La rana in pentola, il re è nudo - QdS

La rana in pentola, il re è nudo

Carlo Alberto Tregua

La rana in pentola, il re è nudo

venerdì 25 Febbraio 2022

Ricordate la parabola della rana raccontata da Noam Chomsky? Una rana fu gettata in pentola insieme all’acqua fredda. Non si curò della sua situazione e con inerzia si adagiò dentro quel liquido. Il fuoco pian piano riscaldò l’acqua, ma la rana non si accorse dell’aumento della temperatura. Se ne accorse solo quando l’acqua cominciò a bollire, ma a quel punto non poté far nulla per uscirne fuori e morì.
Qual è il significato di questo racconto? Che chi continua a vivere sugli allori, ovvero nell’ozio non creativo o ancora in situazioni dormienti, non si accorge che tutto intorno il progresso avanza e con esso tutte le persone che ne fanno parte. La conseguenza è che dopo, quando l’acqua bolle, anche se il soggetto volesse reagire dalla sua pigrizia, non potrebbe più farlo.
Il libro di Qoèlet (Antico Testamento) sosteneva “c’è un tempo per ogni cosa, il tempo per l’amore, il tempo per l’odio, il tempo per la guerra, il tempo per la pace”; l’importante è che ognuno colga il suo tempo giusto perché il treno va preso quando passa.


Ricordate la favoletta di Andersen, I vestiti nuovi dell’imperatore?
Un re molto vanitoso, che amava sfoggiare i suoi abiti preziosi, un giorno venne imbrogliato da due finti mercanti di tessuti, i quali gli propinarono un tessuto con la caratteristica di essere invisibile agli indegni. Estasiato da questa scoperta, l’imperatore ordinò loro un abito così fabbricato e, indossatolo, sfilò per le vie della città. Nonostante fosse nudo, tutti lo adulavano per paura di essere considerati indegni. Fino a che un bambino gridò “Ma il re è nudo”. Nonostante tale affermazione, l’imperatore continuò a sfilare imperterrito per le strade, non curandosene.
Da quanto precede si può dedurre che molte persone ai vertici politici e burocratici non si rendano conto di essere contornati da cortigiani, i quali non dicono la verità – quella che è sotto gli occhi di tutti – bensì quella che vuol vedere il loro referente.
L’adulazione è una grave forma di plagio nei confronti di tanta gente che, appunto, fa della cecità la propria visione, ovvero non vede nulla perché non vuol vedere e si illude che la realtà sia quella che gli propinano i suoi, appunto, cortigiani.

I veri amici, coloro che rispettano i terzi, dicono sempre le cose come stanno, anche se dispiacciono, perché in primo luogo è necessario rispettare la verità e con essa le persone.
Quando è difficile dire la verità? Probabilmente in qualche caso, quando essa è amara – per esempio per le malattie – e può essere meglio non dir nulla. Mai, però, dire menzogne perché esse prima o dopo si scoprono e inducono chi le sente ad errori.
Vivere con lealtà nei confronti del prossimo, e con rispetto di se stessi, è un modo per evitare che nel momento della resa dei conti, cioé quando il corpo cessa le sue funzioni, ci si debba pentire; invece, conducendo la propria vita con linearità e con il rispetto del prossimo, il pentimento può essere ridotto.
Non tutti all’ultimo hanno il tempo o la possibilità di fare il bilancio della propria vita perché potrebbero essere aggrediti da malattie irreversibili che creano patimenti. Pazienza!


Inerzia e adulazione sono due difetti comuni a tanta gente, la quale non si rende conto che vivendo in questo modo spreca il proprio tempo e vanifica l’obiettivo della vita umana che è quello di capire, capire e capire.
La nostra immensa ignoranza ottenebra la nostra mente. Ecco perché dobbiamo faticare non poco per diradare le ombre con un po’ di luce, di conoscenza che, con grande sforzo, utilizziamo per capire, appunto, le ragioni della vita stessa.

Questi ed altri argomenti analoghi dovrebbero essere il corpo dell’informazione sui media sociali e nelle trasmissioni radio-televisive, nonché sui giornali.
Ma, con vivo disappunto, non ne vediamo traccia perché è difficile parlare e scrivere di queste cose e perché chi vede, sente o legge non ha la voglia di impegnarsi, preso da una pigrizia corrosiva che blocca qualunque iniziativa.
Mi auguro che i cortesi lettori appartengano a chi voglia saperne di più e non a chi voglia dormicchiare.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017