Finanziaria regionale, ancora una volta col cappello in mano - QdS

Finanziaria regionale, ancora una volta col cappello in mano

Raffaella Pessina

Finanziaria regionale, ancora una volta col cappello in mano

mercoledì 21 Dicembre 2022

Debiti spalmabili in 10 anni anziché 3, la decisione spetta a Roma. Documento esitato dalla Giunta, il presidente Schifani: “Fiducioso”

PALERMO – Il governo regionale è pronto per sottoporre la manovra finanziaria alla approvazione di Palazzo dei Normanni. Questa settimana infatti la giunta ha approvato il documento e il presidente della Regione Renato Schifani ha approfittato della presentazione del primo treno Blues Trenitalia che entrerà in funzione in Sicilia, per parlare dei provvedimenti contenuti nella manovra, ma non nasconde che la situazione è difficile e che molto dipenderà dall’aiuto che potrà arrivare da Roma: “Abbiamo voluto dare il segno di un cambiamento. È una finanziaria che va al centro dei problemi della nostra terra. Avremo tempo per affrontare tutte le altre emergenze ma il percorso è iniziato, seppure con grande difficoltà. C’è la volontà di guardare all’essenzialità dei problemi: poche discussioni, fatti concreti. Siamo in attesa da un minuto all’altro che arrivi la famosa norma ‘spalma debiti’che ci metterebbe in sicurezza. Io sono estremamente fiducioso”.

Purtroppo ancora una volta la Sicilia non riesce a risollevarsi da sola e a sopravvivere grazie ai soldi che il governo nazionale è disposto a concedere pregiudicando quella autonomia tanto agognata. Il governatore difende la manovra e risponde al presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese che aveva detto come “circa il 90% delle realtà industriali siciliane non potrà sopravvivere a questa legge di bilancio che ha riconosciuto il taglio agli oneri di sistema solo a chi ha un contatore sotto i 16,5 kWh”.

“Mi sembrano frasi forse anche fuori posto sotto il profilo dei toni e sotto il profilo della proposta con la quale ci siamo sempre confrontati con il mondo confindustriale, che è sempre stato il nostro punto di riferimento – ha detto Schifani – abbiamo stanziato le somme necessarie per garantire sgravi contributivi per chi assume, un’implementazione delle borse di studio per gli specializzandi di Medicina e la creazione di un Fondo di rotazione a favore dei Comuni affinché possano dare incarichi ai tecnici per la progettazione ed evitare che i fondi europei vadano in disimpegno”.

Il presidente della Regione ha toccato poi il tema dell’autonomia differenziata: “Parliamone, ma equipariamo i servizi pubblici in tutto il territorio nazionale, anche nel Mezzogiorno. Questo per me è essenziale, strategico e indispensabile”.
E sul Ponte sullo Stretto si dice fiducioso: “È un’opera che può essere realizzata, il progetto è esecutivo e c’è la volontà di Sicilia e Calabria oltre che del ministro Salvini. Ci sono tutti i presupposti. Io penso che ormai si debba solo partire e entro un anno contiamo di avviare i lavori per aggiornare il progetto del ponte e i suoi costi, che sono lievitati in questi anni. La regione sta facendo una grossa parte, non economicamente ma strutturalmente”.

Il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca lamenta di non aver ancora potuto esaminare la finanziaria approvata dalla giunta e ieri nel corso della seduta d’Aula ha lanciato un appello all’esecutivo: “Il governo dia indicazioni a quest’Aula su come intende procedere. Abbiamo saputo che ieri la giunta regionale avrebbe un documento del quale però non vi è traccia. Riteniamo sia giunto il momento che questo governo si metta a lavoro per consegnare alla Sicilia una legge di stabilità che finalmente restituisca dignità a questa terra”.
E ha chiesto “di tenere in considerazione il ddl che Sicilia Vera e Sud chiama Nord hanno presentato per consentire all’Aula di votare l’esercizio provvisorio fino al 30 di aprile”.
“Onestamente – ha aggiunto – ci aspettavamo di trovarci nelle condizioni di procedere alla votazione del disegno di legge sull’esercizio provvisorio, ma la giunta non ha neanche avviato la discussione a riguardo. Questo significa che dovremo tornare in Aula per votare questo provvedimento governativo tra Natale e Capodanno con tempi strettissimi che non consentiranno un dibattito sereno”.

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