Il coraggio e la paura - QdS

Il coraggio e la paura

Fleres Salvo

Il coraggio e la paura

mercoledì 24 Aprile 2019

Ho più volte sostenuto che la paura giova a chi vuole immobilizzare l’evolversi della società, l’economia, la cultura, lo sviluppo, perché la paura e l’insicurezza inducono le persone a non rischiare, a non investire, a non intraprendere, persino a non uscire di casa. Oggi, nell’occidente, viviamo un tempo nel quale la paura non è solo fisica, in quanto è prevalentemente legata alla crisi occupazionale, alla carenza dei servizi, alle ingiustizie e tutto questo blocca nelle banche i risparmi, rallenta i consumi, riduce i posti di lavoro produttivi. Insomma, è il cane che si morde la coda. Se l’inventore della ruota avesse avuto paura di pestarsi le dita con il martello, noi non avremmo la ruota. Se Leonardo avesse avuto paura di sperimentare le sue macchine volanti, noi non avremmo l’elicottero, se Galileo avesse avuto paura delle autorità ecclesiastiche, forse penseremmo ancora che il sole gira intorno alla terra.
Se la Fiat avesse paura del fatto che i ladri rubano le Panda, non le produrrebbe più e dovrebbe licenziare tanti lavoratori in più rispetto a quanti non ne licenzi di già. Volendo estremizzare il concetto, se le donne avessero paura del parto, la nostra specie si sarebbe già estinta da un pezzo.
Intendo dire che qualsiasi cosa ci capiti di fare presenta delle difficoltà ma anche delle opportunità. Crescere vuol dire saper affrontare, con razionalità, buonsenso e coraggio le difficoltà, per poter cogliere le opportunità. Amministrare è difficile e può essere pericoloso, può significare sbagliare, può farci correre più di un rischio, ma l’alternativa è non amministrare, cioè immobilizzare, cioè perdere senza giocare, che è certamente peggio.
Chi si fa vincere dalla paura, ma soprattutto chi la determina, costituisce un fattore di sottosviluppo, di recessione, di disoccupazione, ma lo è pure chi corrompe, chi ruba, chi non rispetta i diritti degli altri e chi non compie il proprio dovere. Non è facile governare, non è facile amministrare, non è facile comprendere ciò che accade ma bisogna farlo, e bisogna farlo con pazienza, con competenza, con onestà, con efficienza, con senso di giustizia, pensando a ciò che spetta a noi, prima di pretendere di sapere ciò che spetta agli altri, di cui non conosciamo nulla.

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