Incidenti stradali, la strage non si ferma: nel 2021 Sicilia prima per mortalità

Incidenti stradali, la strage non si ferma: nel 2021 Sicilia prima per mortalità

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Incidenti stradali, la strage non si ferma: nel 2021 Sicilia prima per mortalità

Lina Bruno  |
sabato 11 Giugno 2022

Una strage che continua incessante sulle strade e la Sicilia è tra le regioni che ha i maggiori incrementi di incedenti mortali. Una tregua solo nel 2020 dovuta ai provvedimenti restrittivi

Una strage che continua incessante sulle strade e la Sicilia è tra le regioni che ha i maggiori incrementi di incedenti mortali. Una tregua solo nel 2020 dovuta ai provvedimenti restrittivi  conseguenti alla pandemia.

Lo ribadiscono le associazioni che lavorano sul campo e che monitorano la situazione in tempo reale attraverso Osservatori e statistiche e che tengono accesa l’attenzione sul problema attraverso manifestazioni di piazza e petizioni.

I programmi europei sulla sicurezza stradale, le direttive come la 2012/29 sulla tutela dei diritti delle vittime e norme che prevedono pene più severe come la legge sull’omicidio stradale, approvata dal nostro Parlamento nel marzo del 2016, sembra che non bastino a contenere un fenomeno su cui influiscono molte variabili e di diversa natura.

Allora bisogna lavorare sulla prevenzione, intensificare le campagne informative e di sensibilizzazione, aumentare i controlli ma anche avere delle strade e autostrade più sicure con manutenzioni adeguate e costanti

Secondo i dati Istat, nel 2020 si sono verificati in Sicilia 8.053 incidenti stradali che hanno causato la morte di 161 persone e il ferimento di altre 11.590. La situazione pandemica e le misure adottate per contenerla hanno determinato un decremento del numero di incidenti (-24,8%), delle vittime  (-23,3%) e dei feriti (-27,9%) rispetto al 2019 quando i morti erano stati 210, anche se inferiore a quanto registrato a livello nazionale (-31,3% per gli incidenti, -24,5% per le vittime e -34,0% per i feriti).

I Programmi d’azione europei per la sicurezza stradale, per i decenni 2001-2010 e 2011 2020, impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale con una particolare attenzione agli utenti vulnerabili.

Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte del 23,6%, meno della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2020 si registrano variazioni, rispettivamente, di -42,3% nel numero dei decessi e -47,3% in quello dei feriti. In Sicilia, nel 2020, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) deceduti in incidente stradale è superiore alla media nazionale (54% contro 44,9%). Non ci sono dati Istat aggiornati, ma nei primi sei mesi del 2021 secondo l’Osservatorio Asaps, Associazione sostenitori della Polizia stradale, la Sicilia risulta la prima per numero di incidenti mortali e dati preoccupanti si  registrare già nei primi mesi del 2022.

Giordano Biserni,  per 30 anni in servizio nella Polizia Stradale, è il  presidente dell’ Asaps, associazione  nata 31 anni fa a Forlì e che insieme  all’Associazione Lorenzo Guarnieri di Firenze e all’Associazione Gabriele Borgogni, ha promosso nel 2011 la raccolta delle firme (81.500) per l’approvazione della legge sull’omicidio stradale  varata nel  2016.

“Siamo gli unici che monitorano in tempo reale, che raccolgono e documentano i dati,  abbiamo 20 osservatori su pirateria stradale, guida contromano,  stragi del fine settimana, incidenti che coinvolgono i ciclisti i pedoni, i bambini. Abbiamo osservato che effettivamente la sinistrosità in Sicilia sta prendendo quote purtroppo importanti, per esempio anche gli incidenti del fine settimana anche nelle ore notturne dove sono coinvolti giovani vite, che erano una caratteristica delle regioni del Nord in particolare della Romagna,  la riviera veneta e del lago di Garda.

Quali le cause?

Sono rallentate molto le campagne sulla sicurezza stradale è necessario quindi incrementarle, servono poi più controlli sulle strade per intercettare chi guida ubriaco, sotto  gli effetti di sostanze stupefacenti, con il cellulare

La Legge sull’omicidio stradale ha funzionato come deterrente?

La legge purtroppo patisce le scorciatoie di tutta la normativa penale del nostro paese. È avvilente la scarcerazione avvenuta alcuni giorni fa dell’omicida dei cuginetti Alessio e Simone, travolti e uccisi, l’11 luglio del 2019 a Vittoria nel Ragusano. In questo caso dopo una condanna a 9 anni che poteva ritenersi non dico giusta ma sufficiente, l’omicida è stato scarcerato perché la Cassazione ha stabilito che una perizia fatta  sulla capacità di intendere e di volere non era ben motivata e quindi ha annullato con rinvio quindi bisogna rifare il processo, si farà tra qualche anno e poi ci saranno magari altri ricorsi, insomma il sistema è fatto in maniera tale da vanificare anche leggi importanti come quella sull’omicidio stradale. Dal 2018, abbiamo visto che le pene inflitte nei casi di omicidio stradale, anche più gravi, hanno cominciato ad abbassarsi, sfiorando o addirittura ricalcando le stesse condanne basse di un tempo. Ecco perché ci sentiamo delusi e amareggiati.

Bisogna allora puntare molto sulla prevenzione?

Bisogna fare campagne informative martellanti e adeguate; visto che d’estate ci sono continue repliche in onda in Tv, vorremmo vedere delle campagne almeno televisive che spiegano il rischio alcol e droga, il rischio della velocità sulla strada. Nessuno ne parla, nessuno vede niente e andiamo a fare la conta dei morti nei fine settimana, 35  in quello appena trascorso di cui 4 in Sicilia.

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