La strage nella fabbrica di fuochi d'artificio, la provincia di Messina si è svegliata sotto shock - QdS

La strage nella fabbrica di fuochi d’artificio, la provincia di Messina si è svegliata sotto shock

redazione

La strage nella fabbrica di fuochi d’artificio, la provincia di Messina si è svegliata sotto shock

giovedì 21 Novembre 2019

Cinque morti e due feriti il bilancio del disastro. TUTTI I NOMI. La Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un'inchiesta per strage. Il Procuratore Crescenti, "Disastro causato da poca attenzione". A far saltare in aria tutto potrebbero essere stati dei lavori effettuati con una saldatrice. Uccisi dall'esplosione quattro operai esterni e la moglie del proprietario. Le condizioni dei feriti. La Costa era una ditta nota anche a livello internazionale. Il Codacons, 68 morti dal 2000, "servono più controlli". IN AGGIORNAMENTO

L’intera provincia di Messina si è svegliata sotto shock dopo le notizie sulla strage di ieri nella periferia di Barcellona Pozzo di Gotto, dove, in contrada Cavalieri – Femmina Morta, è esplosa una fabbrica di fuochi artificiali causando la morte di cinque persone.

E’ proseguito per tutta la notte e continua stamattina il lavoro dei Vigili del fuoco per mettere in sicurezza gli edifici, mentre sono attesi gli investigatori del Ris di Messina e gli specialisti del nucleo investigativo antincendi.

Identificate tutte le vittime, le condizioni dei feriti

Intanto sono state identificate tutte le vittime della tragedia. Oltre alla moglie del titolare, Venera Mazzeo, 71 anni, hanno perso la vita gli operai della ditta Bagnato di Merì – in provincia di Messina – che stavano effettuando dei lavori per rendere più sicuro il fabbricato montando delle porte in metallo: Mohamed Taeher Mannai, 39 anni, Giuseppe Testaverde, 34 anni, Vito Mazzeo, 23 anni e Fortunato Porcino, 36 anni.

Tra i feriti, sono gravissime le condizioni di Bartolomeo Costa, di 37 anni, figlio del titolare, mentre migliorano quelle di Nino Bagnato.

Proprio sull’attività degli operai si concentra l’attenzione degli investigatori. La duplice esplosione che ha provocato la distruzione della fabbrica sarebbe scaturita da alcune scintille provocate dalla saldatrice utilizzata nei lavori.

Il Procuratore Crescenti, “Disastro causato da poca attenzione”

“Stiamo cercando – ha detto stamattina Il procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto Emanuele Crescenti – di fare il punto della situazione che presenta diversi aspetti da chiarire. Nella notte si è trattato soprattutto di mettere in sicurezza il sito da parte dei Vigili del fuoco e del Genio militare”.

Il magistrato ha confermato che gli operai stavano sistemando delle porte di ferro quando è avvenuta l’esplosione che ha interessato prima un locale e poi gli altri della fabbrica.

“Un’esplosione – ha detto – causata anche da una poca attenzione”.

Il pm, i lavori per le porte chiesti dalla Prefettura

“E’ stato il comitato della Prefettura e della Questura a disporre questi lavori di messa in sicurezza nella fabbrica affidati poi ad una ditta esterna. Questo perchè era una delle fabbriche quelle considerate a rischio vista la tipologia di prodotti trattati”.

Lo ha detto il procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti.

“E’ incredibile – ha aggiunto – nel 2020 morire per poter lavorare ed è questa la cosa più triste. L’esplosione è avvenuta in un casotto, la signora Costa la prima vittima ed era in un altra stanza, ma è stata colpita dall’onda d’urto. Il figlio ha tentato di salvare la madre e si è procurato ferite e ustioni molto rilevanti”.

Ieri il boato che ha gettato nel panico un intero comprensorio

Un terrificante boato seguito poco dopo da un altro scoppio ancor più potente e assordante, aveva nel tardo pomeriggio di ieri gettato nel panico non solo gli abitanti di Barcellona, ma anche quelli dei Comuni di Merì, Milazzo e Terme Vigliatore.

La tragedia si è consumata in pochi secondi, ma sono occorse ore ai Vigili del fuoco per spegnere le fiamme nella fabbrica-deposito di fuochi d’artificio di Vito Costa e dei figli e per recuperare i corpi delle cinque vittime, trovati dopo ore di estenuanti ricerche tra i detriti.

L’esplosione prima e le fiamme dopo hanno distrutto completamente il complesso di edifici che ospitava l’industria di articoli pirotecnici di prima, seconda e terza categoria.

“Dai primissimi accertamenti – aveva detto appena giunto sul posto il capitano Giancarmine Carusone, comandante dei Carabinieri di Barcellona – sembra ci siano state due esplosioni perché all’interno della fabbrica c’erano degli operai con delle saldatrici: le scintille avrebbero raggiunto la polvere pirotecnica causando le esplosioni”.

La difficoltà nel recuperare i corpi

Era appena calata la sera e Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco e operatori delle ambulanze erano arrivati sul posto soccorrendo i feriti, recuperando cadaveri e cercando informazioni per cercare di ricostruire con precisione quante persone vi fossero all’interno della struttura al momento dell’esplosione.

E’ stato accertato che quattro operai di una ditta d’infissi stavano montando delle porte in ferro: quattro di loro sono morti insieme alla moglie di Costa.

Il balletto delle cifre sulle vittime e sui dispersi

Nell’ospedale di Milazzo erano stati ricoverati con ustioni e in gravi condizioni, Bartolomeo Costa, 37 anni, figlio del proprietario della fabbrica e della vittima e Antonio Bagnato, operaio della ditta, poi portati nel centro grandi ustionati dell’ospedale di Catania.

Il balletto delle cifre sulle vittime e sui dispersi è durato fino a sera. Poi un uomo è stato trovato vivo sotto le macerie.

Una gioia durata poco tempo perché l’uomo è morto poco dopo in ospedale.

la Procura ha aperto un’inchiesta per strage

La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, come detto, ha aperto un’inchiesta per strage colposa contro ignoti e ieri il procuratore Emanuele Crescenti aveva subito inviato sul posto il sostituto Matteo De Micheli.
“Aspettiamo sul luogo del disastro – ha fatto sapere Crescenti – il Genio militare, perché ci sono ancora esplosivi non esplosi, anche se la situazione è sotto controllo”.

Sono sedici in tutto gli stabili nel deposito di fuochi d’artificio. E gli inquirenti non potranno intervenire fino a quando non saranno messi in sicurezza.

“Una sorta di effetto domino”

“C’è stato una sorta di effetto domino”, ha spiegato ieri Crescenti, parlando di “scene terribili”.

Crescenti ha confermato che “C’erano degli operai di una ditta esterna che stavano facendo lavori di saldatura”, ma questa non è l’unica ipotesi al vaglio degli inquirenti nell’individuare le cause dell’esplosione.

La Procura sta comunque lavorando per comprendere le cause di questa tragedia che ha sconvolto la vita di diverse famiglie.

Un’azienda nota a livello internazionale

Quella di Vito Conte – con un punto vendita anche in paese – era un’azienda che nel corso degli anni si era imposta sul mercato anche internazionale per competenza e creatività, con spettacoli pirotecnici e piromusicali notturni, diurni, acquatici. Realizzava sia per feste di privati sia per eventi di enti pubblici o religiosi come le feste patronali. L’azienda – “La massima qualità a prezzi esplosivi” era il suo motto – aveva anche conquistato, nel 1999, il titolo di campione del mondo nella competizione specialistica svoltasi a Sanremo.

Il cordoglio del sindaco e del presidente dell’Ars

“Siamo rammaricati, è una tragedia enorme per la nostra comunità, sono persone che conoscevo e grandi lavoratori”, ha detto ieri il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto Roberto Materia.

“La famiglia Costa – ha aggiunto – diverse volte ha partecipato alla vita cittadina organizzando feste con fuochi d’artificio per il Comune o per le parrocchie”.

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha espresso il cordoglio personale alle famiglie delle vittime.

Fiom Messina, fabbrica emblema del lavoro povero

“Non sono incidenti, sono l’emblema di un lavoro povero, sottopagato, precario, insicuro e troppe volte mortale. Non possiamo essere complici di coloro che ci stanno facendo precipitare in un abisso”.

L’ha detto Daniele David, segretario provinciale della Fiom di Messina, parlando dei cinque morti di Barcellona, di cui quattro erano metalmeccanici: Mohamed Mannai, Giovanni Testaverde, Fortunato Porcino e Vito Mazzeo.

“Alle famiglie delle vittime va tutto il nostro cordoglio – ha continuato David – La tragedia di ieri ci impone di fare qualcosa nei prossimi giorni contro il degrado in cui è precipitato il lavoro in questo territorio”.

Il Codacons, 68 morti dal 2000

L’associazione di consumatori Codacons ha reso noto un elenco delle vittime a causa di esplosioni in fabbriche di giochi pirotecnici a partire dal 2000. Il bilancio è di 68 vittime.

“Una vera e propria strage – ha detto il presidente Carlo Rienzi – che riporta la questione della sicurezza in primo piano. Servono più controlli e occorre verificare costantemente il rispetto delle norme di sicurezza”.

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