I capolavori dei Musei civici di Milano in mostra a Trapani fino al 10 novembre - QdS

I capolavori dei Musei civici di Milano in mostra a Trapani fino al 10 novembre

Pietro Vultaggio

I capolavori dei Musei civici di Milano in mostra a Trapani fino al 10 novembre

mercoledì 04 Settembre 2019

Un excursus dal Quattrocento di Antonello da Messina ai maestri del ventesimo secolo. L’esposizione “Il ritratto del Novecento” inaugurata al Pepoli dal presidente Musumeci

TRAPANI – C’è tempo fino al dieci novembre per visitare “Il ritratto del novecento”, una mostra di capolavori inaugurata, qualche giorno fa a Trapani, dal governatore Musumeci.

L’esposizione, organizzata in collaborazione con il Museo del Novecento di Milano, ha l’obiettivo di aumentare il turismo in città. Un pubblico numerosissimo ha assistito all’inaugurazione, questo significa che i trapanesi amano ancora questa loro Istituzione e sono ancora sensibili al richiamo della cultura.

A far da cornice un museo interdisciplinare regionale, fondato dal conte Agostino Sieri Pepoli nel 1906 e nato da una collezione privata dello stesso nobile trapanese. Al suo interno tele e tavole tra il XIII e XIX secolo; sculture di scuola gaginiana; presepi di artigiani trapanesi in legno, tela e colla; gioielli e argenti della tradizione cittadina; opere in corallo; maioliche e cimeli del Risorgimento.

Dal 2010 il Museo è capofila anche delle strutture archeologiche di Mazara del Vallo e Favignana. A far da collegamento, tra le antiche opere contenute al “Pepoli” e la mostra d’arte moderna, è il “Ritratto di Nunzio Nasi” (1902) di Giacomo Balla, un dipinto prefuturistico di un trapanese diventato ministro delle Poste e Telegrafi del Regno d’Italia, e il malinconico “Ritratto della madre” (1907) di Umberto Boccioni. Proseguendo con lo sguardo, inizia la sequenza di stampo futurista con Sironi e il suo “Autoritratto” senza carne e senza forma, così vicina nel tempo ma lontana rispetto al “Ritratto di Béatrice Hastings” (1915) di Modigliani, dove ritornano i lineamenti in un contesto rarefatto.

Continuando lungo il corridoio, si può ammirare il “Busto di ragazzo” (1921) di Arturo Martini, con una forma ritrovata, ed il “Ritratto di Paola Ojetti” (1927) di Marino Marini, con una espressività umanizzata rispetto alla classicità martiniana. In mostra anche “Margherita” (1936) di Donghi; “Testa di donna (Anna)” di Manzù in un mescolarsi di mestizia e grazia; “Autunno” (1935) di Giorgio de Chirico, che rappresenta la compagna; “Ritratto della Signora Sachs” di Cagli del 1940, stesso anno dell’autoritratto di Fausto Pirandello.

Ultimo, in ordine di data, è il “Fumeur” di Pablo Picasso del 1967, in cui il geometrismo scivola verso l’informale. “Nello Musumeci ha fortemente voluto questa mostra al Museo Pepoli – afferma Paolo Ruggeri, componente direzione regionale di Diventerà Bellissima -, per dare un ulteriore segnale di attenzione a questa provincia. Sono certo che i quadri dei ritrattisti del ‘900 attireranno visitatori e turisti. La Sicilia è ricca di storia e tradizioni, saperi e sapori e chi viene se ne innamora”.

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