Il mix energetico come strada maestra per raggiungere la decarbonizzazione - QdS

Il mix energetico come strada maestra per raggiungere la decarbonizzazione

redazione

Il mix energetico come strada maestra per raggiungere la decarbonizzazione

sabato 25 Marzo 2023

Eni sta accelerando il percorso di decarbonizzazione per azzerare le emissioni climalteranti. Centrale nella strategia del Cane a sei zampe la Bioraffineria di Gela

La capacità di soddisfare ciascuno dei pilastri essenziali del trilemma energetico sta alla base della strategia di Eni per il prossimo futuro, strategia che si dipanerà secondo quanto previsto e programmato nel Piano 2023-2026. Obiettivo della Società in questo quadriennio, fondamentale non soltanto per il “cane a sei zampe” ma anche per l’Italia e l’Europa, è quello di raggiungere la sostenibilità ambientale parallelamente alla sicurezza energetica e all’accessibilità. Per tagliare questo traguardo occorre una diversificazione tecnologica e geografica delle fonti energetiche, al fine di creare quel “mix energetico” che è oggi di fondamentale importanza.

Un ruolo rilevante, in queste attività, lo giocherà la divisione Eni Natural Resources che farà leva sulla capacità esplorativa della società e sull’efficacia dei progetti integrati e fast-track che – oltre a determinare importanti ritorni economici – consentiranno di ridurre le emissioni. A tal proposito Eni ha confermato il suo impegno per la riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3.

La “tabella di marcia”, rispetto al 2018, prevede le seguenti tappe: – 35% entro il 2030; -80% entro il 2040; e net zero entro il 2050. In questo processo la realtà di Gela avrà un ruolo di prim’ordine visto l’impegno della società nello sviluppo delle attività di bioraffinazione aumentando il target per Eni Sustainable Mobility a una capacità di oltre 3 milioni di tonnellate di feedstock entro il 2025 e di oltre 5 entro il 2030. Obiettivi perseguiti con coerenza e convinzione, come testimonia anche il costante sviluppo della bioraffineria gelese. Questa attività sarà associata e integrata verticalmente con l’Upstream quale elemento distintivo delle strategie di bioraffinazione, che raggiungerà quota 700 mila tonnellate di feedstock entro il 2026.

Un polo strategico che assumerà sempre più importanza, specialmente nei prossimi anni. Basti pensare, ad esempio, agli investimenti di Eni sui biocarburanti e in particolare sul biojet per l’aviazione, che sarà sviluppato proprio a Gela. Ma i progetti di Eni legati alla sostenibilità e alla transizione energetica non si fermano qui. Tra i due progetti elaborati su scala nazionale per lo sviluppo di idrogeno verde, uno si dipanerà proprio a Gela dove sarà installato un elettrolizzatore da 20 MW.

L’idrogeno verde infatti, proprio perché prodotto utilizzando esclusivamente energia rinnovabile, è stato individuato come soluzione idonea per contribuire al processo di decarbonizzazione dello stabilimento gelese. Il segmento idrogeno verde nelle strategie aziendali, inoltre, supera i confini nazionali visti i progetti in corso di sviluppo in Spagna, Cile e Stati Uniti.

Uno degli avamposti della strategia di decarbonizzazione di Eni a è la sua controllata Plenitude. La società, attiva dal 2017, è presente sul mercato con un modello di business distintivo che integra la produzione da rinnovabili, la vendita di energia e le soluzioni energetiche e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici.

Anche da questo punto di vista, dunque, Eni dimostra di essere “un paio di passi in avanti” e si pone come modello in Italia. Plenitude, nel 2022, ha raggiunto l’obiettivo di oltre 2GW di capacità installata, che – secondo quanto previsto dalla società – dovrebbero più che triplicare nei prossimi anni, andando oltre quota 7 GW entro il 2026. Entro lo stesso periodo, e dunque in linea con la conclusione del piano quadriennale 2023-2026, Plenitude punta a raddoppiare la sua rete di ricarica per veicoli elettrici, portandola a 30 mila unità. Ad accompagnare lo sviluppo di Plenitude, a “dargli energia” saranno anche progetti ed opportunità per oltre 11 Gw che scandiranno il suo prossimo futuro.

Di assoluto rilievo sono anche i programmi di Eni, alcuni dei quali già in corso di sviluppo ed attuazione, per la ricerca, estrazione e produzione di gas. La stessa quota di produzione di gas, infatti, grazie anche alla massiccia attività esplorativa cui si faceva riferimento poc’anzi, salirà al 60% entro il 2030. Senza dimenticare la realtà attuale, che vede Eni impegnata a garantire le forniture ai propri clienti tramite un portfolio maggiormente diversificato, flessibile e integrato. Quest’ultimo prevede una crescita del Gln (gas naturale liquido) ad oltre 18 milioni di tonnellate entro il 2026, praticamente il doppio rispetto allo scorso anno. L’innovazione e la tecnologia, com’è evidente, stanno alla base della strategia di Eni e le permettono di “guardare negli occhi” il futuro e di poter pensare, programmare e realizzare progetti sempre più avanzati.

A garantire questi risultati una squadra di oltre 1.000 professionisti, impegnati in più di 400 progetti e 8000 brevetti. La scommessa di Eni sul futuro è dimostrata anche dal percorso intrapreso nel 2014, quando la Società ha rafforzato la collaborazione con le principali università.

Fiore all’occhiello dell’innovazione tecnologica di Eni, come ha evidenziato con orgoglio anche l’Ad Descalzi presentando il Piano 2023-2026, lo sviluppo della fusione a confinamento magnetico. Sparc, ovvero l’impianto sperimentale progettato per generare energia netta, è in fase di costruzione con start up programmato per il 2025 e sarà seguito dal primo impianto industriale (Arc) previsto per i primi anni del 2030.

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