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Inail, Mit e Assoporti per la salute e la sicurezza nelle aree portuali

redazione

Inail, Mit e Assoporti per la salute e la sicurezza nelle aree portuali

venerdì 21 Aprile 2023

La maggioranza degli incidenti avviene nelle aree operative (banchine) o di viabilità e stoccaggio (piazzali) dei porti

In Sicilia viene movimentato oltre il 16% delle merci che transita nei porti italiani. Il protocollo nazionale appena firmato prevede la stipula di specifici accordi attuativi tra le Direzioni regionali dell’Inail e le singole Autorità portuali.

Il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, e il presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa di durata triennale per la realizzazione di attività congiunte volte alla prevenzione delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro connessi alle operazioni e ai servizi portuali. L’accordo prevede, in particolare, il ricorso a strumenti e metodi semplificati per la rilevazione degli incidenti, l’avvio di azioni di formazione, informazione e sensibilizzazione volte a favorire interventi di prevenzione nelle imprese, e l’attuazione di iniziative di comunicazione e promozione della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria del settore portuale, il cui contributo sarà fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo.

Bettoni: “La condivisione di competenze e strumenti essenziale per creare le basi di una reale cultura della prevenzione”.
“L’intesa con il Mit e con Assoporti – ha spiegato Bettoni – si colloca nell’ambito delle attività di rafforzamento delle azioni di prevenzione che l’Inail costantemente promuove per contribuire alla riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. L’avvio di questa collaborazione consentirà di realizzare iniziative importanti in un’ottica di partecipazione, per una più incisiva sensibilizzazione verso la sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento, in questo caso, al settore portuale. La condivisione di competenze, conoscenze, risorse e strumenti è infatti essenziale per creare le basi di una reale cultura della prevenzione”.

Giampieri: “Rafforzata l’attenzione nei confronti del capitale umano”. Come sottolineato da Giampieri, “in questi anni difficili la portualità si è mostrata resiliente, con una spiccata capacità di adattamento e di reazione agli eventi imprevedibili grazie anche all’organizzazione del lavoro. La sottoscrizione di quest’accordo rafforza l’attenzione che abbiamo tutti nei confronti del capitale umano, la cui importanza va messa sempre in primo piano. Lavorare in sicurezza è condizione essenziale per la valorizzazione e la tutela delle persone e con il protocollo siglato oggi confermiamo questo concetto. Ringrazio il viceministro Rixi per aver appoggiato con convinzione questa importante iniziativa e l’Inail per aver condiviso fin dall’inizio l’obiettivo prefissato che oggi si concretizza”.

Gli investimenti al primo posto tra le modalità di accadimento degli infortuni

Dall’analisi di Infor.MO, sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi sul lavoro, emerge che nelle realtà portuali i lavoratori che si infortunano sono principalmente facchini e addetti alla movimentazione merci e al magazzino, seguiti dai conduttori di mezzi pesanti e camion e dai meccanici, riparatori e manutentori macchine su navi. La maggioranza degli incidenti avviene nelle aree operative (banchine) o di viabilità e stoccaggio (piazzali) dei porti, mentre sulle navi le zone più a rischio sono quelle interessate dalle operazioni di carico e scarico merci. Le modalità di accadimento più frequenti sono gli investimenti, essendo la presenza del lavoratore a piedi ancora necessaria anche in cicli produttivi ad automazione crescente, le cadute dall’alto di gravi e le cadute dall’alto o in profondità dell’infortunato.

Nell’Isola si movimenta oltre il 16% delle merci che transitano nei porti italiani. I rischi lavorativi nel settore portuale sono dovuti essenzialmente alla trasformazione avvenuta nel commercio marittimo a causa di una maggiore interazione nelle operazioni di carico e scarico tra l’ambiente nave e la banchina portuale. A questi rischi sia aggiungono quelli derivanti da una maggiore automazione dei processi, dallo sviluppo tecnologico dei mezzi di movimentazione e dalle specificità organizzative in termini di ore lavorate e di manodopera impiegata. Secondo quanto rilevato da Eurostat, nel biennio 2020 – 2021, la portualità italiana si posiziona al secondo posto nell’Unione Europea per merci marittime lorde movimentate. Più del 16% delle merci movimentate in Italia (corrispondente ad oltre 500mila tonnellate) è stato lavorato nei porti siciliani. Analizzando gli infortuni in ambito portuale nel quinquennio 2017-2021, il 6,4% dei 2467 eventi avvenuti in Italia si sono verificati nell’Isola. Sempre nello stesso quinquennio di riferimento, il rischio infortunistico rappresentato dal numero di eventi per mille addetti, presenta un valore pari a 36,2 in Italia e di 27,9 in Sicilia; entrambi i valori sono in ogni caso superiori a quello medio del settore industria e servizi sia in ambito regionale che nazionale. Le professioni maggiormente esposte agli eventi infortunistici sono quelle di facchino, di marinaio di coperta, di conduttori di gru e di apparecchi di sollevamento e di conduttori di carrelli elevatori. Seguono poi le professioni che completano il ciclo del lavoro portuale come i conduttori di mezzi pesanti, i manutentori meccanici ed elettrici, gli addetti alla gestione dei magazzini e gli addetti alla gestione delle emergenze.

Asaro: “Un protocollo attuativo per le peculiarità del sistema portuale siciliano”.” Sulla base delle rilevanze dei porti siciliani e dei dati infortunistici regionali è necessario cercare diverse forme di collaborazione con le autorità portuali che operano nell’Isola. Afferma Giovanni Asaro, direttore regionale Inail Sicilia, che poi aggiunge. “La sigla del protocollo regionale sarà l’occasione per concretizzare le linee guida dettate dal protocollo nazionale, tenendo in considerazione le peculiarità del sistema portuale siciliano. In particolare, è intenzione dell’Istituto individuare dei percorsi formativi innovativi grazie all’utilizzo di nuovi strumenti come la realtà aumentata, la realtà virtuale e i sistemi aptici integrati, attraverso i quali è possibile riprodurre uno sforzo che il lavoratore non potrebbe altrimenti percepire in un ambiente virtuale. In questo modo le principali situazioni di rischio sono replicate fedelmente in condizioni di completa sicurezza per il lavoratore”.

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