Indiegeno Fest 2023, intervista a Carl Brave - QdS

L’Indiegeno Fest, fan pronti ad accogliere Carl Brave: “Spero di fare un gran concerto”

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L’Indiegeno Fest, fan pronti ad accogliere Carl Brave: “Spero di fare un gran concerto”

Sandy Sciuto  |
mercoledì 02 Agosto 2023

L'intervista a uno dei super ospiti della nuova edizione dell'Indiegeno Fest, tra musica, cultura e turismo.

Dal 31 luglio al 7 agosto 2023 il Golfo di Patti si riaccende con la nuova edizione dell’Indiegeno Fest, organizzato da Leave Music, insieme a Più Live e Associazione Clap.

Il festival rafforza il legame tra musica, cultura e turismo nella terra siciliana, confermandosi uno dei principali eventi del Sud Italia avendo portato grandi nomi e nuove leve del panorama musicale contemporaneo.

Indiegeno Fest 2023, gli ospiti

La line – up dell’Indiegeno Fest 2023 non è da meno. Nei luoghi più suggestivi del Golfo di Patti si esibiranno: Carmen Consoli, Nesli, Carbone, Luchè, Bresh, Carl Brave, La Sad, Naska, Mezzosangue, Rose Villain, Nayt e BigMama. Si aggiungono le migliori nuove promesse dell’urban pop italiano: Neima Ezza, Asteria, Ele A, Samia e Clara che completano la lineup degli appuntamenti sul palco della Spiaggia di Patti Marina dove si alterneranno alcuni dj tra cui Merk & Kremont, i dj del festival di elettronica Unlocked Festival e dei migliori eventi sul territorio.

Intervista a Carl Brave

Carl Brave salirà sul palco dell’Indiegeno Fest il 2 agosto. Per l’artista romano è l’unica data siciliana del tour, dopo l’uscita lo scorso 2 giugno del suo nuovo album dal titolo “Migrazione”. “Sto molto bene! In questo momento sono a Gallipoli e dopodomani a Patti. È un’estate di concerti e me la sto godendo”, rivela Carl Brave quando risponde al telefono per l’intervista a QdS.it.

Il 2 agosto ti esibirai all’Indiegeno Fest. È la tua unica data siciliana del tour, ma non è la prima volta che vieni a cantare nell’isola. Com’è tornare ogni volta in Sicilia?

“Benissimo! Sono molto contento. Spero di fare un gran concerto e di rimanere anche un attimo a godermi il mare e il sole”.

Cosa dovranno aspettarsi dal concerto i tanti presenti all’Indiegeno Fest?

“Sarà un concerto corposo. Saremo dodici sul palco, undici musicisti più me che canto. Porterò tanto del nuovo disco, ma anche tanto di tutta la mia discografia. Ci saranno tanti mood diversi: dal momento festa fino ai pianti”.

Qual è il tuo momento preferito di ogni concerto?

“Il mio momento preferito è la fine, verso gli ultimi quattro pezzi. È sempre una grande festa. Mi dispiace sempre quando termina e allora mi metto d’accordo con i musicisti e con il batterista e allunghiamo e continuiamo tutto”.

A proposito di indie, che fine ha fatto l’indie italiano?

“L’indie è un’etichetta, ma può intendersi indie anche nel senso di indipendenza della musica. E questa c’è ancora. Ad esempio, indie è chi si fa la musica da solo, come me a casa col computer. Ovviamente ci stanno la major, ma ci sta ancora l’indipendenza del fare quello che vuoi”.

Carl Brave è un cantante indie?

“Dipende dall’accezione che si dà a indie. Se indie è nel senso di indipendenza musicale, cioè, fare quello che mi pare, allora sì sono indie. Se indie è inteso come un genere e allora no. Io faccio indie, ma anche rap, pop. Mi piace essere poliedrico e cercare di fare quello che voglio senza soffermarmi su un genere unico. Non mi piace l’etichetta”.

Lo scorso giugno hai rilasciato il tuo nuovo album “Migrazione”. Perché questo titolo?

“Perché è un disco che ho lavorato in giro per il mondo. Ho migrato. Sono andato a Tokyo, Marrakech, Lisbona, Madrid. Ho lavorato sia a Roma che fuori. Mi piaceva molto questo concetto della migrazione. Ho migrato da Roma verso altri luoghi, cercando nuovi sound sia con i miei musicisti e sia con musicisti del posto con i loro strumenti”.

“Migrazione” vanta molte collaborazioni come i precedenti album. Quale featuring ti ha stupito di più?

“Non c’è uno che mi ha stupito di più. Sono tutti come speravo. Roma è nel tuo Dna e nella tua musica. È un rapporto viscerale. Canti che è sempre la stessa, ma in modo diverso. In che senso? Roma è sempre la stessa, ma te cambi e cresci e la vedi in maniera diversa. Una città come Roma è bellissima, ma anche molto difficile in cui vivere, piena di problemi. Io la vedo sempre bene, come casa”.

Quest’anno ti sei tirato fuori dalla corsa ai tormentoni estivi, perché?

“Perché il disco era molto diverso. Ho cercato di fare un disco con un certo mood. Se avessi fatto la hit estiva, sarebbe stata la traccia più spinta, il singolo del disco. Sarebbe stata una cosa diversa dal disco e non era giusto”.

Ultima domanda. Anche in vista di progetti futuri dopo l’Indiegeno Fest 2023: se dico Festival di Sanremo?

“Beh, ovviamente è un’opzione. Potrebbe essere una cosa figa. Dipende ovviamente dal pezzo”.

Foto inviate dall’ufficio stampa, di Viviana Berti

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