Imprese siciliane, bilancio 2023 in chiaroscuro. Tamajo: “La svolta? Da turismo e infrastrutture” - QdS

Imprese siciliane, bilancio 2023 in chiaroscuro. Tamajo: “La svolta? Da turismo e infrastrutture”

Roberto Pelos

Imprese siciliane, bilancio 2023 in chiaroscuro. Tamajo: “La svolta? Da turismo e infrastrutture”

mercoledì 20 Dicembre 2023

L’assessore regionale alle Attività produttive: “Indispensabile anche una gestione strategica della nuova Zes Unica”

Il 2023 sta per volgere al termine ed anche per il mondo delle imprese siciliane è tempo di bilanci e programmi per il futuro. Secondo gli ultimi dati di Unioncamere Sicilia, il numero di imprese nella nostra regione è cresciuto di 34 mila unità e quello degli occupati di 15 mila addetti. I dati elaborati dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia parlano di 382.764 imprese attive nel terzo trimestre del 2023; un incremento rilevante (+34.079) rispetto alle 348.685 del terzo trimestre del 2022.

Secondo il rapporto, il trend favorevole ha fatto sì che, mettendo a confronto i due periodi, da un saldo negativo fra iscrizioni e cessazioni di -437 imprese a luglio-settembre 2022 si è passati a un saldo positivo di +687 aziende. La ripresa delle attività economiche ha prodotto anche un significativo aumento di posti di lavoro, +14.958, facendo lievitare il numero di occupati da 1.166.652 a 1.181.610 unità. I dati dell’ente camerale fanno registrare, per il terzo trimestre di quest’anno, anche una crescita dell’export (+4,75%) in tutti i comparti tranne che per i prodotti petroliferi raffinati e i chimici, la cui perdita porta il totale della regione a -16,72%. Unioncamere Sicilia si sta anche impegnando contro il caro-bollette e continuerà a farlo nel 2024 come sottolinea il presidente Giuseppe Pace. “Nel 2023 – ha spiegato Pace – Unioncamere Sicilia ha avviato un progetto, finanziato dal Fondo di perequazione 2021-2022 di Unioncamere nazionale, mirato a promuovere le Comunità energetiche rinnovabili sul territorio regionale e a favorire la nascita di tali organismi. Progetto che proseguiremo nel 2024 con l’obiettivo di arrivare alla costituzione di nuove Cer fra le imprese siciliane. Si tratta – ha proseguito il numero uno di Unioncamere regionale – di organismi giuridici costituiti fra più soggetti, pubblici e privati, ubicati nelle vicinanze della medesima cabina elettrica, che, avvalendosi delle risorse e degli incentivi statali e regionali disponibili, si dotano insieme di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per autoconsumo e per eventuale vendita a terzi. Riteniamo – conclude Pace – che attualmente questo sia lo strumento più adatto ad aiutare le imprese siciliane ad abbattere il costo della bolletta energetica”.

Per approfondire nei dettagli l’andamento dell’imprenditoria siciliana, il Quotidiano di Sicilia ha intervistato Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive.

tamajo

Assessore, possiamo tracciare un bilancio del 2023 per le imprese siciliane?

“Le imprese hanno affrontato una serie di sfide e opportunità nel 2023, influenzate da fattori come la situazione economica globale, l’andamento del mercato, la politica fiscale, i cambiamenti normativi e altri fattori esterni. Se guardiamo in generale, ci sono stati diversi aspetti positivi per le imprese siciliane nel corso del 2023 ad esempio ripresa del turismo: il settore turistico si è ripreso dopo le difficoltà legate alla pandemia, e ha portato un aumento delle entrate per le imprese legate all’ospitalità, ai servizi turistici e alle attività commerciali connesse al turismo in Sicilia; innovazione e digitalizzazione: le imprese hanno adottato nuove tecnologie e strategie digitali per migliorare la loro efficienza operativa, espandere i loro mercati e raggiungere nuovi clienti, consentendo un miglioramento delle performance; promozione dei prodotti tipici: l’export dei prodotti alimentari e artigianali tipici della Sicilia ha registrato una crescita, portando ad un aumento della visibilità e delle entrate per le imprese locali; Iniziative di sostegno: programmi governativi o iniziative locali per sostenere le imprese, fornire finanziamenti agevolati, offrire formazione imprenditoriale, hanno contribuito a migliorare le prospettive delle imprese siciliane”.

Che anno è stato il 2023 tra inflazione, rialzo tassi, crisi globale?

“Indubbiamente è stato un anno molto particolare perché l’alzamento dei tassi bancari e l’aumento dell’inflazione hanno influenzato direttamente le decisioni finanziarie delle persone, le prospettive di crescita delle imprese e la salute generale dell’economia. È una questione delicata che richiede un equilibrio tra il controllo dell’inflazione e il mantenimento della stabilità economica senza sovraccaricare eccessivamente le persone e le imprese con costi eccessivi del debito”.

Quali prospettive ci sono per il 2024?

“La Sicilia, con la sua ricchezza culturale e paesaggistica, affronta molte sfide e opportunità nell’ambito economico per il 2024. Il settore turistico, vitale per l’economia siciliana, potrebbe segnare una svolta positiva se le condizioni globali e locali, migliorano. Parallelamente, gli investimenti in infrastrutture sono cruciali. Migliorare strade, trasporti e connettività potrebbe non solo attrarre nuovi investimenti, ma anche agevolare lo sviluppo di imprese locali e l’accesso ai mercati. Il settore agroalimentare, rinomato per prodotti come agrumi, olio d’oliva e vino, potrebbe beneficiare di pratiche agricole sostenibili. La promozione di questi prodotti tipici a livello nazionale e internazionale potrebbe favorire la crescita economica della regione. Inoltre, l’interesse crescente per le energie rinnovabili potrebbe offrire opportunità di sviluppo nel settore dell’energia. Investimenti in soluzioni sostenibili potrebbero non solo contribuire all’ambiente ma anche generare nuove opportunità economiche e occupazionali. Però, è importante sottolineare che il futuro economico è influenzato da variabili complesse, come politiche nazionali, condizioni globali e cambiamenti nel comportamento dei consumatori. Le decisioni politiche e i piani di sviluppo regionale avranno un ruolo cruciale nelle prospettive economiche della Sicilia nel 2024”.

Quali settori necessitano di maggiori interventi?

“In Sicilia, ci sono settori chiave che potrebbero beneficiare di maggiore attenzione e investimenti per potenziare l’economia e creare opportunità per la popolazione. Il turismo, ad esempio, rappresenta un elemento fondamentale per la Sicilia, ma potrebbe essere ulteriormente sviluppato con un approccio sostenibile. Investire nel turismo responsabile non solo preserva la bellezza naturale e culturale dell’isola, ma può anche attrarre visitatori che apprezzano e rispettano l’ambiente, garantendo un impatto positivo a lungo termine. Il settore agroalimentare, con la sua ricchezza di prodotti locali unici e di qualità, è un altro ambito cruciale. Potenziare le tecniche agricole sostenibili e promuovere i prodotti tipici potrebbe significare un rafforzamento dell’export e una maggiore visibilità a livello nazionale e internazionale. L’energia rinnovabile è un altro aspetto su cui concentrarsi. La Sicilia gode di una posizione geografica favorevole per lo sviluppo di energie rinnovabili come il solare e l’eolico. Investimenti in questo settore non solo porterebbero a una maggiore autosufficienza energetica, ma potrebbero anche creare posti di lavoro e attrarre investimenti nell’ambito delle tecnologie pulite. Inoltre, promuovere l’innovazione e la tecnologia potrebbe dare slancio a nuove opportunità commerciali. Sostenere l’ecosistema delle startup, incoraggiare la ricerca e lo sviluppo, e creare hub tecnologici potrebbero attirare talenti e investimenti nel settore, alimentando la crescita economica. Investire nell’istruzione superiore e nella formazione professionale è altrettanto vitale. Migliorare le competenze della forza lavoro locale, allineandole meglio alle esigenze del mercato, può rendere la Sicilia più competitiva e attrattiva per gli investimenti. Infine, migliorare le infrastrutture e i servizi di trasporto potrebbe favorire lo scambio commerciale e l’integrazione della regione nel panorama economico più ampio, facilitando gli scambi commerciali e aumentando l’attrattività per gli investitori. Con l’attenzione su questi settori, la Sicilia potrebbe diversificare la sua economia, creare opportunità di lavoro e promuovere uno sviluppo sostenibile che tiene conto delle ricchezze naturali e culturali dell’isola”.

Le Zes siciliane adesso confluiranno in un’unica zona economica speciale. Fatto positivo o negativo a suo avviso?

“Il successo o il fallimento di questa convergenza dipenderà dalla capacità di gestire in modo equo, efficiente e strategico la nuova zona economica speciale unificata, garantendo benefici tangibili per tutte le aree della Sicilia e per le imprese che vi operano. È essenziale considerare attentamente gli impatti a breve e lungo termine e adottare misure per mitigare i potenziali effetti negativi, massimizzando i vantaggi per lo sviluppo economico della regione”.
Intanto, il ministro per il Sud, Raffaele Fitto, ha espresso nei giorni scorsi soddisfazione per un’importante notizia che riguarda anche la Sicilia. “Accogliamo con favore – ha dichiarato – la decisione della Commissione europea, presa su richiesta del Governo, di autorizzare la proroga fino al 30 giugno 2024 della decontribuzione per le assunzioni per le imprese delle regioni del Mezzogiorno (cosiddetta decontribuzione Sud)”, e ha aggiunto tra l’altro che nei prossimi mesi “il Governo intende lavorare in stretta collaborazione con la Commissione europea per rendere questa misura strutturale e compatibile con la normativa europea in materia”.

Ance Sicilia all’Ars: “Approvi manovra entro l’anno, irresponsabile non farlo”

PALERMO – “Nel 2023 si sono costruite le basi affinché nel 2024 possa avviarsi anche in Sicilia la tanto attesa ripresa economica, a partire dal settore delle costruzioni, voce fondamentale del Pil dell’Isola. In più, il governo regionale ha assunto l’impegno, mantenendolo, di predisporre in tempo i documenti contabili per garantire finalmente la puntualità dei pagamenti alle imprese, mentre giace all’Ars il provvedimento che consentirebbe alle partecipate della Regione di acquistare i crediti fiscali dei bonus edilizi”.

Lo dice Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, che aggiunge: “Nuovi investimenti pubblici, sblocco dei crediti fiscali e pagamenti puntuali sono tre condizioni derivanti dalla manovra della Regione e dal citato provvedimento sui bonus, necessarie per rimettere in pista le imprese edili siciliane, soffocate da una crisi senza precedenti e dalla stretta creditizia. In questo momento, dunque, l’Ars ha in mano l’enorme responsabilità della sopravvivenza e del rilancio di questo comparto”.

Per Cutrone sarebbe “un atto di gravissima irresponsabilità se forze politiche o singoli deputati, che dichiarano di agire nell’interesse dei siciliani, si mettessero di traverso e impedissero l’approvazione della manovra entro la fine dell’anno, costringendo il governo all’esercizio provvisorio e ai relativi limiti di cassa e di azione amministrativa. Sarebbe anche una gravissima vergogna per tutta la Sicilia, agli occhi del governo nazionale, dell’intero Paese e dell’Unione europea che ci guardano per come utilizziamo le ingenti risorse che ci sono state assegnate”.

L’Ance Sicilia lancia un “fortissimo richiamo” a tutte le forze politiche dell’Ars affinché “riconoscano il senso di appartenenza al popolo che le ha legittimate col voto, rinunciando a pratiche del passato che oggi non sono più né tollerabili né ammissibili di fronte a un’Europa che chiede alla Sicilia di essere finalmente seria e a un elettorato sempre più deluso da certi modelli di politica egoista e autoreferenziale che ancora resistono all’evoluzione dei tempi e della società”.

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