‘vieni avanti tu che a me viene da ridere’, allora… Io sono d’accordo che i sindaci siano competenti. Se la distanza tra ombrelloni è troppo ampia mi pare giusto che un sindaco faccia un’ordinanza per ridurla, sotto la sua responsabilità”.

E’ in corso un “confronto per capire che linee guida Inail sono un riferimento ma non devono essere un riferimento secondo il quale tu emani linee guida regionali, senno è inutile: emani quelle Inail e basta. Qui c’è un problema di responsabilità penale e giuridica, noi vogliamo aprire ma in maniera serena senza mettere nei guai i nostri imprenditori e i nostri lavoratori”, ha aggiunto Zaia dopo la videoconferenza tra i presidenti di regione e il governo.

“Il governo – ha detto ancora – ha anticipato che intende portare due provvedimenti: un decreto, nel quale stabilisce le linee guida; e poi un dpcm a seguire. C’è l’intendimento di stabilire delle date per l’apertura delle spiagge, l’apertura commerciali o bar e ristoranti date nazionali alla quali le regioni con proprio provvedimento possono derogare, anticipando le riaperture. Il provvedimento, come annunciato, dice che possiamo applicare linee guida regionali, però fatte salve le linee guida nazionale. Qui si apre il dibattito, è la prima questione cocente, sulla quale dobbiamo trovare una soluzione di natura legislativa”.

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