La lunga strada per colmare il divario di genere - QdS

La lunga strada per colmare il divario di genere

redazione

La lunga strada per colmare il divario di genere

sabato 27 Gennaio 2024

L’Agenda 2030 rappresenta una raffigurazione di soluzioni alle grandi sfide del nostro pianeta

L’Agenda 2030 rappresenta una raffigurazione di soluzioni alle grandi sfide del nostro pianeta. Uno degli obiettivi da raggiungere è il n. 5 che mira ad arrivare ad una parità di genere di tutte le donne e ragazze, garantendo loro un lavoro dignitoso, eliminando ogni forma di discriminazione.

Quando utilizziamo il termine “parità di genere” intendiamo un diritto fondamentale, affermato nel 1948 nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che assicura l’uguaglianza tra uomo e donna in tutti i campi e con gli stessi trattamenti. È fondamentale raggiungere la parità di genere per costruire una società sana, eliminare tutte le forme di violenza e discriminazione, sostenere la loro piena realizzazione nel lavoro e proteggere il diritto delle donne nel decidere quando diventare madri.

La parità di genere oggi è un tema molto attuale chiamato anche Gender Gap (divario tra generi), contemplato tra le misure previste dal PNRR. “Il Ministero dell’Economia e delle Finanze” ha predisposto un documento che analizza il contributo degli interventi previsti per ridurre il divario in molti ambiti. In particolare, nell’ambito delle risorse previste dal PNRR, gli interventi mirati alle donne puntano a ridurre i divari attualmente presenti e rappresentano oltre il 20% del totale (circa 38,5 miliardi).

A partire dagli anni Settanta del Novecento si assiste ad una estensione dei diritti civili e alla realizzazione di una parità giuridica. Le donne iniziano ad avere crescente indipendenza economica e a muoversi verso una parità di accesso al lavoro. L’Unione Europea è attenta a queste tematiche, infatti l’8 marzo 2023 la Commissione europea ha avviato una campagna per combattere gli stereotipi di genere tra uomini e donne nei vari aspetti della vita e nel prendere decisioni professionali. Nonostante sia un fenomeno ancora presente, negli ultimi decenni l’Unione europea ha ultimato diversi progressi, grazie alle norme sulla parità di trattamento, l’inserimento della dimensione di genere in tutte le altre politiche (gender mainstreaming).

Per il 14° anno consecutivo, l’Islanda (91,2%) occupa la prima posizione ed è l’unica nazione ad aver colmato più del 90% dei divari. Peggiore è la situazione in Suriname, Bolivia, Messico, Paraguay e Guatemala, in cui il divario di genere rimane molto elevato.

In Italia il gender gap ha inizio il 24 marzo del 1947, esattamente 71 anni fa, quando l’Assemblea costituente approva l’articolo 3 della Costituzione che proclama l’uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso. L’Italia si colloca alla posizione 67, ciò è dovuto soprattutto all’aumento delle donne in Parlamento, nei Ministeri, nell’ istruzione e nella partecipazione politica. In Italia a novembre 2021 è stata introdotta la legge sulla parità salariale.

In base ai risultati, occorreranno ancora 132 anni perché questa disparità venga colmata. Le stime, sebbene siano in miglioramento di quattro anni rispetto a quelle riportate nel 2021, hanno subito una perdita generazionale tra il 2020 e il 2021. Tra le cause sono da annoverare la pandemia, la crisi, nonché i cambiamenti climatici.

Per migliorare la situazione attuale di questo fenomeno si può partire con un’educazione corretta sulla sensibilizzazione del gender gap. Negli ultimi vent’anni, l’uguaglianza tra donne e uomini nel mondo del lavoro ha visto miglioramenti incoraggianti, ma i passi da fare sono ancora molti.

Classe 3° A
Istituto di Biotecnologie-Ambientali “Rita-Levi Montalcini”

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