Fumatori in trappola? No, smettere è possibile - QdS

Fumatori in trappola? No, smettere è possibile

Biagio Tinghino

Fumatori in trappola? No, smettere è possibile

mercoledì 11 Maggio 2022

Parla Biagio Tinghino, responsabile del Centro per il trattamento del tabagismo dell’Asst Brianza ed ex presidente della Sitab. Ma dalle dipendenze “non si esce facilmente da soli”

L’Istituto superiore di sanità ha dedicato uno spazio a coloro che hanno deciso di smettere di fumare e offre informazioni, sostegno concreto e strategie utili per abbandonare la sigaretta. Grazie alla piattaforma online sarà possibile aumentare le possibilità di successo e fornire informazioni di qualità su tutti gli aspetti del tabagismo e della cessazione. Il progetto nasce per sensibilizzare i fumatori nella scelta di un percorso di cessazione da seguire anche in autonomia. Fumare, molto spesso e molto rapidamente, diventa una vera e propria dipendenza nelle sue componenti fisica, psicologica e comportamentale. Si pensi a quanto questo comportamento diventi automatico, a quanto scandisca le routine giornaliere e accompagni stati emotivi differenti.

Smettere di fumare porta benefici sulla salute

Interrompere l’assunzione di nicotina e il consumo di qualsiasi prodotto del tabacco porta significativi benefici sulla salute, a breve, medio e lungo termine. Affrontare un percorso di cambiamento non è una cosa semplice, soprattutto quando coinvolge abitudini consolidate nel tempo. Fumare, ad esempio, è un comportamento complesso che spesso diventa inconsapevole ed automatico e smettere non implica solo abbandonare la sigaretta ma modificare le abitudini quotidiane collegate al fumo. Smettere di fumare rappresenta un cambiamento importante nella vita dei tabagisti e a volte possono essere necessari più tentativi prima di riuscirci.

Per saperne di più, in esclusiva per il Quotidiano di Sicilia, abbiamo intervistato Biagio Tinghino, medico laureato all’Università di Catania, specialista in Malattie Infettive e in Gastroenterologia, responsabile del Centro Per il Trattamento del Tabagismo dell’Asst Brianza (MB) ed ex Presidente della Società Italiana di Tabaccologia.

Il fumo di tabacco resta la prima causa di morte evitabile in Italia. Si tratta di una dipendenza che va trattata. Quali sono i danni del fumo di sigaretta sulla salute?
“Esiste il grande pericolo di abituarsi ai drammi che viviamo quotidianamente, quando questi si verificano anno dopo anno. Così è per i danni da fumo e sta diventando per le morti da Covid19, due fenomeni che non fanno più notizia, ma che continuano a mietere vittime. In realtà le sigarette sono la causa della strage di più di 70.000 persone ogni anno, solo in Italia. L’altra trappola mentale è costituita dall’accettazione fatalista del fumatore che superficialmente pensa ‘tanto di qualcosa bisogna morire’, ma dimentica che il tabacco – prima del decesso – conduce i suoi consumatori lungo un percorso fatto spesso di lunghi anni di sofferenza, malattie croniche e costi sociali. In Italia si spendono più di 6 miliardi di euro per costi sanitari indotti dalle sigarette, 26 se includiamo i costi sociali. La lista è lunga. I tumori al polmone, ma anche altri tumori (esofago, pancreas, rene, linfomi, leucemie, vescica per fare alcuni esempi), infarti, ictus, patologie respiratorie croniche e invalidanti. In realtà, più tempo passa e più si scoprono nuovi danni”.

L’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato online la piattaforma Smettodifumare, come funziona questo strumento?
“E’ uno strumento interattivo che aiuta il fumatore e lo conduce passo dopo passo all’obiettivo di smettere. Per esempio il tabagista può verificare quali sono le sue conoscenze sui danni da tabacco e sulla nicotina, fare dei test di autovalutazione della dipendenza. E’ possibile scaricare una guida per smettere di fumare e, infine, se si vuole è possibile ottenere un counseling proattivo, telefonando al numero verde dell’Istituto Superiore di Sanità (800 554088), si può essere seguiti a distanza, con un numero di sessioni che varia tra le 5 e le 8, come da migliori standard internazionali”.

Smettere di fumare rappresenta un cambiamento importante nella vita dei tabagisti. Come ha inizio questo percorso?
“I cambiamenti spesso nascono da piccole o grandi crisi, dalla rottura di un equilibrio, di uno status quo. Per i fumatori l’occasione può essere la comparsa o l’aggravarsi di un sintomo (per es. la tosse, il senso di affaticamento dopo uno sforzo), un evento acuto come un infarto, ma anche la stanchezza per la dipendenza da tabacco e il desiderio di prevenire le malattie future. Bisogna dire che anche l’ambiente in cui matura il cambiamento è importante nel creare la cosiddetta ‘frattura interiore’, cioè nel provocare la percezione mentale di contraddizione tra ciò che facciamo e ciò che invece dovremmo fare, una specie di ‘voce della coscienza’. Una volta si fumava ovunque e nessuno percepiva questa cosa come sbagliata. L’introduzione della legge Sirchia di divieto di fumo e le restrizioni successive costituiscono adesso un continuo richiamo ai fumatori, che sono spinti a prendere in considerazione l’idea di smettere”.

Quanti sono i centri antifumo operanti sul territorio nazionale e come sono organizzati?
“L’Istituto Superiore di Sanità ha censito circa 260 centri in tutta Italia, di cui 12 in Sicilia. Generalmente questi servizi (la lista è presente sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità) offrono assistenza farmacologica e supporto comportamentale, attraverso dei percorsi costituiti da più di un incontro (mediamente 4-10, a seconda del centro e della necessità del paziente). Si può usufruire quasi sempre di queste cure versando una quota (il ticket) di compartecipazione alla spesa sanitaria”.

Quanto è importante avere un sostegno durante il percorso di cessazione?
“Il tabacco dà dipendenza, non siamo davanti ad una semplice abitudine. Dalle dipendenze non si esce facilmente da soli, perché le sostanze o i comportamenti che le provocano modificano il cervello, la volontà, agiscono attraverso meccanismi potenti da cui è difficile liberarsi. Non è una questione di intelligenza, ma della fatica fisica e mentale che disintossicarsi da una sostanza come la nicotina comporta. Sappiamo dagli studi internazionali che su 100 fumatori che provano a smettere, in un anno, solo 2-3 ci riescono. Il trattamento integrato (farmaci e supporto comportamentale) permette di raggiungere tassi di cessazione superiori al 30-40%”.

Per chi desidera parlare con un operatore è possibile chiamare il Telefono Verde contro il Fumo 800 554088, un servizio nazionale, anonimo e gratuito, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 16:00 o per chi ha già scelto di smettere di fumare è disponibile la guida “Smetto di fumare” su smettodifumare.iss.it.

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