Giovanna Spatari è il nuovo rettore dell'Università di Messina - QdS

Università di Messina, c’è il nuovo rettore: ecco chi è Giovanna Spatari

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Università di Messina, c’è il nuovo rettore: ecco chi è Giovanna Spatari

Hermes Carbone  |
martedì 28 Novembre 2023

Una donna alla guida dell'Ateneo messinese dopo le dimissioni di Cuzzocrea. Ecco i risultati delle elezioni e le prime reazioni.

La professoressa Giovanna Spatari è il nuovo rettore dell’Università degli Studi di Messina. Nel secondo turno della competizione elettorale per eleggere l’ermellino che guiderà l’Ateneo peloritano per i prossimi sei anni, la presidente nazionale della Società italiana dei Medici del lavoro ha superato lo sfidante Michele Limosani.

Chi è Giovanna Spatari, numero uno dell’Università di Messina

Spatari, politicamente molto vicina all’ex rettore dimissionario e attualmente sotto indagine Salvatore Cuzzocrea, ha potuto contare sui voti decisivi di Giovanni Moschella, che si è ritirato dopo il primo turno per garantire alla docente un appoggio esterno in continuità con la precedente stagione amministrativa.

Già prorettrice di Cuzzocrea insieme allo stesso Moschella, Spatari dovrà adesso nominare la sua squadra di governo per un cambio di passo e soprattutto di immagine di cui l’Università di Messina ha estremo bisogno dopo lo scandalo rimborsoboli dal quale è stato travolto. Elezioni che si sono rese necessarie dopo le dimissioni dello scorso 9 ottobre dell’ex rettore.

La situazione dell’Ateneo

Facciamo un passo indietro per spiegare cosa è accaduto nelle ultime settimane. Tutto ha inizio nel mese di settembre, quando il sindacalista Paolo Todaro, segretario della Gilda e componente del Senato accademico, scrive una lettera al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti; alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini; al collegio dei revisori dei conti e al direttore generale dell’Università di Messina. Nella nota si segnalano e si chiede un controllo sui rimborsi percepiti dallo stesso Cuzzocrea tra il 2019 e il 2023: oltre 2 milioni e 200 mila euro.

Todaro per queste spese chiede che sia verificata “tutta la documentazione fornita e la effettiva consegna dei materiali acquistati tramite accertamento sui documenti di trasporto”. L’obiettivo sarebbe quello “di escludere eventuali illegittimi pagamenti effettuati a fronte di richiesta di rimborso con possibili fatture pro-forma e/o a fronte di eventuali mancate consegne dei prodotti acquistati”. Scatta l’esposto in Procura. La difesa pubblica di Cuzzocrea regge appena due giorni: arrivano pronte le dimissioni al termine di un mandato che sarebbe comunque terminato a distanza di qualche mese.

Tra ispezioni della Guardia di Finanza e nomi importanti dell’Università di Messina che rischiano di essere travolti assieme a Cuzzocrea si svolge la tornata elettorale per l’elezione del nuovo ermellino.

Giovanna Spatari e gli altri candidati

Michele Limosani, direttore del dipartimento di Economia e vicino alle posizioni dell’ex rettore Pietro Navarra, per primo ufficializza la sua discesa in campo. Sembrerebbe essere il favorito tra molti docenti dell’Ateneo, seppur il suo nome significherebbe un ritorno al passato sulla scia della gestione navarriana. Giovanni Moschella, docente di istituzioni di Diritto pubblico, ci si attendeva fosse invece il candidato in pectore espresso proprio dell’ex rettore. Ma così non è stato. Cuzzocrea ha preferito andare nella direzione di Giovanna Spatari, presidente nazionale della Società italiana dei Medici del lavoro.

Una scelta strategica quella dell’ex rettore, per un nome che potesse mettere d’accordo diverse anime del suo elettorato, soprattutto in direzione Policlinico di Messina. Quasi una punizione per Moschella, dimessosi un mese prima dello scandalo che ha travolto Cuzzocrea. Nulla di fatto dopo il primo turno, che ha visto Limosani imporsi sugli altri candidati ma non raggiungere il quorum delle 677 preferenze. A pesare il sistema elettorale che attribuisce una percentuale di voto irrisoria a quelli espressi dagli studenti, che infatti disertano in massa le urne.

Moschella, arrivato ultimo, dopo nottate di interlocuzioni e di accordi politici, decide già alle prime ore di sabato mattina di diffondere una nota per ritirarsi dalla competizione elettorale e fornire il suo appoggio a Spatari in un secondo turno che è a tutti gli effetti un ballottaggio. Non la prende bene Limosani, che in una nota sottolinea come si tratti di “due componenti del governo di Ateneo uscente che hanno condiviso un’esperienza che ha portato questa comunità alla deriva e i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti”.

L’elezione di Giovanna Spatari e le reazioni all’Università di Messina

L’Università degli Studi di Messina, pur segnando una netta spaccatura al suo interno tra i docenti che intendevano scrivere un futuro diverso e chi, invece, non vuole rinunciare ai progetti già avviati nel segno della continuità con Cuzzocrea, risponde picche. Giovanna Spatari batte infatti Michele Limosani in un secondo turno vissuto voto su voto. Su 2.540 votanti (167 in più rispetto al primo turno), la professoressa ottiene 624 voti e diventa la prima donna alla guida dell’Ateneo peloritano. Limosani si ferma invece a 555 preferenze totali.

Determinanti, dunque, i voti di Moschella, folgorato sulla via di Damasco e che punterà di certo a ottenere un posto come prorettore nella nuova amministrazione. “Prometto il massimo impegno per non deludere la comunità per i prossimi sei anni. Sul voto degli studenti parleremo in seguito”, le prime dichiarazioni rilasciate dalla nuova rettrice incalzata appunto sull’apporto nullo degli oltre 15.000 studenti che hanno disertato questa votazione. Starà alla professoressa, adesso, dimostrare trasparenza e competenza, come annunciato a più riprese in fase di presentazione della sua candidatura, dando una sferzata a un’università arrabbiata, sfiduciata e per l’ennesima volta travolta dagli scandali riguardanti rettori o docenti dell’Ateneo.

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