Il ballo delle debuttanti - QdS

Il ballo delle debuttanti

Antonino Lo Re

Il ballo delle debuttanti

Giovanni Pizzo  |
martedì 15 Novembre 2022

Questa vicenda della sospensione ad libitum della giunta regionale siciliana sa molto di ballo delle debuttanti

Questa vicenda della sospensione ad libitum della giunta regionale siciliana sa molto di ballo delle debuttanti. Fratelli d’Italia è una forza nuova con tutti gli entusiasmi, le revanche e le ambizioni di chi prima non poteva partecipare in abiti sontuosi ai balli di corte. Inoltre, la crescita improvvisa ha creato uno scollamento tra la debolezza politica della classe dirigente locale, peraltro divisa in vari tronconi, e il partito nazionale oggi dominus assoluto della scena.

Da Roma sono arrivati dei diktat chiari a Schifani o i nostri uomini, in particolare i non eletti Scarpinato e Pagana, o questa giunta non s’ha da fare. Il sopitore felpato Schifani sa che se cede apre un fronte infinito con altri alleati, se in un impeto di vespro siciliano rifiuta i potenti consigli romani poi non può bussare alle porte del Chigi per chiedere aiuto. E la Sicilia per come è messa sui dati contabili, vedi giudizio di parifica, sui dati macroeconomici, vedi inflazione più alta d’Italia, sul PNRR, progetti in ritardo ciclopico, sulla vicenda migranti è certamente una terra che deve chiedere un grosso aiuto a Roma.

Per cui le debuttanti al ballo della giunta spingono e sgomitano per ottenere un giro di valzer dal Darcy di turno. C’è una frenesia in questo che tradisce una certa insicurezza, come se del doman non vi fosse certezza e bisognasse subito mettere al sicuro la dote dei voti da ciascun recuperati, per evitare che si involino a breve nel mutare degli scenari politici. I quali in Italia cambiano come il vento catabatico dentro le aree portuali, girando in continuazione con raffiche che arrivano e poi spariscono. Le debuttanti oggi devono trovar partito assessorile, prima che la giovinezza politica sfiorisca, lasciandole zitelle alla mercé dei politici di turno.

Nel frattempo la Sicilia continua a non avere interlocutori, non innova ma galleggia, continua solo a produrre nuovi redditi di cittadinanza, oggi più poveri perché quasi l’undici per cento dello stesso se lo mangia l’inflazione. Le imprese continuano a non vedere una qualsiasi forma di collaborazione in una amministrazione ormai ferma se non pensionata. Ma soprattutto da una barca non governata continuano a fuggire giovani formati nelle famiglie siciliane, con sacrifici grandi, perché i ragazzi non credono più nell’idea che quest’isola possa tornare a navigare.

Così è se vi pare.

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