La crisi dei prezzi, agricoltura in ginocchio e fondi del Psr a rischio - QdS

La crisi dei prezzi, agricoltura in ginocchio e fondi del Psr a rischio

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La crisi dei prezzi, agricoltura in ginocchio e fondi del Psr a rischio

Michele Giuliano  |
domenica 21 Agosto 2022

Un susseguirsi di condizioni straordinarie hanno reso l’economia mondiale fragile. La situazione del settore dell'agricoltura in Sicilia.

Prima l’emergenza sanitaria, poi la guerra in Ucraina, l’aumento dei prezzi del carburante e la penuria di materie prime. Un susseguirsi di condizioni straordinarie che, prolungandosi nel tempo, hanno reso l’intera economia mondiale estremamente fragile. E il comparto agricolo siciliano, già provato da una condizione di crisi preesistente, non riesce a tenere botta contro tutta la serie di imprevisti che si stanno abbattendo sul settore. L’assessorato regionale all’Agricoltura ha quindi deciso di lavorare in aiuto agli agricoltori, dando la possibilità ai beneficiari delle misure a investimento del Psr, anche al fine di scongiurare possibili rischi di rinuncia al completamento dei progetti in essere, di avvalersi di alcuni meccanismi nella programmazione e progettazione delle attività collegate a fondi comunitari e regionali. Sarà possibile, quindi, procedere alla rimodulazione del progetto, lasciando immutato l’importo del sostegno già concesso con i fondi del Psr Sicilia 2014-2020, e accedere a sostegni complementari sotto forma di credito d’imposta o di altre forme di agevolazione finanziaria, “considerato che – ha scritto il dirigente generale del dipartimento regionale dell’Agricoltura, Dario Cartabellottai livelli di sostegno già concessi con il Psr potrebbero non rappresentare più i valori massimi consentiti, a seguito dell’aumento dei costi e quindi dell’importo reale attuale del progetto”.

Le richieste di rimodulazione andranno adeguatamente supportate attraverso la dimostrazione formale dell’aumento dei costi, con l’utilizzo di preventivi e prezzari aggiornati, perizie asseverate con analisi prezzi, e documentazione simile, e debitamente rendicontate rispetto al nuovo importo di progetto approvato. Si potrà anche decidere di rimodulare al ribasso l’importo di progetto, fino ad un minimo da realizzare del 30% rispetto all’importo iniziale, anche in deroga al mantenimento dei requisiti di punteggio ma nel rispetto della soglia minima prevista da ciascun bando, se si dimostra che la riduzione è determinata da cause di forza maggiore, mantenendo comunque il livello minimo di requisito funzionale/funzionante. Per i progetti che prevedono procedure di evidenza pubblica già espletate, si potranno effettuare ribassi d’asta nell’ambito dello stesso progetto, indicando la grave attuale crisi congiunturale quale causa di forza maggiore. In ultimo, “visto il perdurare di condizioni di criticità che avevano reso necessaria la deroga a quanto previsto dalle disposizioni attuative generali per le misure non connesse alle superfici e agli animali, anche in considerazione del fatto che per garantire le forniture di attrezzature e macchinari previste nei progetti i fornitori richiedono oggi congrui anticipi – scrive ancora Cartabellotta – si applica, l’ammissibilità al pagamento in fase di Sal (stato avanzamento lavori, ndr) di fatture di acconto quietanzate”.

Le decisioni prese nascono dalla comunicazione della commissione Europea del 23 marzo 2022 “Proteggere la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari” (COM (2022 / 133 final), che riconosce come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia abbia ulteriormente destabilizzato i mercati agricoli già fragili. Prima dell’invasione si è assistito a una notevole impennata dei prezzi nei mercati delle materie prime di cui i mercati agricoli hanno risentito a causa dei forti aumenti dei costi dell’energia, dei concimi e dei mangimi. Ora i costi per gli agricoltori e le piccole e medie imprese continuano ad aumentare e incidono sul prezzo dei prodotti alimentari, il che mette in luce le vulnerabilità del sistema alimentare europeo, in particolare la dipendenza dalle importazioni e solleva preoccupazioni per il reddito di agricoltori e produttori della filiera agroalimentare.

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