Intervista al sindaco di Pesaro, Matteo Ricci - QdS

Intervista al sindaco di Pesaro, Matteo Ricci

Paola Giordano

Intervista al sindaco di Pesaro, Matteo Ricci

venerdì 21 Aprile 2023

“Le città medie della cultura devono fare rete”

PESARO – Proclamata il 16 marzo 2022 Capitale italiana della Cultura 2024, sarà Pesaro con il progetto dal titolo “La natura della Cultura” a passare il testimone alla “nostra” Agrigento.

Con un tema principale – quello del rapporto tra arte, ambiente e tecnologia – che annoda rigenerazione urbana e green economy, il capoluogo marchigiano è stato scelto perché, come riportato nella motivazione della Giuria di valutazione, “offre al Paese una eccellente candidatura basata su un progetto culturale che, valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistico-ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, l’innovazione, lo sviluppo socio-economico”.

Abbiamo fatto il punto con il sindaco, Matteo Ricci, su come la città si stia organizzando in vista del prossimo anno e sugli obiettivi (e le speranze) che questa opportunità possa produrre alla comunità.

Sindaco Ricci, come si sta preparando Pesaro per il 2024?
“Pesaro 2024 è il racconto del nostro territorio ricco di bellezze culturali, valori e unicità ambientali, enogastronomiche, imprenditoriali e tecnologiche. Abbraccia le due grandi sfide epocali che stiamo vivendo, quella ambientale e culturale, centrali nella narrazione della nostra Capitale italiana della Cultura. ‘La natura della Cultura’ è un progetto che vogliamo portare avanti come ‘città orchestra’, dove ognuno di noi, Comuni, imprese, associazioni, industriali, volontariato, cittadini, suona il proprio strumento per comporre una melodia di rinascita. Perché Pesaro 2024 è una grande avventura che abbiamo deciso di non vivere in maniera egoistica, ma di condividere con i cinquanta comuni che, a turno per una settimana, saranno protagonisti della Capitale italiana della Cultura 2024 con le loro peculiarità. Dobbiamo pensare in grande: il 2024 sarà l’anno nel quale le Marche si presenteranno al mondo e Pesaro rappresenterà l’Italia. Dobbiamo essere bravi a sviluppare un programma triennale attrattivo e far diventare la nostra città un luogo di grandi eventi internazionali”.

Cosa pensa resterà alla città di questa nomina e cosa ritiene di “passare” idealmente al sistema culturale italiano?
“La Capitale italiana della Cultura 2024 non sarà solo una fiammata, ma una grande opportunità per il futuro della città e dei nostri figli. Anche molti interventi del Pnrr sono indirizzati al recupero dei beni di valore culturale. È un passaggio storico da vivere con entusiasmo e partecipazione, per questo è importante il coinvolgimento di tutti. È un’occasione che non può essere sprecata perché, se vissuta al meglio, può essere un grande volano di sviluppo per i decenni a seguire. Sarà la riscossa di gente orgogliosamente di provincia ma mai provinciale”.

Siete nel bel mezzo dei preparativi per il prossimo anno. Che consiglio si sente di dare al sindaco di Agrigento alla luce delle esperienze che state affrontando in questi mesi?
“La Capitale Italiana della Cultura è una bella sfida e per organizzarla al meglio occorre iniziare a lavorarci fin da subito. Un volano di sviluppo, attraverso il quale esaltare le caratteristiche locali per farle diventare nazionali e attrarre un alto numero di visitatori”.

Tra Pesaro e Agrigento ci sarà un ideale passaggio di testimone tra Capitali della Cultura. Crede che si possano realizzare dei progetti comuni per valorizzare la vostra esperienza e quella siciliana?
“Sicuramente. Penso che le città medie della cultura siano molto preziose per il Paese, per questo è importante che facciano rete, anche attraverso progetti comuni in grado di valorizzare le unicità e le peculiarità dei territori, per offrire una solida alternativa a milioni di turisti che cercano la bellezza in Italia nelle grandi realtà come Roma, Venezia, Firenze. Come è altresì fondamentale che tutte le città finaliste continuino a lavorare insieme sul dossier che hanno presentato, anche grazie al sostegno della Regione d’appartenenza, perché queste progettazioni possono diventare una ricchezza per l’intero Paese e non devono andare disperse”.

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