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Giovanni Pizzo  |
lunedì 12 Dicembre 2022

"Seguire la Ferragni su lusso e marketing corporeo è la giusta linea per la sinistra italiana?": il commento.

Oggi Concita de Gregorio sulla stampa esprime un apprezzabile punto di vista in difesa di Liliana Murekatete, che non è la moglie del deputato ex sindacalista PD Soumahoro, ma è appunto una persona distinta, nel senso di differente, sia dal marito che dalla madre, gestrice – anzi, gestore oggi si direbbe – di cooperative di immigrati.

C’è stato un accanimento spasmodico su foto osé della donna ruandese in questione di dieci anni fa, sul suo ardore per il lusso, e la De Gregorio esercita con maestria un parallelismo sulle foto della Ferragni, icona nazionale del marketing anche a sinistra. Perché Ferragni sì e la ruandese, che usa gli stessi mezzi, l’uso del corpo, no? C’è del razzismo in questo? Se battaglie femministe si devono fare, nei tempi moderni, devono essere universali, anche se si rimane perplessi sullo sdoganamento femminile del corpo come oggetto di marketing.

Il problema, sottilmente – come da sue origini siciliane – descritto dalla De Gregorio, è purtroppo un altro. Seguire la Ferragni su lusso e marketing corporeo è la giusta linea per la sinistra italiana? È ovvio che finché suo marito non fosse entrato visibilmente in politica questa questione non sarebbe stata posta.

Qualcuno potrebbe obiettare che Cornelia, madre dei Gracchi, non solo doveva essere virtuosa ma essere percepita tale, ma chi si ricorda oggi, al tempo di Fedez e XFactor della politica, dei Gracchi alzi la mano.
C’è un problema vero nella sinistra italiana, che è il rapporto con Mammona, il Dio denaro, come avvertono da tempo le inchieste che da anni si susseguono.

All’inizio fu il compagno G, al secolo Greganti, poi la maxi tangente Enimont, le intermediazioni Dalemiane, l’inventore della Merchant Bank di Palazzo Chigi. Fino ad arrivare a un altro sindacalista ex europarlamentare, Panzeri, oggi indagato assieme a una corrente di assistenti parlamentari italiani, sigillati dalla magistratura belga nei loro uffici di Bruxelles. Fondi del Qatar si suppone, per corruzione degli apparati europei in merito ai mondiali di calcio, un business da 220 mld di dollari che ha scatenato gli appetiti di tutti.

Di tutti appunto, anche, e per ora soprattutto, della sinistra europea, quella sospettata, non sempre a torto, di essere al servizio di Mammona&sorete, nel senso di Soros. Può essere di sinistra chi si avvicina cosi, rischiando poi di scottarsi, al capitale, soprattutto finanziario? Questo è il rebus in svolgimento non solo a Bruxelles, ma soprattutto in casa nostra. Renzi senza ipocrisia lo aveva risolto. Si, il progresso non può fare a meno del capitale per traguardare un cambiamento, questa la teoria riformista spinta di Renzi, tradotta in leggi alla luce del sole, non solo in consulenze fatturate in Arabia Saudita. E per questa spudorata coerenza Renzi era odiato da parte del PD.

Una considerevole parte, più tradizionalista del PD, rifugge a questa spudorata declinazione del rapporto con il denaro; preferisce pubbliche virtù e vizi privati, come nel magistrale film Signori e Signore di Pietro Germi. Il lusso va bene ma per le mogli, come nel caso della Louis Vuitton comprata da Bersani, che si sa lo spirito è forte, ma la carne, femminile si intende, è debole. Il denaro va bene, ma di nascosto, e se quello spregiudicato di D’Alema aveva la barca, però era a vela, lì ci vuole maestria e braccia, mica era a motore come quella di un industrialotto della Bassa.

Alla fine la superiorità morale della sinistra va in Vacchi davanti alla vendita delle indulgenze, come fu per la Chiesa ai tempi di San Francesco. I democristiani, sapienti della storia ecclesiastica, ci erano arrivati, con più coerenza e meno ipocrisia, prima dei compagni, e per questo eccedere erano stati spazzati via da Mani Pulite. I sinistrorsi erano stati graziati in quel tempo, ma i nodi poi vengono al pettine. Oggi le mani intonse sono quelle della destra, non avendo ad oggi gestito il potere e le sue lusinghe. Del diman non c’è certezza.

Così è se vi pare.

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