La rivincita dei Comuni sulla gestione dei fondi Pnrr: già assegnato il 91% delle risorse - QdS

La rivincita dei Comuni sulla gestione dei fondi Pnrr: già assegnato il 91% delle risorse

redazione

La rivincita dei Comuni sulla gestione dei fondi Pnrr: già assegnato il 91% delle risorse

Fabrizio Giuffrida  |
sabato 08 Luglio 2023

Impegnati 36,3 miliardi sui 40 programmati. Decaro (presidente Anci) al Governo: “Lasciateci lavorare”

ROMA – “Lasciateci lavorare”. Questo il succo dell’intervento del presidente dell’Associazione nazionale di Comuni italiani e sindaco di Bari, Antonio Decaro, in occasione di “Missione Italia 2021-2026, Pnrr dei Comuni e delle Città”, l’evento organizzato questa settimana dall’Anci nel Centro congressi La Nuvolas di roma in collaborazione con Ifel e la partecipazione di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali coinvolti nell’attuazione in Italia del piano Next Generation Eu.

Decaro è stato molto chiaro – in particolare rispondendo alle recenti dichiarazioni sul Piano nazionale di ripresa e resilienza del ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto (“Si tratta di prendere atto di cosa è possibile e cosa è impossibile fare”) – sottolineando “i risultati raggiunti dai sindaci italiani dopo che per mesi sono stati dipinti come i responsabili dei ritardi del Pnrr. Einstein diceva: ‘Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo’. Ecco, vi chiedo a nome dei sindaci italiani di lasciarci lavorare. Correggeteci se sbagliamo, siamo disponibili al confronto con il Governo. I Comuni ce la stanno facendo ma sappiamo bene che dietro le statistiche e le tabelle ci sono gli amministratori locali che stanno impegnandosi al massimo per dare migliori servizi ai cittadini”.

Nel corso della sua relazione Decaro ha sottolineato come “i Comuni hanno già raggiunto il 91% della assegnazione delle risorse previste: 36,3 miliardi sui 40 programmati. Tutto questo, per fare un raffronto, mentre gli altri soggetti attuatori sono a circa il 46% delle assegnazioni. Stiamo dimostrando ai cittadini che i Comuni e i sindaci stanno mantenendo i propri impegni. Abbiamo dimostrato che i progetti li abbiamo presentati: a nostra disposizione ci sono 40 miliardi di euro e noi siamo stati in grado di presentare progetti per 80 miliardi di euro, sia pure in condizioni difficili vista la cronica carenza di personale dei Comuni”.

Secondo l’Anac – ha aggiunto il presidente dell’Anci – tutte le gare bandite in Italia con risorse Pnrr da luglio 2022 fino a metà giugno 2023 sono circa 102 mila. Di queste il 51%, ossia quasi 52 mila, sono state bandite dai Comuni. Che di fatto sono la prima categoria di committenti per numero di gare”.

Agli Enti locali va inoltre il merito di aver garantito il rispetto da parte dell’Italia del vincolo del 40% di risorse europee da destinare a colmare i gap territoriali tra Nord e Sud: “I Comuni questo vincolo lo hanno travolto, come dimostrano i dati della Ragioneria generale: il 54% di tutti i progetti comunali viene dal Sud Italia”.

Decaro si è poi detto preoccupato in relazione al Patto di stabilità in discussione in sede Ue: “Da sindaci diciamo al Governo e all’Unione europea di fare attenzione. In passato ci sono stati imposti vincoli che ci bloccavano casse e lavori, poi cittadini se la prendevano con noi e non vorrei che ci ritrovassimo tra pochi mesi con nuove ristrettezze che ci possono paralizzare. Questi dati che parlano di una notevole capacità di spesa dei Comuni vanno valorizzati per dare continuità a questa fase di crescita ed espansione”.

Servono però, secondo i vertici dell’Associazione nazionale dei Comuni, delle modifiche normative necessarie per dare continuità a questa fase espansiva: “Chiediamo una conferenza dei servizi a 30 giorni per tutte le opere pubbliche, cioè di estendere la stessa procedura semplificata ora prevista per scuole e asili nido. Per quanto riguarda gli anticipi, che oggi sono del 10%, chiediamo che ove ci sia un progetto esecutivo ci venga anticipato il 30%, che è quello che ci chiedono le aziende per procedere con i lavori. Infine sarà necessario intervenire per garantire una maggiore puntualità dei pagamenti e un aggiornamento più rapido della piattaforma Regis”.

Il presidente dell’Anci ha infine sottolineato il dato positivo riguardante progetti che stanno molto a cuore alle famiglie italiane, cioè quelli per gli asili nido e le scuole dell’infanzia: “C’era preoccupazione in merito a ritardi e tagli dei fondi, invece risulta che è stato ormai assegnato quasi il 90% delle risorse. Siamo fiduciosi che nell’interlocuzione tra istituzioni italiane ed europee possano essere risolti i problemi che rimangono: non possiamo vanificare il lavoro di tanti Comuni e non possiamo deludere le attese delle famiglie italiane”.

Un segnale positivo e di grande ottimismo per il futuro da parte degli Enti locali, con numeri che sono stati confermati dal direttore dell’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia sociale) Pierciro Galeone. “Complessivamente – ha spiegato – a giugno 2023 i progetti Pnrr già finanziati sono 197 mila per un valore di 105,7 miliardi di euro, al netto di cofinanziamenti. Dei 36,3 miliardi di euro di assegnazioni al comparto Comuni 3,9 miliardi sono stati assegnati nel 2020, si tratta di progetti in essere, 8,9 miliardi nel 2021, 21,8 nel 2022 e 1,7 miliardi nel primo semestre 2023. Secondo i dati Anac, invece, le gare bandite con risorse Pnrr o Piano nazionale complementare (Pnc) da luglio 2022 fino a metà giugno 2023 sono circa 102 mila, di cui il 51%, ossia quasi 52mila, a titolarità comunale. I Comuni di fatto sono la prima categoria di committenti per numero di gare bandite Pnrr-Pnc, seguiti da società/aziende/consorzi e scuole/università/enti di ricerca, a quota 16 mila e 14 mila gare rispettivamente.

“Il ritmo di pubblicazione delle gare – ha concluso – è sostenuto: nel primo semestre 2023 il numero di gare bandite dai comuni è più che raddoppiato, passando da circa 24 mila di gennaio 2023 a circa 52 mila di metà giugno 2023”.

Non mancano, però, le criticità e gli aspetti su cui lavorare per trovare una sempre maggiore efficienza. In particolare, ci sono quelli legati al sistema Regis per il monitoraggio e la rendicontazione degli interventi previsti nell’ambito del Pnrr. Come spiegato dal vice direttore di Ifel, Andrea Ferri, “le rappresentazioni delle difficoltà da parte di molti Comuni, legate anche al sistema Regis, e l’intervento di Anci lo scorso aprile hanno contribuito a determinare diversi miglioramenti che potranno essere meglio valutati nei prossimi mesi”.

Il riferimento è in particolare “al completamento dell’alimentazione con i progetti mancanti, soprattutto quelli relativi alle piccole opere e ad altre misure già in essere, finanziate inizialmente con fondi nazionali e poi inglobate nel Pnrr o allo snellimento delle procedure di erogazione degli acconti e dei pagamenti intermedi, la cui lentezza rischia di costituire un serio problema per la tenuta finanziaria degli enti più deboli. Sebbene ci siano alcune difficoltà, anche nell’ambito dei progetti presenti in Regis, i Comuni sono il comparto più dinamico in termini di gare bandite su progetti Pnrr e ciò conforta il trend positivo della spesa comunale per investimenti fino ai primi mesi 2023, della dinamica degli impegni e dell’ammontare del Fondo pluriennale vincolato”.

“La tendenza di fondo degli investimenti comunali è positiva – ha aggiunto Ferri – e si è ulteriormente accentuata nel biennio 2022-2023, con riferimento a tutto il territorio nazionale. Le stime 2023 fanno prevedere un recupero di 5,7 miliardi di euro (+69%), rispetto al minimo storico del 2017, sulla base dei dati molto positivi dei primi cinque mesi del 2023, portando il volume dei pagamenti a 14,1 mld. di euro. Si stima quindi un ulteriore incremento di 2,5 miliardi rispetto al 2022. La crescita investe tutte le fasce demografiche dei Comuni italiani, fin qui con maggiore intensità negli enti di piccola e piccolissima dimensione”.

“Questo livello – ha concluso Ferri – rappresenta in realtà l’attuale capacità operativa ordinaria dei Comuni italiani, ottenuta sì con uno sforzo eccezionale, ma sostenibile nel medio periodo a condizione che non venga meno il presidio delle semplificazioni ottenute in questi anni. È probabile che i dati di cassa di fine 2023 e quelli dei rendiconti 2022 mostreranno livelli ancor maggiori di capacità di spesa, per effetto delle importanti misure Pnrr di cui sono in corso le attività di aggiudicazione e di avvio lavori. Tuttavia, i dati economici attualmente disponibili e le evidenze che ci vengono dalle gare bandite già mostrano una capacità di assorbimento coerente con le ingenti risorse messe a disposizione dei Comuni”.

Cos’è e come funziona il sistema Regis

ROMA – Il sistema Regis, sviluppato dalla Ragioneria generale dello Stato, come previsto dalla Legge di Bilancio 2021 e dal Dpcm 15 settembre 2021, rappresenta la modalità unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e territoriali, gli uffici e le strutture coinvolte nell’attuazione possono adempiere agli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Regis è rivolto, dunque, alla rilevazione e diffusione dei dati di monitoraggio del Pnrr e mira a supportare gli adempimenti di rendicontazione e controllo previsti dalla normativa vigente. L’aggiornamento del portale deve avvenire mensilmente: i soggetti attuatori hanno il compito di caricare i dati di propria competenza entro i primi dieci giorni successivi alla conclusione del mese oggetto di monitoraggio; le Unità di missione Pnrr, istituite presso le Amministrazioni titolari, avranno venti giorni di tempo per procedere con la validazione dei dati caricati.

Sul sito Italia Domani, dedicato al Pnrr per l’Italia, sono disponibili le “Linee guida per il monitoraggio del Pnrr” che forniscono le principali indicazioni operative. In particolare vengono indicati: i soggetti coinvolti (le amministrazioni centrali titolari delle misure e i soggetti attuatori); la struttura del Regis; l’aggiornamento dei dati di monitoraggio (le Amministrazioni titolari sono tenute ad assicurare la registrazione e la validazione delle informazioni con cadenza mensile, nel termine massimo dei 20 giorni successivi all’ultimo giorno di ciascun mese).

Per quanto riguarda la struttura del Regis, essa è articolata in tre sezioni. Misure (investimenti o riforme): dove è possibile registrare le informazioni a livello di programmazione e a livello di attuazione procedurale (bandi, decreti, convenzioni), fisica (avanzamento materiale della misura) e finanziaria (trasferimenti effettuati e spesa sostenuta); Milestone e Target: vengono registrati i dati relativi agli obiettivi previsti per le misure di competenza delle Amministrazioni centrali, a livello di pianificazione e di attuazione; Progetti: i Soggetti attuatori registrano tutte le informazioni sui progetti di rispettiva competenza e in particolare con i dati riguardanti l’esecuzione procedurale, la realizzazione fisica e l’esecuzione finanziaria.

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