Sicilia, l'inflazione corre: stangata da 2mila euro per famiglie - QdS

Sicilia, l’inflazione continua a correre: stangata da duemila euro per le famiglie

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Sicilia, l’inflazione continua a correre: stangata da duemila euro per le famiglie

Michele Giuliano  |
martedì 20 Giugno 2023

Tra i capoluoghi, Messina fa registrare una crescita dell'8,4%: è seconda in Italia, dietro a Genova.

Mentre l’inflazione nel resto d’Italia sembra subire una decelerazione, in Sicilia continua a crescere, fuori controllo. I dati Istat per il mese di maggio appena trascorso dicono che la Sicilia registra, per i prezzi al consumo per l’intera collettività, denominati Nic, una inflazione del 7,8%, un dato maggiore rispetto a quello nazionale, che si ferma al 7,6%.

Le maggiori città siciliane si confermano attorno all’8 per cento: Palermo arriva all’8,2%, Catania al 7,8%. Ancora più in alto Messina all’8,4% e che si appaia con Firenze, al secondo posto della famigerata classifica nazionale, dietro soltanto a Genova, che arriva al 9,5%.

Non è un caso che, a livello nazionale, sia proprio la Liguria la regione con l’inflazione più alta, al 9,3%, seguita da Toscana e Umbria. Le regioni che, invece, si trovano nei gradini più bassi sono la Basilicata, addirittura ad appena il 5%, e la Valle d’Aosta al 6,9%. La Sicilia si trova al settimo posto, superata di poco dalla Sardegna.

La classifica per ripartizione territoriale

Per ripartizione territoriale nazionale, è proprio quella delle Isole (Sicilia e Sardegna) a segnare l’inflazione più alta, al 7,9%, diminuita però rispetto ad aprile, quando si attestava all’8,8%. A seguire il Centro (da +8,1% a +7,8%), quindi il Nord-Ovest (da +8,4% a +7,6%,), il Sud (da +8,0% a +7,4%) e il Nord-Est (da +7,7% a +7,2%).

La decelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +26,6% a +20,3%) e, in misura minore, di quelli degli alimentari lavorati (da +14,0% a +13,2%), degli altri beni (da +5,3% a +5,0%), dei servizi relativi ai trasporti (da +6,0% a +5,6%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,9% a +6,7%).

Il rialzo degli alimentari non lavorati

Gli effetti positivi sono stati in parte vanificati dal rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,4% a +8,8%) e di quelli dei servizi relativi all’abitazione (da +3,2% a +3,5%). Secondo l’Unione Nazionale Consumatori si tratta di un dato positivo ma di cui non entusiasmarsi, sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, “visto che siamo semplicemente tornati ai livelli di marzo, mentre in tutto il resto d’Europa, salvo l’Olanda, l’inflazione di maggio è più bassa di quella di marzo”. E in ogni caso, rimane una inflazione ancora troppo alta per non destare preoccupazione in moltissime famiglie.

La stangata per le famiglie

“Per una coppia con due figli – continua Dona – il +7,6% nazionale significa una stangata pari in media a 2.227 euro su base annua, di questi ben 907 servono solo per far fronte ai rincari dell’11,8% di cibo e bevande. Per una coppia con un figlio, la spesa aggiuntiva è pari a 2.042 euro, 819 per mangiare e bere. In media per una famiglia la mazzata è di 1.704 euro, 665 per prodotti alimentari e bevande analcoliche. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli, con una batosta pari a 2.507 euro, 1.084 solo per nutrirsi e dissetarsi”.

“Solo effetto ottico”

Anche il Codacons condivide la preoccupazione dell’Unc: “L’inflazione scende solo grazie al rallentamento dei beni energetici, con quelli non regolamentati che a maggio frenano dal +26,6% al +20,3% – spiega il presidente Carlo Rienzi –.

Un effetto ottico, dunque, che altera il dato sull’inflazione, dimostrato dall’andamento degli altri comparti: i prezzi degli alimentari rimangono a livelli sostenuti (+11,8%), al pari del carrello della spesa (+11,2%), impattando sulle tasche delle famiglie”. Il potere d’acquisto delle famiglie, quindi, è ancora fortemente intaccato, e moltissimi hanno serie difficoltà ad affrontare il mese con stipendi che non hanno registrato alcun aumento ormai da anni.

Foto di repertorio

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