Cittadella giudiziaria di Catania, Bonaccorsi (M5s): “Ritardi nei lavori? Fallimento politico” - QdS

Cittadella giudiziaria di Catania, Bonaccorsi (M5s): “Ritardi nei lavori? Fallimento politico”

redazione

Cittadella giudiziaria di Catania, Bonaccorsi (M5s): “Ritardi nei lavori? Fallimento politico”

Simone Olivelli  |
sabato 04 Maggio 2024

Dopo il nostro articolo interviene il consigliere comunale del movimento cinque stelle

CATANIA – “Un progetto che è nato sotto i peggiori auspici e che di questo passo rischia di trasformarsi nell’ennesimo cantiere che non rispetterà i tempi di consegna alla città. Il fallimento, però, non è tecnico, è soprattutto politico”. Ad affondare il colpo, dopo che nei giorni scorsi il Quotidiano di Sicilia ha dato in esclusiva la notizia dei ritardi nei lavori per la realizzazione della nuova cittadella giudiziaria di Catania, è il consigliere comunale Graziano Bonaccorsi. L’esponente cinquestelle, negli anni scorsi, con i colleghi di partito, tra cui parlamentari nazionali e regionali, è stato tra i più critici nei confronti della scelta condivisa dalla Regione e dal Comune di costruire i nuovi uffici giudiziari sul lungomare, lì dove un tempo c’era l’ex palazzo delle Poste.

Bonaccorsi: “Attorno a questo progetto sono state fatte forzature”

Un’avversione scaturita dalla decisione dell’allora governo Musumeci e della giunta Pogliese, di cui l’attuale sindaco Enrico Trantino era assessore ai Lavori pubblici, di rinunciare alla possibilità di trasformare l’area in uno spazio aperto alla cittadinanza, magari una piazza con vista sul mare. “L’iter con cui il progetto prese il via era monco per più motivi che abbiamo denunciato alla giustizia amministrativa ma che poi si sono arenate poiché secondo i giudici in quanto consiglieri non eravamo legittimati ad agire contro l’amministrazione di appartenenza – continua Bonaccorsi –. La verità però resta una: attorno a questo progetto sono state fatte forzature che è difficile spiegare”.

Il riferimento è alla rinuncia all’idea che per qualche tempo si era fatta strada circa la possibilità di situare gli uffici nel quartiere di Librino. “Sarebbe stato un presidio di legalità, un modo per fare incontrare due parti della città che non si incontrano mai e che forse, specialmente da parte di chi si trova in posizioni socio-economiche più fortunate, si cerca di mantenere distanti”, commenta il consigliere.

Adesso, a tenere banco sono le frizioni tra la stazione appaltante, ovvero il Genio civile, e l’impresa esecutrice Ingegneria Costruzioni Colombrita. I problemi, come rivelato da questa testata, riguarderebbero l’esecuzione di alcune specifiche previste dal progetto. “Abbiamo scoperto che c’è stata già una variante che ha fatto lievitare i costi di due milioni di euro e nonostante ciò pare che la ditta abbia già fatto sapere che, stanti così le cose, non si potrà rispettare il cronoprogramma. Sono fatti gravi a cui però, a Catania, ci si sta via via abituando. Dimenticandosi – conclude Bonaccorsi – che in ballo ci sono soldi pubblici”.

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