Festa di Santa Lucia, da Siracusa a Palermo: la tradizione - QdS

Santa Lucia a Siracusa e Palermo, differenze e analogie di una tradizione

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Santa Lucia a Siracusa e Palermo, differenze e analogie di una tradizione

Salvatore Rocca  |
lunedì 12 Dicembre 2022

La storia di Santa Lucia e della festa che ricorre ogni 13 dicembre. Ecco come viene celebrata in giro per la Sicilia.

Il 13 dicembre si celebra la festa di Santa Lucia, patrona della città di Siracusa e protettrice della vista. Lucia è una delle sante più note e venerate in Sicilia, nonché dall’intero mondo cristiano.

La storia di Santa Lucia

La santa sarebbe nata e vissuta a Siracusa tra III a IV secolo d.C. La giovane era di famiglia benestante e, così come vuole la tradizione, si sarebbe recata a Catania per pregare sulla tomba di Sant’Agata al fine di ottenere la guarigione la guarigione della madre

In quell’occasione, la martire etnea apparve a Lucia in ascolto alla sua richiesta. Agata avrebbe quindi chiesto alla giovane di dedicare la propria vita all’aiuto dei più deboli.

Lucia decise quindi di troncare il fidanzamento con suo concittadino al quale era stata promessa in moglie per soddisfare la richiesta di Sant’Agata.

La giovane venne però accusata di essere cristiana, una colpa molto grave in quel periodo segnato dalle persecuzioni sotto l’imperatore Diocleziano. Venne così torturata e condannata a morte.

Da Siracusa a Catania

Il suo culto, come detto, è molto diffuso e in Sicilia in occasione del 13 dicembre sono numerose le tradizioni in onore di Santa Lucia. A Siracusa le celebrazioni durano diversi giorni e ogni anno viene ripetuta una processione cittadina del simulacro d’argento che coinvolge migliaia di fedeli

Forte anche la devozione a Belpasso, in provincia di Catania. Santa Lucia è infatti la protettrice del paese adagiato alle pendici nord-occidentali dell’Etna e custodisce ancora oggi un reliquiario.

La festa di Santa Lucia a Palermo

Lucia viene celebrata anche a Palermo. Il 13 dicembre ricorre infatti la fine della carestia del 1646, quando al porto del capoluogo siciliano sarebbe arrivato un bastimento carico di cereali.

Secondo la tradizione durante questo giorno ai piedi di monte Pellegrino non si consumano alimenti a base di farina di cereali come pasta e pane. Vengono invece preparati prodotti tipici come le arancine, le panelle e la cuccìa. La paternità di questo ultimo elemento è rivendicato anche dalla città di Siracusa.

La carestia di Siracusa

Un evento simile si sarebbe verificato il 13 dicembre 1763 al porto di Siracusa, in pieno periodo di carestia e con i cittadini riuniti in preghiera per chiedere l’intercessione della Santa.

In quel giorno una nave carica di grano sarebbe arrivata al porto della città della Sicilia orientale. I cittadini ricevettero quindi il grano e lo cucinarono in fretta con olio e sale.

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