La forza della persona è essere se stessa - QdS

La forza della persona è essere se stessa

Carlo Alberto Tregua

La forza della persona è essere se stessa

mercoledì 14 Dicembre 2022

Ognuno di noi quando nasce ha un codice nel suo Dna, formato da un patrimonio genetico trasmesso da generazione in generazione. In base a esso scaturiscono le nostre azioni, conseguenti a un modo di pensare che va però continuamente aggiornato con informazioni di ogni tipo, che si assumono involontariamente e (almeno così dovrebbe essere) volontariamente.
La premessa serve a identificare ognuno di noi con chi vorrebbe essere – e non è – o chi vorrebbe diventare.

L’apprendimento di materie scolastiche e universitarie, l’insegnamento dei Maestri, gli avvenimenti che accadono nel mondo e quelli prossimi a noi, costituiscono, o dovrebbero costituire, una base di continua riflessione da cui trarre convincimenti che poi servono ad adottare comportamenti in una sequenza logica.
Tutto ciò con la finalità di trovare un’identità fra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, avendo modelli di vario tipo ai quali tendiamo.

Per questo processo di maturazione – che in parte è naturale e in parte è voluto – ci dobbiamo mettere del nostro, cioè la nostra volontà, perché se ci assopiamo non vediamo quello che accade – ovvero quello che accade ci lascia indifferenti – e restiamo quello che siamo senza alcuna crescita.

Nel percorso, breve o lungo, della nostra vita, commettiamo continuamente errori, che non vanno presi come negativi, perché ci insegnano a non sbagliare più comprendendo la fonte degli stessi.
Ma non tutti sono capaci di riconoscere i propri errori. Lo fanno solo le persone che hanno compreso come l’umiltà sia la qualità indispensabile per far capire la nostra insignificante dimensione rispetto all’Universo e, per conseguenza, che le nostre possibilità di cambiare eventi e circostanze sono quasi nulle.
Nonostante quanto appena descritto, è necessario che ognuno di noi – goccia di un mare – abbia la consapevolezza che tante gocce fanno il mare; per cui essere umili non significa non mettere tutte le proprie energie al servizio degli altri e di se stessi, con la conseguenza di mantenere la propria identità, che è poi il marchio di fabbrica.

La forza delle persone è essere se stesse; l’umiltà è la qualità che ci consente di spiegarci per farci capire, di spiegarci per convincere gli altri del loro interesse e non del nostro. L’umiltà ci serve anche per capire gli eventi partendo dalla nostra pochezza, che tuttavia l’intelletto – o la mente se volete – può farci comprendere.

Più una persona è colta, più ha una mente grande, più capisce le prospettive perché può vedere oltre l’orizzonte e più si rende conto che l’ignoto è immenso.
Tutto ciò ci dovrebbe trasformare in persone nel senso completo della parola, cioè con la P maiuscola, ovvero di chi ha cognizione di quanto avviene, di quello che si può fare e, per conseguenza, di quello che si deve fare.

In questo contesto, sappiamo che servono a poco le preghiere perché gli eventi obbediscono solo a Lui, cioè al Caso, che è l’insieme di miliardi e miliardi di variabili, tutte imponderabili, che troviamo davanti a noi e che spesso non comprendiamo.

Ciò che rovina la persona è la presunzione di essere grandi e invincibili. Ciro il Persiano (590 a.C.-529 a.C), Annibale (247 a.C.-183 a.C.), Cesare (101 a.C.- 44 a.C.), Alessandro il Macedone (356 a.C.-323 a.C.), per arrivare fino a Napoleone (1769-1821), pensavano che sarebbero stati eterni. Ma poi la Natura li ha convinti che erano illusioni.

Altro esempio: non è molto che si è misurata la circonferenza della Terra, soprattutto con l’uso dei satelliti. Sarebbe di 40.041 chilometri. Ma poi è venuto fuori che un certo Eratostene (276 a.C.-194 a.C), attraverso un calcolo logico, aveva già determinata la circonferenza della Terra in circa quarantamila chilometri.

Allo stesso modo Niccolò Copernico (1473-1543) definitivamente provò come la Terra fosse quella che è, cioè rotonda, mentre fino ad allora tutti credevano fosse piatta, affermando che così era stato determinato da Tolomeo (100 d.C. -170). Anche se quest’ultimo aveva detto che la Terra si immaginava piatta solo per poterla studiare meglio.
Che c’entra tutto ciò? C’entra per ricordarci come la nostra persona sia ben poca cosa. Tuttavia ha la forza per progredire.

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