Flc Cgil Sicilia, il segretario RIzza: "Ecco perchè scioperiamo"

Flc Cgil Sicilia, il segretario Rizza: “Le ragioni del nostro sciopero contro il Governo di venerdì 17 novembre”

Daniele D'Alessandro

Flc Cgil Sicilia, il segretario Rizza: “Le ragioni del nostro sciopero contro il Governo di venerdì 17 novembre”

Davide La Cara  |
giovedì 16 Novembre 2023

A spiegare le ragioni dei lavoratori siciliani in questa mobilitazione è Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia.

Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale nazionale di 24 ore per venerdì 17 che coinvolgerà i lavoratori di trasporto pubblico, treni, aerei ma anche del pubblico impiego, della scuola, dell’università, della ricerca e del comparto dell’igiene ambientale. A Palermo è prevista una manifestazione che partirà alle 9:30 di fronte al Teatro Politeama per concludersi davanti la sede dell’Ars in Piazza del Parlamento, dove si terrà un presidio. A spiegare le ragioni dei lavoratori siciliani in questa mobilitazione è Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia.

L’intervista al segretario Flc Cgil Sicilia

Segretario Rizza, quali sono le motivazioni delle sigle sindacali siciliane che hanno deciso di scendere in piazza in protesta contro la Manovra economica del Governo?
Saremo al fianco degli studenti e dei lavoratori della scuola, dell’università, della Ricerca, degli istituti Afam, della formazione professionale e della scuola non statale per protestare contro la politica del governo che prevede la regionalizzazione dell’istruzione e la riduzione degli organici e delle risorse. Il dimensionamento scolastico, per esempio, sarà una manovra che taglierà 88 milioni di euro, risorse necessarie per pagare le reggenze nelle scuole. Il rischio è quello di chiudere il 10% delle autonomie scolastiche nel nostro Paese, il che significa per quanto riguarda la Sicilia che rischiamo di perdere 105 scuole entro i prossimi tre anni, passando da 802 istituti a 697.

C’è poi il tema dell’autonomia differenziata, proposto dal Governo. Secondo voi creerebbe un divario troppo ampio tra le varie regioni?
Una riforma come quella dell’autonomia differenziata ha lo scopo di frammentare il nostro Paese in venti piccoli Stati con un’unica sola grande conseguenza e cioè di penalizzare le Regioni del Mezzogiorno, destinate a diventare più povere di quanto già non lo siano. Inoltre l’autonomia prevede anche contratti economici differenziati: lavoratori dello stesso settore guadagnerebbero di più in alcune regioni anziché in altre, eliminando anche la possibilità di spostarsi di territorio. E poi ovviamente c’è tutta la questione legata alla filiera dell’istruzione della nostra Regione che ha indici negativi che conosciamo molto bene come la povertà educativa.

Le gabbie salariali che il Governo vorrebbe reintrodurre, servono a lenire le differenze di costo della vita tra Nord e Sud oppure no?
Si tratta di un atto fasullo. Se è vero che c’è una differenza nel carovita tra le regioni è anche vero che c’è una grande differenza tra i servizi erogati. Basti pensare alla mancanza di trasporti pubblici efficienti che in Sicilia ci obbligano a utilizzare i mezzi privati, soggetti spesso alle variazioni e agli aumenti vertiginosi del carburanti, oppure al problema della Sanità. Sappiamo benissimo che spesso i nostri concittadini sono costretti e farsi curare nei centri specializzati in Lombardia e Veneto con tutti i costi che le trasferte comportano. C’è, infine, una grande verità che molti fanno finta di non conoscere: il calo demografico del Mezzogiorno e in particolare della Sicilia, una Regione che da qui a vent’anni, secondo l’Istat, perderà 1,5 milioni di abitanti, e ad andare via saranno soprattutto i giovani. La Sicilia sarà una terra di anziani assistiti da migliaia di badanti. Non è questo ciò che vogliamo.

Chi ci sarà in piazza con voi il 17 novembre?
In quella data si celebra la Giornata internazionale dello Studente, saremo quindi a fianco di moltissimi ragazzi per difendere quei diritti che in qualche modo riguardano tutto il sistema dell’Istruzione e il loro futuro. Stiamo cercando di sensibilizzare tutti i lavoratori del settore della conoscenza, lo abbiamo già fatto con centinaia di assemblee sindacali nella nostra Regione spiegando quali sono i rischi di questa manovra.

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