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Interesse dell’Europa sviluppare l’Africa

Carlo Alberto Tregua

Interesse dell’Europa sviluppare l’Africa

martedì 29 Agosto 2023

Cina e Russia all’assalto

La questione dell’immigrazione dall’Africa diventa ogni giorno più insostenibile per il nostro Paese perché l’ospitalità di centinaia e centinaia di migliaia di persone – seppure bisognose – comporta un dispendio di risorse umane e finanziarie enorme, che non ci possiamo più permettere, se mal gestito.
L’apparato umanitario diventa sempre più pesante finanziariamente perché comporta la necessità di stornare da altre attività migliaia e migliaia di dirigenti e dipendenti pubblici della Sanità, della Protezione civile, delle Forze dell’ordine, della Guardia costiera e tanti altri preposti, appunto, all’accoglienza.
Dal ministero dell’Interno non ci hanno fornito il totale di tutte le spese effettuate nel 2022, né del costo di decine e decine di migliaia di persone che devono, appunto, gestire gli immigrati.
Bisogna tener conto che non solo vi è una spesa per l’accoglienza immediata, ma anche per la sussistenza successiva nelle diverse città d’Italia.

Perché quelle persone fuggono dai paesi africani? Perché lì la fame uccide, non vi sono infrastrutture, la vita non è civilizzata, vi è spesso la guerra; le condizioni sono tali che giustificano la scelta disperata di genitori che si privano dei propri figli e figlie imbarcandoli quasi a forza sui barconi di malviventi che lucrano sul traffico umano.
Non si può quindi umanamente fare la lotta a questi poveretti, ma il mondo economicamente avanzato dovrebbe ragionare in termini di sviluppo e civilizzazione di quelle aree da cui partono questi disperati. Come? Insediando aziende produttive autosufficienti, aprendo ospedali autosufficienti, costruendo strade, linee ferroviarie, attrezzando porti e aeroporti e soprattutto insediando scuole e università per fare crescere culturalmente e civilmente quelle popolazioni.
L’Europa è il Continente più vicino all’Africa, ma non ha mosso un dito in questi ultimi cinquant’anni nella direzione indicata.
L’Europa, a questo proposito, non è unita e non è tutt’una perché la parte centro-settentrionale non si preoccupa minimamente dei suoi partners mediterranei, come Italia e Grecia, che subiscono le massicce immigrazioni.
Non tutte le nazioni europee che si trovano sul Mediterraneo hanno la stessa massa d’urto: infatti Italia e Grecia vengono soffocate, ma lo stesso non accade per Francia e Spagna, sulle cui rive non vanno certamente centomila immigrati l’anno. Perché? Perché quei Paesi hanno trovato dei sistemi per impedire l’approdo degli immigrati, trovandosi obiettivamente molto più distanti dalle coste africane che non Italia e Grecia.
Cosicché, il flusso continua senza interruzioni e intasa tutte le strutture ricettive da Lampedusa ad Agrigento e Pozzallo. Per fortuna, da questa invasione sembra esclusa Pantelleria.
Non si vede in atto un’inversione di tendenza negli imbarchi africani e sbarchi sulle coste italiane e certo non ci si può augurare che a fermarli sia il maltempo e il mare grosso, che ha già mietuto migliaia e migliaia di vite umane.
A riguardo, non si capisce perché molte barche e barchini si trovino senza motori. O forse si intuisce: perché dopo arrivano provvidenzialmente le navi delle Ong o i battelli della Guardia costiera o della Marina militare.

Invece, la Cina e anche la Russia hanno iniziato un’invasione economica e silenziosa dell’Africa. La prima ha cominciato a costruire le infrastrutture prima indicate e, in maniera ancora più penetrante, ha cominciato l’alfabetizzazione di quelle popolazioni perché è consapevole che, quando esse crescono con un certo tipo di cultura (in questo caso quella cinese), anche la mentalità viene formata alla stessa maniera.
Si sa che la scuola dà un’impronta quasi indelebile ai giovani perché essa si ricorda per tutta la vita. Quindi, crescere con l’indirizzo di docenti cinesi significa che nei prossimi decenni molte di quelle popolazioni saranno assimilate mentalmente alla filosofia civile e umana della Cina.
Anche la Russia sta conducendo un’azione analoga. Cosicché, questa vecchia e sorda Europa si troverà nei prossimi decenni con un’Africa estranea e, ci auguriamo, non anche nemica.
Guardare il futuro è quasi un’arte. Chi è cieco né è privo.

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