Figaro ed il contropelo - QdS

Figaro ed il contropelo

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Figaro ed il contropelo

Giovanni Pizzo  |
martedì 22 Marzo 2022

Miracolo a Palermo. Udite, udite il centrosinistra si è unito. L’artefice di tale impresa è Franco Miceli

Miracolo a Palermo. Udite, udite il centrosinistra si è unito. L’artefice di tale impresa è Franco Miceli, presidente nazionale dell’ordine degli architetti, antica conoscenza della sinistra d’antan, ed oggi con un profilo necessariamente, oltre che formalmente, civico. A Palermo i giallorossi tentano, con un doppio salto mortale, vista l’esperienza che si sta concludendo, l’operazione San Gennaro che li ha visti vittoriosi a Napoli. Fondamentali per Manfredi allora furono le miriade di liste civiche trasversali che il rettore della Federico II mise in campo. Ci riusciranno i dioscuri giallorossi o continuerà la guerra dei distinguo? Della continuità con il passato? Recupereranno una vasta coalizione o dovranno necessariamente caricarsi la visione, oltre che i protagonisti, di Orlando ribadita come un mantra alla riunione dei Crociferi. È chiaro che se Miceli dovesse portarsi sulle spalle questa pesantissima Croce sarebbe destinato ad un ruolo da Simone di Cirene, verso un Golgota spostato alla grotta di S.Rosalia.

Quanto più l’Architetto avrà un focus percepito differente tanto più potrà aggregare altre forze. In questo momento, dopo le tensioni interne al suo campo, è come Figaro, tutti lo cercano e tutti lo vogliono. Ma sarà costretto invece a fare il contropelo ad un’esperienza amministrativa che nel millennio precedente lo aveva visto protagonista, anche se successivamente emarginato.

Quattro sono i principali punti dolenti che eredita dal Sinnaco Ollando e dalle sue visioni. Il caos sulla mobilità, il fallimento ambientale, il carrozzone cubano delle partecipazioni, l’assenza di un piano regolatore che assicuri vivibilità, programmazione di sviluppo, investimenti.

La primavera orlandiana è sprofondata in un inverno senza fine. Consigliamo a Miceli di tentare di salvare almeno una cosa che l’amministrazione rischia di affossare. Il teatro Massimo. Il punto di strenua resistenza che il teatro cittadino, fra i più famosi d’Europa, rappresenta per la città non deve essere condannato all’oblio del decadimento. È un avamposto bipartisan, un patrimonio culturale comune, non appartiene solo al Comune e agli orlandiani nella vulgata agiografica. Gli chiediamo, come lo chiediamo ai suoi concorrenti, di salvare l’incolpevole soldato Betta, paracadutato , lui compositore e maestro, tra bilanci e tragedie amministrative. Oggi Betta is Better. Domani è un altro giorno.

Cosi è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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