Monito di Draghi “Solo la spesa buona” - QdS

Monito di Draghi “Solo la spesa buona”

Carlo Alberto Tregua

Monito di Draghi “Solo la spesa buona”

giovedì 20 Agosto 2020

Mario Draghi è sempre stato considerato un uomo autonomo, non condizionabile, ed è per questo che ha acquisito un notevole prestigio personale.
Ancora una volta, al Meeting di Rimini, ha dimostrato questo suo equilibrio dando indicazioni precise su cui però questo Governo non potrà andare.
Vediamo quali sono: innanzitutto la distinzione fra debito buono e debito cattivo. Quindi, la subordinata fra spesa buona e spesa cattiva. Qual è il debito buono che può generare spesa buona? Quello che va verso gli investimenti, ricerca e innovazione, ambiente ed energia, nonché le grandi riforme che si attendono da decenni nell’Università e la Scuola, nella Pubblica amministrazione, nella Giustizia.
Qual è il debito cattivo, che genera spesa cattiva? La distribuzione a pioggia di sussidi, prebende, pensioni anticipate, elemosine e così via.
Dunque, il crinale è chiarissimo: stare di qua o stare di là significa guardare il futuro dei giovani oppure affossarli fin da oggi.

Che le nostre istituzioni, Parlamento e Governo, non abbiano accolto bene questo preciso monito di Draghi si evince facilmente dall’assenza di commenti, salvo qualche caso di un encomio formale.
La ragione è evidente. Fare quello che dice Draghi significherebbe ribaltare l’attuale deficiente politica economica, tagliare tutti i destinatari di assegni a vuoto, come dire castrarsi perché la conseguenza sarebbe la perdita di consenso.
Intendiamoci, non ci riferiamo alla maggioranza, ma a tutti i partiti in Parlamento, salvo piccole eccezioni, formato da rappresentanti il cui unico scopo è restare ancorati alla propria poltrona fino al 2023.
Dal momento che questa garanzia la danno i quattro vertici della coalizione governativa, ecco che essi seguono come cagnolini bastonati le direttive che arrivano da essi.
Ovviamente il discorso non vale per l’opposizione, che avrebbe invece interesse alla consultazione nazionale in tempi brevi. Ma se così avvenisse (e non lo crediamo) la situazione non cambierebbe perché l’opposizione, divenuta maggioranza, avrebbe la stessa linea di politica economica scialacquatrice, molto lontana dai modi indicati da Mario Draghi.
Qualcuno ha detto che Draghi è diverso da Monti: è ovvio, ma non sono diverse le valutazioni dello scenario politico ed economico del nostro Paese e non diverse sono le strade per ribaltare l’attuale situazione di grave crisi, che si è accentuata con l’epidemia, ma crisi era anche prima di gennaio di quest’anno.
Monti è stato sempre un pezzo importante dello Stato e quando salvò l’Italia, nel 2011, con le sue riforme rigorose e con la modifica degli articoli 81, 97, 117 e 119 della Costituzione (fra cui Pareggio di bilancio) volle dare un’indicazione di saggezza e buona conduzione del Paese com’è quella del pater familias.
Ma si sa, in Italia chi si comporta in modo equo scontenta masse di fannulloni che vogliono vivere a spese degli altri, non lavorando e non facendo di tutto per cercarsi il lavoro o anche per inventarselo.
La mia impressione sul valore di Mario Monti è stata confermata nel primo Forum che egli svolse da presidente del Consiglio con questo giornale (pubblicato l’8 gennaio 2013). Da allora sono passati più di sette anni e in tutte le occasioni che ho avuto di incontrarlo, questo convincimento si è consolidato.

Draghi ha fatto un ammonimento grave: continuare a sperperare risorse senza utilizzarle in investimenti è come “privare i giovani del loro futuro e farli entrare in una grave forma di diseguaglianza”. Se i giovani non possono usare l’ascensore sociale rimangono al livello originario.
“I sussidi finiranno – ha aggiunto Draghi – e resterà la mancanza di una qualificazione professionale che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuro”. Per cui, il debito creato con la pandemia “dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi giovani”.
“Per anni – ha sottolineato ancora Draghi – una forma di egoismo complessivo ha indotto i Governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi”.
Di fatto, ha accusato i governanti di miopia ed egoismo. Ma essi, com’è noto, sono orbi e sordi perché non vogliono vedere né sentire.

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