L’immigrazione costa quanto i percettori Rdc - QdS

L’immigrazione costa quanto i percettori Rdc

Carlo Alberto Tregua

L’immigrazione costa quanto i percettori Rdc

sabato 14 Ottobre 2023

Aiutare a monte i migranti

Il fenomeno dell’immigrazione clandestina ha colpito il nostro Paese da qualche anno. Però, mentre prima arrivavano quattro o cinquemila persone, fra cui donne e bambini, oggi ne arrivano centocinquantamila.

Mentre prima accogliere cinquemila persone in un anno non era complicato per le varie strutture costiere, in primis quella di Lampedusa, oggi ricevere centocinquantamila persone, dare loro gli aiuti immediati, assicurare vitto e alloggio, mettere a disposizione servizi igenici, procurare l’assistenza sanitaria e poi trasportarli con gli aerei, con i pullman e con le navi in altre provincie italiane è diventata un’azione costosissima.

Sappiamo che per ogni immigrato lo Stato deve affrontare una spesa di circa novecento euro al mese (cioè circa trentacinque euro al giorno per vitto, alloggio e altro). Se questo importo si moltiplica per le centocinquantamila persone immigrate quest’anno, ecco che il risultato è di 1,5 miliardi. Ma non è solo questo il costo per la Comunità italiana, ve ne sono altri nascosti nei bilanci dei diversi Ministeri, che possiamo sintetizzare nel modo seguente.

Intanto occorre fornire a queste persone il vestiario e tutto quello che è necessario per l’igiene personale. Tutto ciò deve essere erogato in apposite strutture, che devono essere gestite da dirigenti e personale qualificato, perché non è facile operare con centinaia o migliaia di persone. Ricordiamo che la struttura di Lampedusa, che ha una capienza media di quattrocento persone circa, ha avuto momenti di enorme criticità quando è stata stracolma di dieci volte tanto, cioè quattromila persone.

Procediamo ancora con ordine. Occorre fornire l’assistenza sanitaria, quindi centinaia di medici, infermieri, assistenti e amministrativi devono offrire questo servizio a persone che ne hanno bisogno: si pensi, per esempio, a vaccini e farmaci idonei a proteggere loro stessi e gli altri dalle possibili malattie. Questo onere è a carico delle Regioni e in parte dello Stato centrale.
Vi è da aggiungere che quando si inviano decine e decine di medici, infermieri, assistenti e altri, costoro vengono distolti dalla loro ordinaria attività di assistenza ai malati. Ma questo è un altro discorso.

Poi, la Protezione civile è preposta a gestire questi movimenti, per cui vi sono decine o centinaia di dirigenti e dipendenti dello Stato che si devono occupare dell’immigrazione.
Sono coinvolti Vigili del fuoco per la prevenzione di eventuali incendi e altri incidenti; vi è una parte dell’amministrazione che deve materialmente gestire tutte le pratiche relative e poi l’enorme e prezioso lavoro che svolgono Guardia costiera e Marina, che intervengono quando i barchini sono pericolanti e trasbordano i quasi-naufraghi per portarli in salvo sulla terraferma. Attività continuativa che viene sottratta a quella istituzionale, quindi con un notevole costo addizionale non soltanto di personale, ma anche di carburante, manutenzione e così via.

Non è finita. Le Forze dell’Ordine sono dislocate nei centri di assistenza per evitare problemi, ma anche per registrare gli immigrati, che spesso non dicono neanche il proprio nome e cognome. Vengono prese le impronte digitali e fatte le analisi del sangue per tentarne l’identificazione.
Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e la piccola Polizia locale di Lampedusa sono distolti dalle attività istituzionali per dedicarsi anch’esse a questa attività di accoglienza necessaria.

Se provate a sommare i costi che sostiene lo Stato per tutti i soggetti che sono dislocati nelle attività di salvataggio e di accoglienza, arriverete vicino ai sei miliardi. Ovviamente si tratta di un calcolo sommario, che però non crediamo sia lontano dalla realtà.
Se per un momento prendiamo per buona questa cifra, ecco che ce ne balza subito all’occhio una simile che è quella spesa dallo Stato per inviare gli assegni del Reddito di cittadinanza.

Dunque, da un canto si è abolito il Rdc per cercare di recuperare almeno i cinque sesti di quella somma, ma dall’altro lo Stato ne spende una analoga perché non riesce a fermare l’immigrazione cospicua a monte, cioè nei territori da cui queste persone partono.
Bisognerebbe cercare di aiutare i futuri immigrati direttamente sul loro territorio. Un’azione simile, se intrapresa dall’Ue, potrebbe avere i suoi effetti positivi.
Riusciranno i nostri eroi…?

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