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Antonino Lo Re

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Giovanni Pizzo  |
martedì 04 Aprile 2023

Cosa sta succedendo in Sicilia sul fotovoltaico, il mantra della transizione ecologica, quella transizione finanziata da tanti soldini dell’ormai mitologico PNRR?

Cosa sta succedendo in Sicilia sul fotovoltaico, il mantra della transizione ecologica, quella transizione finanziata da tanti soldini dell’ormai mitologico PNRR?

Il presidente Schifani a babbo morto, come si dice dalle nostre parti, in un convegno sullo sviluppo economico dichiara che vuole sospendere le autorizzazioni per il fotovoltaico. Sostiene che i siciliani non ci guadagnano, soprattutto la Regione non ha roialtyes, e si deturpa il paesaggio. Ma la preoccupazione principale è il danno all’agricoltura. Onestamente fa più danno all’agricoltura non avere manodopera, o avere prezzi per agrumi o cereali ridicoli. Dopo le dichiarazioni a freddo di Schifani viene giù un diluvio di dichiarazioni contro o a favore. A favore citiamo quella di Lombardo, ma lui è riconosciuto come il numero 1 dei Signor No. Lui non volle i termovalorizzatori, e da allora accumuliamo problemi e “munnizza” in discariche sature, come saturi sono i cittadini con strade sporche e tasche vuote per tasse sui rifiuti crescenti.

Il ministro dello Sviluppo economico Urso contesta la decisione dell’alleato Schifani, il quale però non ha messo nero su bianco nulla, dice che ne deve parlare a Roma ma così non può continuare.

A Roma gli metteranno davanti agli occhi una recente sentenza della Corte Costituzionale, la n.221 del 27 settembre scorso che ha dato torto al Lazio sulla medesima questione sollevata.

Ma la cosa che sembra strana è che pochi mesi fa la Sicilia aveva dato il benservito al Presidente del CTS Aurelio Angelini, tacciato proprio di lentezze nei procedimenti autorizzativi, di cui buona parte riguardano proprio le energie alternative. Non si poteva lasciare allora Angelini? Spesso la lentezza fa più ostacolo di una norma, che magari viene ritenuta incostituzionale. Il Presidente Schifani ancora non ha esperienze di bocciature normative, cosa a cui siamo tristemente abituati, in quanto questo Parlamento non ha finora prodotto quasi nulla, ma capirà, da fine giurista quale risulta, che non è semplice di questi tempi avversare lo Stato nelle sue determinazioni. E lo sviluppo del fotovoltaico è una di quelle.

Forse si è trattato di una mossa tattica, che prefigura ritardi e contenziosi, per poi trattare con lo Stato qualche forma di compensazione. Soltanto che bisogna stare attenti che qualche multinazionale non decida, invece di aspettare, di partire con qualche azione risarcitoria, ed abbiamo già pagato danni rilevanti per queste azioni. In questo caso ingrasseranno prestigiosi studi di esperti avvocati in materia.

Oppure si è scoperto qualche potenziale danno derivante da qualche autorizzazione mal data, e si vuole correre al riparo, come è stato per il caso Cannes?

Certo la mossa a freddo ha lasciato tutti sorpresi, solitamente sono i governi ambientalisti a promuovere norme restrittive in tal senso. Da un governo liberale di centrodestra non ce lo aspetteremmo. Può darsi che dobbiamo però aspettare qualche giorno, e prima verificare la norma quando, e se, sarà approvata dalla giunta. Per ora guardiamo al dibattito innescato. Magari ci distrae da elezioni amministrative prossime.

Cosi è se vi pare.

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